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Influenza: i miti da sfatare per prevenirla e curarla meglio

  • 13 12 2018

Sfatiamo i miti più comuni sull'influenza, che spesso corrispondono agli errori più comuni. È sempre meglio dare una ripassata ad alcune informazioni salutistiche di carattere generale

La stagione invernale è nel pieno del suo splendore con nebbia, neve, pioggia e giornate gelide. E porta con sè anche la odiosa influenza.
L’argomento non è particolarmente innovativo, ci riconosciamo la scoperta dell’acqua calda, ma è sempre attuale e può essere affrontato sotto molteplici aspetti. Parleremo dei “miti” più comuni, e da sfatare, legati all’influenza.

1. Si può prendere l’influenza uscendo al freddo senza essere coperti in modo adeguato, o con i capelli bagnati, o stando in mezzo alla corrente:
La risposta è no: l’unico modo per prenderla è essendo esposti al virus dell’influenza. L’altra informazione è che non esiste una correlazione tra freddo e influenza, anche se generalmente la stagione delle influenze coincide con il clima più freddo.

2. Bere molti liquidi caldi o mangiare zuppe/brodi aiuta a combattere l’influenza
Le bevande calde possono aiutare ad alleviare i sintomi, ad esempio il mal di gola, ma non hanno proprietà specifiche che curano l’influenza. Forniscono però quei fludi in più di cui il corpo ha bisogno quando è afflitto da influenza/raffreddore e febbre.

3. Serve l’antibiotico se si ha influenza e febbre alta che dura più di un paio di giorni
Ni. Gli antibiotici servono a combattere i batteri, mentre sono inefficaci contro le infezioni virali quale è l’influenza. Ciò detto, è possibile che infezioni batteriche emergano come complicazioni dell’influenza, per cui se i sintomi proseguono o addirittura peggiorano è suggeribile farsi controllare e prescrivere una terapia adeguata, ove necessaria.

4. Si prende l’influenza dal vaccino
No: il vaccino è fatto da un virus disattivato che non può trasmettere infezione e ci vogliono circa due settimane prima che si attivi la protezione.  

5. Le persone sane non hanno bisogno di vaccinarsi
Ni. La vaccinazione contro l’influenza è raccomandata per chi soffre di malattie croniche ma chiunque può trarre benefici dall’essere vaccinati. Negli Stati Uniti, ad esempio, le linee guida suggeriscono di vaccinare le persone tra i 6 mesi e i 19 anni, le donne incinte e gli over-49. Ad essi si aggiungono alcune categorie di lavoratori che possono diffondere l’infezione a persone particolarmente fragili, ad esempio chi lavora nel sistema sanitario.

6. Il vaccino è tutto ciò di cui si ha bisogno per proteggersi dall’influenza
Non proprio. È certamente un passo utile, ma non è tutto. È suggeribile evitare il contatto con persone che hanno l’influenza, lavarsi le mani regolarmente e prendere medicinali anti-virali (per i quali bisogna sempre consultare il medico).

7. Una volta fatto il vaccino, sono a posto per la vita
No: il virus dell’influenza muta ogni anno per cui per essere protetti contro i ceppi più comuni è necessario ripetere la vaccinazione ogni anno.

8. L’influenza è solo un raffreddore particolarmente virulento
No: l’influenza può causare i sintomi del raffreddore ma non è un raffreddore.

9. Se uno si sente bene, non può diffondere l’influenza
No: i dati parlano chiaro – tra il 20% e il 30% dei portatori del virus dell’influenza non hanno sintomi.

10. Una volta passata la febbre, si può tornare subito al lavoro?
No, è meglio aspettare almeno 3 giorni di riposo assoluto, per evitare complicazioni.

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