Postalmarket, torna il catalogo che ha fatto sognare gli italiani

  • 19 08 2020
Si rilancia il catalogo di vendite per corrispondenza Postalmarket, accompagnato da sogni nostalgici e voglia di ricominciare

Prima di Internet, prima dell’e-commerce, dell’e-shopping e dei “carrelli” pieni e abbandonati in attesa di una newsletter che annunci l’inizio dei saldi online, c’era “Il Postalmarket”. Con l’articolo certo, perché è più milanese lui del “Milanese Imbruttito”. Lui sì che faceva fatturare, caro Germano Lanzoni! Ma questo avveniva negli amati Sessanta, Settanta e Ottanta, quando si costruiva la vera storia della moda, della cultura e delle abitudini italiane, tra Paninari, Yuppies e copertine con ammiccanti star come Gloria Guida e Ornella Muti. Le copertine in questione erano appunto quelle di Postalmarket, un vero e proprio catalogo illustrato recapitato nelle case degli italiani fino alla fine degli anni Novanta. Quello che insegnò ai nostri genitori il significato di “acquisto per corrispondenza“.

Come mai tanto successo?

Perché alla base di Postalmarket c’era la promessa di benessere che portavano con sé i prodotti patinati descritti con minuzia di particolari nelle sue 300 pagine. E ovviamente i volti scelti per le copertine: tutte donne. Ma non tiriamo in ballo il sessismo o il femminismo perché, al contrario, il mitico catalogo era realizzato da una donna – è nato nel 1959 da un’idea dell’imprenditrice milanese Anna Bonomi Bolchini – per le donne che avevano in mano (e in tasca) tutta la gestione della casa e della famiglia. Su quelle che oggi chiamiamo “cover”, attrici e modelle che prestavano il proprio rassicurante sorriso e la propria bellezza al catalogo per antonomasia: non solo le nostre Dalila Di Lazzaro, Eleonora Brigliadori, Isabella Ferrari e Monica Bellucci ma anche star internazionali come la bellissima Carol Alt, la modella Claudia Schiffer, Carla Bruni e Brooke Shields. Postalmarket era la pubblicazione su cui tutte volevano apparire.

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“Con Postalmarket, sai, uso la testa!” ⠀ Probabilmente avrete letto la notizia, uscita qualche giorno fa, che da dicembre uscirà la nuova versione digitale e cartacea di Postalmarket! ⠀ Ad annunciarlo è stato Stefano Bortolussi, imprenditore friuliano che nel 2018 ha acquistato il marchio. ⠀ Postalmarket nasce nel 1959 dall’idea di Anna Bonomi Bolchini, milanese che importa in Italia il modello statunitense della vendita per catalogo. ⠀ L’azienda cresce e da la possibilità agli italiani di acquistare tutto ciò che veniva pubblicizzato da Carosello. Alla base del progetto c’era proprio la promessa di benessere che portavano con se i prodotti patinati descritti all’interno del catalogo e i volti scelti per le copertine. ⠀ Il successo della rivista si consolida negli anni Sessanta e Settanta e, dopo un lieve calo all’inizio degli anni ‘80 torna una nuova ondata di successo nel 1987. Stilisti del calibro di Krizia, Coveri e Biagiotti firmano i numeri più esclusivi. ⠀ Il declino arriva nel 1993 quando Postalmarket passa sotto il controllo del colosso tedesco Otto Versand e la chiusura definitiva arriva nel 2007. ⠀ Ma, grazie a Stefano Bortussi, potremmo presto tornare a sfogliare Postalmarket, sia online che in edizione cartacea (solo per gli abbonati)! ⠀ #postalmarket #catalogo #online #carosello #milano #venditaonline #krizia #enricocoveri #laurabiagiotti #vintage #venditadiretta #market #anniottanta #annisettanta #milano #fashion #modaitaliana #moda #storia #abbonamento #rivista #shoppingonline

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Effetto amarcord

Ecco perché la sua rinascita, oggi, è vista come la resurrezione, non tanto del catalogo in sé, quanto del benessere economico di quegli anni. Nella sua nuova vita, Postalmarket non sarà più un pesante catalogo di centinaia di pagine a colori, ma sarà in versione ridotta perché dovrà fare necessariamente i conti con il successo attuale dell’e-commerce e con la presenza di colossi del calibro di Amazon. Ma Postalmarket punta su un effetto-nostalgia che finora ha sempre funzionato!

La storia di Postalmarket

Un amore, quello tra gli italiani e gli acquisti per posta, nato a fine anni Cinquanta, grazie all’intuizione della Bonomi Bolchini, un’imprenditrice prima ancora che fosse consentito alle donne entrare nel “business” tanto da essere soprannominata “La prima signora della finanza“. Un successo consolidato poi nei tre decenni successivi (mentre oggi è tanto se dura un paio di stagioni) grazie anche alle spinte televisive del Carosello e, più tardi alle réclame che ancora oggi canticchiamo. Pensate che nel 1987 l’azienda fatturava 385 miliardi di lire, con una crescita a doppia cifra sul giro d’affari e ben 1.400 dipendenti. Senza contare che stilisti del calibro di Krizia, Coveri, Ungaro e Biagiotti firmavano i numeri più esclusivi. Nei primi anni Novanta era ancora il leader del mercato con 45 mila spedizioni giornaliere.

Il declino

Il declino incomincia nel 1994 quando Postalmarket passa, per cinque anni, al colosso tedesco Otto Versand, leader mondiale dello shopping per corrispondenza. Prima la cassa integrazione, poi il rischio fallimento, il salvataggio per mano del senatore Eugenio Filograna, e il “trasferimento” del business su Internet. Riesce a riportare l’azienda in utile e la prepara per la quotazione in Borsa che però salta a causa degli scandali di Banca Leonardo (unico sponsor di Postalmarket). A quel punto arriva il “commissariamento ministeriale“, l’azienda viene venduta a Bernardi, il quale stringe un accordo con La Redoute, fino al 2007 quando Postalmarket chiude definitivamente.

La rinascita

Dopo varie vicissitudini legali Stefano Bortolussi, l’imprenditore friulano della pubblicità, acquisisce il marchio (e il sogno) nel 2018. Rilevato il marchio e i numerosi domini, si è unito a Francesco D’Avella, titolare della piattaforma di e-commerce Storeden e, insieme, hanno costituito la Postalmarket Srl: «Abbiamo un sogno ambizioso e proviamo a realizzarlo: vogliamo diventare l’Amazon italiano. C’è molto lavoro da fare. Anche se il nostro modello di business è differente dal precedente, si punta sull’effetto amarcord: Sono milioni le persone che si ricordano di Postalmarket e dunque che sono nostri potenziali clienti», ha raccontato Bortolussi all’Ansa.

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