Vincitore tra i giovani nel 2017 e tra i big nel 2018, Francesco Gabbani torna al Festival di Sanremo senza sentire la competizione ma per presentare il suo nuovo disco Viceversa che esce il 14 febbraio e che lo porterà di nuovo in tour partendo dall’omonimo brano, che mostra un nuovo lato di lui. Nella serata delle cover canta L’italiano (Toto Cutugno, 1983).

Canti Viceversa. Ci parli del brano?

Torno con una canzone diversa da Amen e Occidentali’s Karma che erano molto ballerine. Questa è una canzone che è un mid tempo, non è ballad totale. Ed è un brano che sicuramente mostra la mia faccia più emozionale e intimista. È sempre esistita, ma il pubblico di Sanremo non ha ancora avuto modo di vederla. Il brano parte dal raccontare la mia vita tra dimensioni affettive, intime e familiari, nelle quali tante persone si possono ritrovare. Faccio considerazioni semplici, ma mi auguro che faccia ritornare a considerare la condivisione in un sistema focalizzato sull’individualismo. L’amore esiste quando c’è condivisione. Quando c’è un dare un avere e quindi un viceversa, in una direzione o nell’altra. Non solo in coppia ma in tutto ciò che vibra. E godo nel cantarla, piano e voce.

Torni a Sanremo dopo averlo vinto. Perché, cosa ci può essere di più?

La competizione non mi può interessare. Sto usando questo palco che per me è stato un trampolino e poi una consacrazione. Ci torno con il piacere di vivere una circostanza emozionale che a me ha dato tanto, mi sentirò a mio agio e potrò viverlo senza quel carico di ansie che hai le prime volte. Voglio portare la mia musica. Sarà l’apripista di quello che sarà il mio nuovo percorso.

Ce ne parli?

Il fil rouge di questo nuovo disco sarà lo stesso espresso in Viceversa. Se l’ultimo album portava l’idea del viaggio, di andare alla ricerca di se stessi, fuori, qui parlo dell’individualità contrapposta alla collettività. Della percezione di se stessi nei confronti del sistema in cui viviamo. Parlo di tutti noi.

I tuoi Sanremo avevano Carlo Conti al timone. Che effetto fa trovare Amadeus?

Con personalità diversa, ho trovato in Amadeus la stessa professionalità di Carlo Conti. Molto preparato, anche sensibile, in modo genuino. Schietto e sincero. Fa tv da tanti anni ma viene dalla radio. Nella scelta delle canzoni ha avuto sensibiltà. Ha dichiarato che il suo sarà un festival pop. Per arrivare popolarmente a più persone possibili. Può supportare il senso di quello che faccio.

L’esperienza ti aiuterà anche a reggere i ritmi della settimana?

Sì, sarà una settimana puritana, mi sto preparando evitando eccessi da stravizi alimentari o utilizzo di vino che lascia strascichi di stanchezza. Cerco di vivere il più sano possibile. Anche perché vorrei metterci tutta l’energia.

Come sarai vestito sul palco?

Sobrio.

Dopo Sanremo che fai?

Sarò sicuramente in giro per tutta Italia, in promozione. Farò tappe di instore e poi inizierò a preparare i live. Mi mancano molto. Il mio scopo principale è il palco.

Una cosa che non puoi assolutamente lasciare a casa per la settimana di Sanremo?

Le mie ciabatte perché odio quelle degli hotel. Non riesco a riposare bene. E Giulia.