L'attore ha migliaia di fan. Merito della famosa serie tv in cui interpreta uno scrittore playboy. Ma nella realtà odia le complicazioni: «In una relazione» confida «cerco la pace»

«Sarei un uomo fortunato se conoscessi il segreto del mio successo». Nathan Fillion, canadese, 44 anni, è uno degli attori più imprevedibili di Hollywood. Alza le spalle, si aggiusta la camicia di lino bordeaux e dice: «Guarda il mio curriculum: è una distesa di disgrazie e risalite. Castle è l’unico vero boom della mia vita, giro 30 settimane all’anno per più di 12 ore al giorno».

In onda il sabato alle 21,05 su RaiDue, la serie ha debuttato sulla rete americana ABC nel marzo del 2009 ed è diventata in poco tempo il crime-serial più seguito dal pubblico femminile. Merito della love story tra Richard Castle (Nathan Fillion), giallista e seduttore incallito, e la tostissima detective Kate Beckett (Stana Katic). I due cominciano a collaborare quando un serial killer decide di replicare gli omicidi secondo le modalità descritte nei libri dello scrittore. E finiscono per innamorarsi.

Incontro Fillion a Los Angeles sul set dell’ottava stagione: una sorta di hangar dove sono stati ricostruiti camera da letto, distretto di polizia e vicoli di Brooklyn.

Forse non sai perché le donne amano tanto Castle. Ma a te sta simpatico, almeno? «Altroché. Mi riconosco nel suo punto di forza: non si prende mai troppo sul serio. Non è un tipo dark, per intenderci. Lo vedrei bene in una commedia».
Playboy ha scritto: «Oggi, tutti vogliono Nathan Fillion». «Non sempre i miei show hanno incontrato il favore del pubblico: alcuni sono stati cancellati subito… Però è vero, ora sono molto richiesto al cinema e in tv. Dovrebbero clonare almeno 20 Nathan!».
È difficile mantenere l’incantesimo del successo? «A Hollywood non ci sono mai garanzie sul futuro. Mi sono abituato all’idea di essere una star di passaggio: sono stato disoccupato un anno intero, dopo 3 di lavoro non-stop… Avevo quasi grattato il fondo dei risparmi. Ma è stata la disavventura migliore che potesse capitarmi. In quel periodo sono diventato zen e ho imparato a dare il meglio di me stesso».
Sei pronto a dire addio a Castle? «E perché me lo chiedi? (ride). Quando finirà la serie, amen».
Che rapporto hai con il web? «La Rete è fantastica perché tutti possono dire la loro. È terribile perché tutti possono dire la loro. Cerco di non leggere quello che scrive la gente su di me».
E con i colleghi vai d’accordo? «Siamo una famiglia ormai. Soffriamo tutti insieme, come quando alle 4 del mattino del venerdì stiamo ancora girando…».
Ora Richard Castle e Kate fingono di non stare insieme. Come evolverà la relazione? «All’inizio della prima serie il mio personaggio esordiva con “Te l’avevo detto”. Castle immaginava che, una volta insieme a Kate, i due non sarebbero stati in grado di percorrere quelle montagne russe tipiche dell’amore. E così è stato».
Vedo che hai un anello al dito. «È solo un accessorio di scena. Quello che mi avevano dato prima era tagliente, questo è ancora peggio. Ho un problema con gli anelli nuziali: le mie dita sono di lunghezza standard, invece le nocche e l’apertura tra il medio e l’indice sono una tortura. Quando infilo l’anello rischio tutte le volte una vescica. Non sono proprio un tipo da sposare!».
Mai pensato al matrimonio? (l’attore è fidanzato con Krista Allen, ex bagnina della serie Baywatch, ndr) «Cosa ne dici di cambiare argomento?».
Allora torniamo a Castle e Kate: è un genere di love story che ti piacerebbe vivere? «Sono un uomo che tenta di allontanare le tensioni di coppia dalla sua vita. Sarei poco interessante per un reality show. La tv ha bisogno di sali e scendi. Io no: in amore cerco la pace».
I tuoi genitori erano insegnanti. Anche tu hai intrapreso quella strada, per un periodo. Hai mai pensato di dar vita a una scuola di recitazione? «Certo, è un’idea che mi viene spesso. Fare l’attore è un modo di comunicare straordinario».
I “contro” del tuo mestiere? «Rimanere bloccato su un set per tutto il giorno e osservare il mondo da una finestra di plexiglas. Ma so che dietro c’è l’applauso del pubblico ad aspettarmi».
Se dovessi chiudere con il tuo personaggio, come gli diresti addio? «Nello stesso modo in cui lui ammazza il protagonista dei suoi gialli. Un colpo in testa, magari, per assicurarmi che nessuno prenda il suo posto. Cioè il mio. Castle deve morire con me».
E un “Castle baby” è previsto? «Gli sceneggiatori e il creatore Andrew W. Marlowe hanno in mente uno spin-off chiamato Castle Legacy dove tutto è possibile. Anche un Castle papà».

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