Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim si abbracciano dopo aver vinto la medaglia d'oro nel salto in
Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim si abbracciano dopo aver vinto la medaglia d'oro nel salto in alto

Tamberi e Barshim, storia di un’amicizia d’oro

La decisione dei due saltatori di condividere la medaglia d’oro è stato uno dei momenti più belli delle Olimpiadi di Tokyo. Ma la loro amicizia, tra infortuni e sacrifici, lo è ancora di più

Quei dieci minuti dello scorso primo agosto, gli stessi in cui Gianmarco Tamberi detto Gimbo, vinceva la medaglia d’oro nel salto in alto e Marcell Jacobs i 100 metri, sono stati probabilmente i più emozionanti per i tifosi italiani, che hanno gioito di queste due grandissime vittorie per certi versi inaspettate. Nel caso di Gimbo, però, c’è stato un elemento in più a rendere quel momento particolarmente speciale, e cioè la condivisione della medaglia più importante con il saltatore del Qatar Mutaz Essa Barshim. Dopo aver finito la gara in pareggio, ai due atleti è stato chiesto se avessero intenzione di saltare di nuovo, ma Tamberi (29 anni) e Barshim (30) hanno deciso di condividere il podio, un momento di sportività che è stato celebrato e apprezzato ben al di fuori del mondo dell’atletica

Al contrario di quello che alcuni critici pensano, e cioè che arrivare primi è sempre un affare solitario o che la loro sia stata una scelta di convenienza, i due hanno dimostrato che lo sport, e l’eccellenza, si possono condividere e festeggiare. «La decisione di condividere la medaglia d’oro olimpica è stata frutto di pura emozione, rispetto e amore per il mio compagno di gara. So quanto significhi vincere l’oro. L’opportunità di condividerlo è qualcosa di cui andrò fiero per il resto della mia vita», ha scritto Barshim su Twitter, per fugare ogni dubbio.

In questa decisione storica c’è la voglia di non essere secondi, certo, la consapevolezza di aver già disputato una grande gara e non volerla compromettere, ma c’è anche la storia di un’amicizia speciale, che ha fatto dire a Tamberi «Non avrei condiviso questo momento con nessun altro se non con lui». «Stesso infortunio, stessa gloria», ha scritto Italia Team twittando la foto, ormai iconica, dei due campioni che si abbracciano. Il video del momento in cui Barshim e Gimbo hanno deciso di condividere la medaglia è diventato subito virale – «Possiamo avere due ori?», chiede Barshim, una frase già diventata meme di culto – mentre il momento della premiazione in cui i due vincitori si sono messi la medaglia l’un l’altro è stato uno dei più significativi delle Olimpiadi. «Due ori sono meglio di uno» ha twittato Barshim, mentre i fan condividevano foto dei due atleti insieme.

Un’amicizia di lunga data, tra infortuni e sacrifici

Come ricorderai, un grave infortunio ha impedito a Tamberi di competere nelle Olimpiadi di Rio nel 2016.La rottura sub totale del legamento deltoideo del piede sinistro – cui sono seguite due operazioni chirurgiche e un trapianto di tessuto – durante la Monaco Diamond League, l’ultima tappa prima di Rio, sembrava infatti aver scritto la parola fine sulla sua carriera. Erano in tanti a considerare quell’infortunio troppo invalidante per tornare a saltare a livello agonistico, ma Gimbo non si è perso d’animo e, negli ultimi cinque anni, ha continuato ad allenarsi per tornare a fare quello che gli riesce meglio. Il suo gesso con la scritta “Road to Tokyo 2020 2021” era una dichiarazione d’intenti, non a caso l’atleta l’ha portato con sé alle Olimpiadi di quest’anno.

Una delle persone che più gli è stato vicino durante quel momento difficile è stato proprio Barshim, che ha sofferto dello stesso infortunio, e che ha saputo consolarlo e incoraggiarlo. «Il giorno dopo [l’infortunio, ndr], Mutaz ha iniziato a bussare alla mia stanza e non voleva andare via» ha scritto Tamberi sulla Spikes in un articolo intitolato “Il mio amico Mutaz” del gennaio 2018, «Prima volevo solo che se ne andasse, ma lui insisteva e gridava: “Gimbo, Gimbo, per favore, voglio parlarti” Così ho ceduto e l’ho fatto entrare». I due parlano a lungo, piangono anche, mentre Barshim consiglia a Tamberi di non affrettare il suo ritorno, di prendersi il suo tempo, di non disperarsi ma anche di non chiedere troppo a sé stesso.

Tra gli alti e i bassi di un faticoso recupero fisico e mentale, vedere Barshim tornare al successo nel Mondiale di Doha del 2019 è per Tamberi il punto di svolta: gioire per l’amico gli dà la speranza di poter tornare a competere ai suoi livelli. «Sono stato davvero felice per lui che ha vinto a Doha. Lui ce l’aveva fatta e io no. Dopo un anno ha vinto il Mondiale. Mi ha motivato moltissimo. Mi sono detto “Puoi imparare da lui”», ha detto Tamberi, che così ha intensificato la sua preparazione per Tokyo. E poi è arrivato il primo agosto 2021, dopo che le Olimpiadi sono state rimandate di un anno a causa della pandemia: Tamberi e Barshim fanno l’impossibile, raggiungono lo stesso risultato e decidono, senza esitazione, che il posto più alto sul podio è di entrambi.

Salto in alto e salto con l’asta sono gli unici due sport che consentono la condivisione della medaglia d’oro: in entrambi questi sport, le medaglie vengono infatti decise in base all’altezza massima che gli atleti sono in grado di superare. E questa è una storia di sport e amicizia che non dimenticheremo.

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