Le donne che hanno cambiato la storia – serie 2

Astronaute, schiave, politiche, casalinghe, operaie. Donne importanti, che hanno lottato per se stesse e per le altre donne. Ogni settimana aggiungiamo un ritratto a questa gallery. Per costruire una grande storia al femminile


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Nancy Harkness

30 novembre 1930

Lindberg, uno dei piloti più famosi di sempre, atterra davanti a una ragazzina di 14 anni, Narcy Harkness, dopo aver attraversato l’Atlantico. La vita è strana e Nancy non ne resta impressionata. Poco dopo invece fa un giro in aereo per un penny con un pilota un po’ cialtrone. Quando scende ha già deciso: vuole fare l’aviatrice. La madre è contraria: «Le ragazze per bene non fanno queste cose». Ma Nancy è testarda, «Se trovassi una lucciola, raggiungerei una stella», scrive in una poesia. Il 30 novembre 1930 prende la licenza di volo. Non è un arrivo, ma una partenza: ha poca esperienza, nel primo tour sfiora la tragedia, va a lavorare in un’azienda che vende aerei per fare pratica, qui si innamora del proprietario, Robert Love, luna di miele in aereo guidato da entrambi. Ma è durante la Seconda guerra mondiale che Nancy ha l’occasione di mettersi davvero alla prova: dopo molte resistenze, convince l’esercito ad aprire un reparto di piloti donna. E lei è la prima a portare un aereo militare fuori dall’Atlantico.

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Beate Klarsfeld

7 novembre 1968

Nel ’60 Beate Künzel, 20 anni, berlinese, va a Parigi per lavorare come ragazza alla pari, qui conosce Serge e poco dopo si sposano, prende il suo cognome, Klarsfeld. Serge è ebreo, ha perso il padre ad Auschwitz e cerca ancora giustizia. Molti nazisti sono scappati o addirittura coprono incarichi di rilievo. Beate vuole aiutare Serge. Per esempio, prova a denunciare sui giornali il cancelliere della Germania Ovest, Kiesinger, ex nazista, ma la notizia cade nel vuoto. Il 7 novembre ’68 opta per un gesto estremo: sale sul palco dove Kiesinger sta tenendo un discorso, lo prende a schiaffi e gli urla «Nazi!». La notizia fa il giro del mondo, Beate viene condannata al carcere, ma lo scrittore premio Nobel Heinrich Böll le manda 50 rose e Marlene Dietrich le lascia un messaggio di stima sulla segreteria. Uscita dal carcere, Beate e Serge continuano a cercare nazisti, fino a rapirli se serve. Diventa, per tutti, la “cacciatrice di nazisti”.

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Amy Winehouse
20 ottobre 2003


Ci sono cantanti che danno voce al malessere di una generazione, non solo con il talento, ma anche con la propria biografia che si fa incarnazione estrema di quel disagio. La prima canzone dell’album Frank, Stronger than me, inizia con i fraseggi di una voce nuda e potente, che esordisce così nel mondo della musica: è Amy Winehouse. Amy ha 20 anni, ribelle fin da adolescente, si trova a disagio con il proprio corpo. Soffre di bulimia, come 70 milioni di ragazze nel mondo da quando la malattia è stata scoperta, nel 1979 grazie a un questionario su una rivista femminile. Peggiora con il successo dell’album – disco di platino: perde 4 taglie («i tabloid facevano commenti sul mio peso»). Seguono concerti in tutto il mondo, un nuovo album (Back to black) che la consacra. Ma Amy non regge la pressione: passa l’ultima notte, prima di essere trovata morta nel suo appartamento a soli 27 anni, a riguardarsi nei video di YouTube. Il malessere che ha incarnato l’ha sopraffatta, ma con le sue canzoni ha lenito quello di milioni di fan.

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Margarethe von Trotta
12 settembre 1981

Fino a quel momento, le donne, sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia, sfilano solo come attrici o compagne di registi. All’inizio, anche Margarethe von Trotta vuole fare l’attrice, studia recitazione, ma l’incontro con il regista Volker Schlöndorff, poi suo marito, la spinge dietro la macchina da presa. Sperimenta molto: le interessa raccontare le donne in relazione alla Storia. Quando scrive e dirige Anni di piombo, su 2 sorelle separate dal terrorismo armato, è già al suo quarto film. Margarethe von Trotta convince la giuria della Mostra, è la prima regista donna a vincere, la sera del 12 settembre 1981, il Leone d’Oro. E l’espressione “anni di piombo” diventa di uso comune.

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Gertrude Ederle
5 agosto 1926


Un medico le dice che ogni sogno ha un prezzo e deve scegliere: se continuerà a nuotare, diventerà sorda. Gertrude Ederle si definisce una “water baby”, è competitiva, sceglie il nuoto. Per anni nuota e supera record, in un pomeriggio del ’22 ne registra 7. Ma uno solo le interessa: attraversare la Manica e cancellare i record precedenti di 3 uomini. Ci prova nel ’25 ma gli assistenti che la seguono in barca la credono svenuta e interrompono la gara. Lei dirà che si stava riposando. Ci riprova il 5 agosto del ’26. Mentre nuota canta per darsi ritmo e i suoi assistenti le ricordano, bracciata dopo bracciata, ogni singolo pezzo della macchina che si regalerà come premio se dovesse farcela. Arriva in 14 ore e mezza. È record, lo sarà fino al 1950. L’udito è però compromesso per sempre: ogni sogno ha un prezzo.

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Tina Anselmi
29 luglio 1976

Tina Anselmi impara che cosa significhi impegnarsi in prima persona quando, da adolescente, vede uccidere alcuni partigiani: da qui la decisione necessaria di diventare lei stessa partigiana. A guerra finita si impiega come maestra, ma non smette di occuparsi della vita pubblica: fa la sindacalista e poi attività politica. Arriva in Parlamento nel 1968. Da lavoratrice le sta a cuore che le donne abbiano lo stesso rispetto degli uomini nella famiglia e nel lavoro. Il 29 luglio 1976 diventa ministro del Lavoro: è la prima donna in Italia a occupare un dicastero. Non può che essere lei, allora, l’anno dopo, a proporre una legge per le pari opportunità che ha costruito le basi di una società oggi più equa fra uomini e donne.

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19 luglio 1616
Artemisia Gentileschi


Al tempo di Artemisia Gentileschi, fare arte per le donne era per lo più un passatempo per tenerle impegnate. Nessuno avrebbe commissionato a una donna un soggetto importante. Artemisia, grazie alla formazione che gli permette il padre, pittore, impara a dipingere come i grandi, ma con uno sguardo tutto suo. Durante gli studi, però, il maestro di prospettiva, Agostino Tassi, la violenta. Affronta il processo, ma ottiene umiliazioni, quasi che la colpa fosse sua. Va avanti, la pittura come professione è l’obiettivo che la sostiene. Tenta ciò che nessuna donna ha mai fatto: entrare all’Accademia di Disegno di Firenze – e ci riesce, nel 1616, a 23 anni. Con le prime importanti commissioni, arriva il successo. Oggi Artemisia Gentileschi è ricordata ovunque, Agostino Tassi è noto soprattutto come il suo violentatore.

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5 luglio 1946
Micheline Bernardini


Dopo la seconda guerra mondiale le spiagge francesi sono piene di bagnanti: c’è voglia di libertà. Ma non c’è tessuto per i costumi. Così l’ingegnere Louis Réard riprende vecchi modelli di costume da bagno e li accorcia: nasce il bikini. Ma nessuna donna ha il coraggio di indossarlo, rischia di rimanere nel cassetto. Micheline Bernardini, una ballerina del Casino de Paris, andando incontro a critiche certe, si fa invece fotografare in bikini. Scoppia lo scandalo. Del resto il nome è quello di un atollo dove il 1° luglio 1946 è stato fatto un test nucleare. Micheline riceve 50.000 lettere dai fan e altrettante critiche. Bisogna aspettare gli anni ’60, Brigitte Bardot e la canzone Itsy bitsy teenie weenie yellow polka dot bikini perché il due pezzi sia sdoganato.

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6 luglio 1957
Althea Gibson

Una ragazzina nera cresciuta ad Harlem in una famiglia di raccoglitori di cotone, suo padre la picchia, cerca di stare il più possibile in cortile a fare sport. Si chiama Althea Gibson. Un amico le regala una racchetta, è brava, il tennis diventa la sua religione con un solo dio: la tennista Alice Marble. Suo allenatore è un alteta senza un braccio, le insegna a comportarsi da tennista, ma l’America non è pronta, per partecipare ai tornei bisogna essere iscritti a club, la maggior parte riservati ai bianchi. A salvarla è il suo dio: Alice Marble scrive su un giornale per farla ammettere. Althea può partecipare a Wimbledon, è il primo atleta nero, lo vince il 6 luglio ’57. «Stringere la mano alla Regina d’Inghilterra è un bel passo in avanti rispetto a doversi sedere nella parte riservata ai neri sul bus».

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22 giugno 1948
Dorothy Crowfoot

Mentre l’adolescente inglese Dorothy Crowfoot gioca alla chimica applicata all’archeologia, le sue passioni (suo padre, archeologo, si è trasferito con la famiglia in Sudan), in USA 3 scienzati curano l’anemia con il fegato crudo, ma non sanno perché funziona. Il mistero rimane per 20 anni, fino a quando cioè Dorothy, ormai adulta, si è trasferita a Oxford e ha abbandonato l’archeologia per dedicarsi solo alla chimica: grazie agli esperimenti fatti da ragazzina sui reperti del passato, è ormai abile in cristallografia. Le inviano, perché la studi, una molecola di fegato animale. Dorothy la isola: è la vitamina B12 o cobalamina. È una scoperta straordinaria, il corpo umano ha bisogno di cobalamina ma non la produce. Ora, grazie a Dorothy si può sintetizzare per curare le malattie: per questo, nel ’64 prende il Nobel.


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18 giugno 1983
Sally Kristen Ride

Un annuncio sul giornale: la Nasa cerca astronauti. Sally Kristen Ride lo legge e partecipa. Per la prima volta nel programma spaziale americano sono ammesse donne. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Stati Uniti e Russia hanno provato a contendersi non solo il pianeta, ma anche lo spazio, almeno simbolicamente. La Russia ha già mandato in orbita 2 donne, adesso tocca agli Stati Uniti. Su oltre 8000 partecipanti, Sally è una delle 6 donne che vengono scelte per l’addestramento e l’unica, fra queste, che il 18 giugno 1983 vola nello spazio per guidare un braccio robotico. «Non sono venuta alla Nasa per fare la Storia», ha detto una volta. Ma con la sua audacia è stata di esempio per tante ragazze. Dopo la carriera da astronauta, ha aiutato tante giovani, con programmi di studio e libri, ad avvicinarsi alla scienza.

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21 giugno 1963
Liz Taylor

In “Torna a casa, Lassie” c’è il cane più famoso del cinema. Ma c’è anche un’altra star che ancora nessuno conosce, una bambina di 9 anni di nome Liz Taylor. A differenza di altri bimbi prodigio che non continuano a fare gli attori, Liz ottiene ruoli da adulta, apprezzati dalla critica, già a 16 anni. A 29 anni, interpretando Cleopatra, è l’attrice più pagata di Hollywood tanto da eguagliare o superare molti colleghi uomini. Durante le riprese perde quasi la vita per la polmonite ma incontra Richard Burton, per 2 volte suo marito. Quando il film esce, il 12 giugno ’63, Liz, con gli occhi viola, le pettinature iconiche, gli abiti dorati, è ormai molto più di un’attrice o una donna – è un mito, un modello, un sogno proibito, dea in terra come la Cleopatra che ha interpretato.

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18 maggio 1953
Jacqueline Cochran


Una parrucchiera che diventa pilota: nemmeno a Hollywood avrebbero potuto scrivere una favola così. Eppure Hollywood c’entra. Jacqueline Cochran viene dalla provincia, ha studiato da infermiera, ma quando si trasferisce a New York lavora da parrucchiera, si diverte a creare prodotti cosmetici. Nel negozio conosce Floyd Bostwick Odlum, capo di una delle major di Hollywood e di una compagnia aerea. Si innamora di lei e la aiuta a realizzare il suo sogno da film: in 3 settimane Jacqueline prende il brevetto da pilota. Durante la guerra, presta servizio nell’aviazione, guadagnando una medaglia. Ma è il 18 maggio del ’53 che si supera: è la prima donna a oltrepassare il muro del suono. Dopo vengono altri record, mentre continua a fare prodotti cosmetici che chiama “Wings to beauty”: ne stabilirà un numero imprecisato, si dice più di 130.

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17 maggio 1951
Oriana Fallaci


«Gentile Signorina, i Suoi pezzi brevi vanno molto bene; vorrei ora tentare qualche pezzo lungo». A scriverlo è il direttore de «L’Europeo» a una ragazza di 22 anni il cui nome ancora nessuno conosce: Oriana Fallaci. Da quando è piccola ha un solo obiettivo: diventare scrittore (e non “scrittrice”). La sua famiglia è modesta, ma compra libri a rate, a scuola va bene, ma il punto di vista dei suoi temi mette in crisi i professori; alla maturità c’è chi vorrebbe bocciarla e chi darle 10. Dopo inizia a collaborare con giornali locali e in redazione, ma lei non vuole stare in ufficio, lontana dalle storie, e aspira a giornali nazionali: così si propone a «L’Europeo». La lettera che riceve dal direttore è l’inizio della sua carriera – la porterà a essere uno dei giornalisti e scrittori più famosi al mondo.

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5 maggio 1921
Coco Chanel

La storia di Coco Chanel è la storia di una donna che non aveva niente – povera e cresciuta dalle suore – e si è presa tutto partendo da ciò che sapeva fare: vestiti. In convento impara a cucire le linee essenziali degli abiti. Più avanti ruba lo stile dei marinai. Grazie all’aiuto dei suoi compagni apre i primi negozi, che gestisce con successo entrando nell’immaginario del proprio tempo. Ma non le basta: vuole restare nella memoria. Perché chi è nato povero cerca per tutta la vita di riprendersi ciò che non ha avuto. Chiede a un profumiere di sperimentare una fragranza: sceglie la quinta tra le sue proposte. È il 1921, lo chiama Chanel n. 5 e, siccome il 5 le porta fortuna, lo lancia il 5 maggio. Le mode passano, i profumi restano: proprio come lei.

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1° maggio 1967
Priscilla Beaulieu


Il matrimonio con Elvis, il 1° maggio 1967, fa entrare una ragazza comune, Priscilla Beaulieu, nella Storia. I genitori erano contrari all’unione: mai fidarsi di una rockstar. Forse avevano ragione: viaggi, eccessi, donne, paranoie, ossessione per le armi. Priscilla prova a tirarlo fuori dal malessere, ma Elvis è innescato per distruggersi. Dopo 5 anni si lasciano. Anche se dolorosa, è la scelta più importante della sua vita, la scelta di una donna qualsiasi: salvare se stessa e la figlia che ha avuto con Elvis. Da ragazza comune è entrata nella Storia, da donna comune ne esce. Nel ’74, dal palco, Elvis le dedica Always on my mind: «Se ti ho fatta sentire una seconda scelta mi spiace, ero cieco». Nel ’77, consumato da se stesso, Elvis muore a 42 anni.

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22 aprile 1868
Regina Margherita di Savoia


La prima regina d’Italia, Margherita di Savoia, ha 17 anni quando sposa il cugino Umberto, che non la ama ma la sceglie per ragioni politiche. È il 22 aprile 1868, l’Italia è unita da 7 anni, «ora bisogna fare gli italiani». C’è bisogno di sovrani popolari e i coniugi da Torino vanno a vivere a Napoli, la città più scettica verso l’Unità. Margherita non fa breccia nel re, ma vuole conquistare gli italiani. Esce a carrozza scoperta, porta il neonato Vittorio Emanuele al mercato, mangia il pollo con le mani, esibisce la sua passione per auto e alpinismo. L’affetto non tarda ad arrivare ed è così forte da coprire mosse politiche non sempre popolari. Alla fine proprio Napoli le rende omaggio con un bene umile che supererà decenni e confini: la pizza Margherita.

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14 aprile 1980

Meryl Streep

«Sei troppo brutta». Meryl Streep ha 25 anni e ha appena fatto il provino per il film King Kong, prodotto da De Laurentis. Come tutte le attrici fa decine di provini, molti non vanno. Fa un respiro, raccoglie le forze e risponde: «Mi dispiace, ma sei solo un parere in un mare di altri migliaia di pareri». Esce, va a prendere la metro e si fa scattare una foto sorridente, nonostante tutto. «Avrei potuto buttarmi giù ma non l’ho fatto» dirà poi. Passano 4 anni, è il 1979, Meryl viene scelta per Kramer contro Kramer. L’anno dopo, il 14 aprile, il film è candidato agli Oscar. Subito dopo la celebre frase «and the Oscar goes to…», il nome che viene pronunciato è il suo: Meryl Streep. Quella e le altre 2 volte in cui ha vinto l’Oscar, così come le 21 in cui è stata candidata, Meryl ha ripensato a quella foto.

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11 aprile 1961
Hannah Arendt


Adolf Eichmann ha l’aspetto di un contabile eppure ha organizzato i bestiali trasporti degli ebrei nei campi di sterminio, facendone morire molti già durante il viaggio. La filosofa Hannah Arendt lo vede per la prima volta l’11 aprile 1961, quando inizia il processo contro di lui. La Arendt conosce bene il nazismo e l’odio contro gli ebrei, essendo lei stessa ebrea. Non ha potuto insegnare per le leggi razziali e ha dovuto trasferirsi prima in Francia, dove ha aiutato altri ebrei, poi negli Usa. Da subito la Arendt rimane colpita da Eichmann e più lo guarda, nei giorni successivi, più lo ascolta, più arriva a capire che il male è banale e medicore. Non ha niente a che vedere con i cattivi spietati dei film. Sviluppando questo concetto, scrive il libro La banalità del male, uno dei punti di riferimento del pensiero del ’900.

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4 aprile 1968
Coretta Scott King

«Mi sono abituata a tutto, ma non mi abituerò mai alla costante vicinanza alla morte». Lo dice Coretta Scott King nel film “Selma”, dove si racconta la lotta pacifica per i diritti dei neri negli Usa. Siamo negli anni ’60, Coretta è sposata e ha 4 figli con Martin Luther King, la guida morale dei neri, odiato dall’America razzista. Lo spiano, lo minacciano. Il 4 aprile ’68 Martin viene ucciso da un cecchino in un motel. Coretta può scegliere, smettere di vivere con la paura. Invece fonda un centro per la non violenza e continua a occuparsi di diritti civili, fa marce, viene arrestata. Non ci si abitua alla morte, ma a conviverci sì, per un sogno: «Che i miei 4 figli vivano in una Nazione in cui non siano giudicati per il colore della pelle, ma per ciò che hanno dentro». Il sogno di suo marito.

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27 marzo 2005

Shonda Rhimes


«Se nessuno guarderà questa serie, va bene, andremo a pubblicizzarla per strada con la macchina». È il 27 marzo del 2005. Shonda Rhimes ha 35 anni, ha appena scritto l’ultimo episodio della serie Grey’s Anatomy e quella sera va in onda la prima puntata. Per arrivare a essere showrunner, ovvero una creatrice di serie tv, ha fatto qualunque lavoro, ma in Grey’s Anatomy, anche se è soltanto il suo primo show, ci crede con fermezza: «l’ho scritto come se stessi scrivendo il mio diario» confessa all’amico Neil Landau in un’intervista. Sono passati 13 anni, Shonda è finita fra le 100 persone più influenti al mondo secondo il “Time”, ha 3 figli, più di 800 persone che lavorano per rendere realtà le parole che scrive e, ancora oggi, noi guardiamo il suo diario privato.


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23 marzo 1903

Lizzie Magie

Tutto inizia con un libro: Progresso e povertà di Henry George. Lizzie Magie lo legge grazie a suo padre e le cambia la visione del mondo, prende consapevolezza sulle disuguaglianze sociali. Per diffondere queste teorie, in cui crede fermamente, inventa un gioco da tavolo: The Landlord’s Game. Deposita il brevetto il 23 marzo 1903. Il gioco ha successo fra gli universitari che, però, cambiano le regole più vicine all’anticapitalismo e gli danno un altro nome: Monopoly. In questa versione, un uomo di nome Charles Darrow se ne appropria e lo propone alla Parker Bros, che lo pubblica nel ’35, liquidando Lizzie Magie con 500 $ e l’illusione che avrebbero usato le sue regole. Ma Lizzie sparisce fra gli inventori del gioco. Il suo nome viene fuori solo negli anni ’70 e dal prossimo autunno si potrà comprare in versione originale con le sue regole.

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12 marzo 1912

Juliette Gordon-Low


Il 12 marzo 1912 la cugina di Juliette Gordon-Low riceve questa telefonata: «Ho fra le mani qualcosa per le ragazze di Savannah, e di tutta l’America, e di tutto il mondo, e stiamo per farla partire stanotte!». Juliette viene da una ricca famiglia americana, ma ne ha passati di guai: due incidenti che l’hanno resa sorda, un divorzio non voluto. Nel 1911 incontra però Sir Robert Baden-Powell, il fondatore degli scout, colui che la sua vita e quella dei suoi ragazzi l’ha costruita attorno alla frase: «butta il cuore oltre l’ostacolo». Juliette raccoglie la sfida, e quella sera raccoglie 18 ragazze di ogni etnia per fondare la prima divisione scout al femminile. Nel 1927, quando Juliette muore, le ragazze sono più di 90000 nel mondo.

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6 marzo 1967

Svetlana Iosifovna Stalina


Svetlana Iosifovna Stalina non vede praticamente mai suo padre, Iosif Stalin, e quando, per la prima volta, si innamora, il suo amato, un regista ebreo, sparisce. Stalin lo interna in un gulag in Siberia. Svetlana si sente colpevole. Suo padre influenza la sua vita anche dopo la morte, nel ’53: a prendere le decisioni per lei adesso è il partito comunista. Nel ’65 vorrebbe sposarsi con un ragazzo indiano, ma il partito lo impedisce. Il 6 marzo ’67 decide di compiere l’atto rivoluzionario supremo: tradisce l’URSS e chiede asilo all’ambasciata americana di Nuova Dehli. Si trasferisce a New York e pubblica il libro 20 lettere a un amico, in cui denuncia il padre e il governo sovietico. Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli: questa è la lezione della sua vita.


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1 marzo 1963

Mariele Ventre

Maria Rachele Ventre, detta poi solo Mariele, sembra nata per fare la concertista. Suo padre è forse un lucano silenzioso, ma riempie la casa di musica. Col pianoforte Mariele ci sa fare, a 21 anni esce da uno dei conservatori più prestigiosi d’Italia: il Verdi di Milano. Potrebbe avere successo, ma, qualche anno prima, da catechista, ha iniziato a frequentare il convento S. Antonio di Bologna. Quei bambini le sembrano più importanti del successo. Nel ’61 le chiedono di collaborare con lo Zecchino d’Oro, un programma tv per bambini ideato da Cino Tortorella. La sua passione per la musica e per l’insegnamento possono fondersi: il 1 marzo ’63 fonda il Piccolo Coro dell’Antoniano. Mariele ha avuto comunque successo, ma in altro modo. Come a un grande musicista, a lei sono dedicate statue e intitolate scuole e piazze.

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10 febbraio 2006

Wangari Maathai

Fra le 7 celebri donne che portano la bandiera olimpica a Torino c’è una donna africana che si chiama Wangari Maathai e che di mestiere pianta alberi, convinta che così si cambi il mondo. In Kenya, il paese da cui proviene, a occuparsi della terra sono soprattutto le donne. Ma entrambe sono maltrattate, viste come una risorsa da sfruttare. Wangari, che ha studiato – è stata una delle poche donne africane negli anni ’60 ad andare all’università – ha capito che, se vuole salvare la sua terra, deve rendere protagoniste le donne: insieme a loro inizia un’opera di rimboschimento per evitare l’erosione del terreno. Dal primo albero, nel giro di qualche anno, diventano milioni. «Pensa globalmente, agisce localmente» hanno detto di lei alla cerimonia del Nobel per la Pace.

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29 gennaio 2003

Daniela Iraschko-Stolz

Daniela Iraschko-Stolz è una ragazza austriaca di 34 anni, con gli occhi azzurri e un fossetta sul mento. Ha passato più tempo con gli sci che con le scarpe. L’ha fatto per una ragione precisa: «Spero per il futuro che la gente possa vedere lo sport come un’opportunità per cambiare le cose». Per esempio, il modo di pensare sui limiti delle donne. Il 29 gennaio 2003, a Kulm, in Austria, quando aveva 20 anni, ha stabilito il record di salto con gli sci per una donna: 200 metri. Ma anche cambiare il modo di pensare sulla libertà di amare: qualche anno fa si è sposata con una ragazza, ne ha preso il cognome e nel 2014 ha partecipato alle Olimpiadi di Sochi sfidando la Russia omofoba di Putin. «Ho lottato molto nella mia vita, per il mio sport e per il mio amore».

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22 gennaio 1992

Roberta Bondar

Quante volte da bambini ci hanno chiesto «che vuoi fare da grande?» e noi abbiamo risposto, convintissimi: «l’astronauta». Gli adulti ci hanno dato una pacca sulla spalla, accompagnandola con un «certo, certo». Oggi gli adulti siamo diventati noi. Roberta Bondar è come se non fosse mai diventata adulta: «a 8 anni essere un’astronauta era la cosa più eccitante che potessi immaginare». Per arrivare a esserlo, ha fatto un percorso insolito: è diventata neurologo e ha studiato come il cervello si adatti ad ambienti difficili, tra questi lo spazio. Il 22 gennaio ’92 Roberta è la prima donna canadese a volare nello spazio, chiamata a partecipare a un laboratorio in cui sperimentare le sue ricerche. Resta in volo 8 giorni, 1 ora, 15 minuti e 43 secondi. Da bambini sembrano un’infinità.

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6 gennaio 1907

Maria Montessori

Quando l’uomo che ama e da cui ha avuto un figlio sposa un’altra donna, Maria Montessori decide di vestirsi sempre di nero, come fosse a lutto. Il figlio lo ha partorito di nascosto e affidato a un’altra famiglia. Quel figlio perduto, frutto di un amore irrealizzabile, diventa la molla per occuparsi dei bambini degli altri: si è specializzata in neuropsichiatria infantile e da anni studia un metodo di educazione alternativo, per recuperare bambini disagiati, ma finora non ha avuto modo di sperimentarlo. Il 6 gennaio 1907, con l’aiuto di un banchiere, riesce ad aprire a Roma la Casa dei bambini. Ne seguono altre nel mondo, la sua vera casa: «Vivo in cielo, il mio paese è una stella che gira attorno al sole e che si chiama terra».


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4 gennaio 1937

Wallis Simpson

Dal 1927 la rivista americana “Time” decide di dedicare la prima copertina di gennaio all’«uomo dell’anno», quello che più di tutti, nel bene e nel male, ha influenzato il mondo. A sconvolgere il ’36 è stata però una donna: Wallis Simpson, 40 anni, americana, 2 matrimoni alle spalle. Ha fatto perdere la testa al futuro re d’Inghilterra, Edoardo VIII, ma non possono sposarsi: con la sua storia, Wallis non può entrare nella famiglia reale. Alla morte del padre, Edoardo deve scegliere: o Wallis o la corona. Mette in crisi la costituzione, abdica in favore del fratello e, a sorpresa, sceglie Wallis. Il 4 gennaio 1937 Wallis è in copertina sul “Time”: è la prima volta per una donna. Bisogna aspettare il ’52 perché succeda di nuovo – per uno scherzo del destino sarà dedicata alla regina Elisabetta.

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31 dicembre 1946

Eleanor Roosevelt

Cosa può fare una First Lady? Sorridere, scegliere bei vestiti, venire bene in foto. Eleanor Roosevelt è una ex-First Lady: suo marito, Franklin Delano, è morto nel ’45 – le sigarette, l’angoscia di aver impegnato gli Stati Uniti in guerra. Eleanor non era una First Lady che sorrideva e basta nemmeno quando suo marito era vivo: si impegnava per i diritti dei neri e delle donne. Il 31 dicembre 1946 ha l’opportunità e il potere di cambiare davvero il corso delle cose, a livello mondiale: diventa delegato degli USA all’Assemblea delle Nazioni Uniti e la prima presidente della neonata Commissione per i Diritti Umani. Il primo passo è la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: scriverla è il coronamento di una vita dedicata alla costruzione di un mondo egualitario. Nelle foto di quei giorni sorride. Molto.

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15 dicembre 1939

Vivien Leigh

Sul manifesto di Via col vento c’è la famosa scena dell’incendio di Atlanta: Rossella O’Hara ha un cappuccio e non è riconoscibile. Il 10 dicembre ’38 questa scena è già stata girata, la produzione del film è iniziata, ma la protagonista non è stata ancora scelta, dopo 1400 provini. Vivien Leigh è un’attrice inglese di 25 anni, vive a Londra con il regista Laurence Olivier. Quando lo accompagna a Los Angeles per lavoro, conosce il fratello del produttore di Via col vento. La vede, Rossella è lei. Qualche giorno dopo è sul set e ci starà per mesi. La prima del film è il 15 dicembre ’39 – un evento di dimensioni inimmaginabili: Atlanta è invasa da 1 milione di persone, viene dichiarata festa cittadina per 3 giorni. Vivien vince l’Oscar, nell’immaginario collettivo sarà per sempre Rossella.

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4 dicembre 1926

Agatha Christie

Il 4 dicembre 1926 la scrittrice Agatha Christie sparisce. La sua macchina viene trovata vicino a un fosso. Partono le ricerche, i giornali diffondono la notizia. È in crisi da tempo – dicono: i suoi genitori sono morti, suo marito si è innamorato di un’altra, e con la scrittura, che era l’altrove in cui rifugiarsi, è bloccata. Non è più lei – dicono. Si pensa al suicidio. Invece, qualche giorno dopo, Agatha torna, come se niente fosse successo: vuole viaggiare e scrivere. Parte sull’Orient Express. Lì le viene l’idea per il suo romanzo più famoso, lì conosce un archeologo che diventa il suo secondo marito. Agatha non ha mai raccontato cosa sia successo in quei giorni, ma in un romanzo ha detto che, per tornare a essere se stessi, a volte bisogna smettere di esserlo, almeno per un po’.

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25 novembre 1960

Las Mariposas

Si fanno chiamare Las Mariposas, le farfalle. Il loro vero nome è Mirabal. Sono 3 sorelle, hanno tra i 25 e i 35 anni e odiano Rafael Trujillo, che da 30 anni governa la Repubblica Dominicana con violenza. Trujillo ha confiscato i beni alla loro famiglia e ha più volte mandato il padre in carcere. Per 10 anni cospirano nell’ombra. Ma nel 1960 decidono di creare una struttura organizzata, il Movimento del 14 giugno, che si diffonde in tutta la nazione. Trujillo prima le arresta, poi concede i domiciliari. È solo una trappola: il 25 novembre le sorelle vengono uccise simulando un incidente. L’indignazione popolare porta all’assassinio di Trujillo, l’anno dopo. La data della loro morte ha ispirato la Giornata contro la violenza sulle donne.

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21 novembre 1934

Ella Fitzgerald


Le Amateur nights all’Apollo Theater di New York assomigliano alla nostra “Corrida”: Ella Fitzgerald, 17 anni, un passato in riformatorio per aver fatto da staffetta agli scommettitori clandestini, ha l’occasione di esibirsi davanti a un pubblico abituato a sentire di tutto. Sale sul palco, pronta a cantare e a ballare, ma la accolgono fischi: decide di non ballare e canta una canzone diversa rispetto a quella prevista. Il pubblico si zittisce, il sassofonista che la accompagna rimane impressionato – quella stessa sera la presenta ad altri musicisti jazz. In poche settimane viene ingaggiata dalla band di Chick Webb. È l’inizio della carriera. Seguono collaborazioni con Sinatra, Duke Ellington, Nate King Cole, album da solista, 13 Grammy Award e 40 milioni di dischi venduti.

IPA
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14 novembre 1889

Nellie Bly


Elizabeth Cochran ha 9 anni e legge su un giornale di Pittsburgh, dove vive, che tutto quello che una brava ragazza deve fare è stare in casa. Scrive al direttore, arrabbiatissima. Il direttore, impressionato, le offre una rubrica. Elizabeth diventa Nellie Bly: è il nome che sceglie per firmarsi. Scrive di tutto, ma ciò che preferisce è andare a vedere con i suoi occhi. Si trasferisce a New York e, in incognito, si ricovera in un istituto psichiatrico. Ma l’America non le basta: vuole vedere il mondo. Contro il parere dell’editore del nuovo giornale («le donne non possono viaggiare sole e si portano troppi bagagli»), il 14 novembre 1889 parte per il giro del mondo con 2 zaini: vuole metterci 80 giorni come nel libro di Verne, che, per altro, incontra a Parigi. Torna dopo 72 giorni, è ormai una celebrità.

Mida
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30 ottobre 1943

Giulietta Masina


30 ottobre ’93: Giulietta Masina e Federico Fellini, 50 anni di matrimonio. Il giorno dopo Fellini viene colto da malore. Si trascina alla porta per lasciare un biglietto: «Giulietta, non entrare sola». È l’ultima attenzione di un marito che l’ha tradita e amata. Lei attrice, lui regista si conoscono alla radio e, dopo un anno, il 30 ottobre ’43, si sposano. Una cerimonia modesta, da tempi di guerra: dopo, vanno a teatro a vedere Sordi, che li omaggia dal palco. Da quel momento, lavorano spesso insieme. Con La strada e Le notti di Cabiria vincono l’Oscar come miglior film straniero. Giulietta degli spiriti, del ’65, è un film costruito per lei. L’Oscar alla carriera del ’93 Fellini lo dedica a Giulietta, «but please, stop crying». Senza Fellini, Giulietta resiste pochi mesi, muore nel ’94.

Ansa
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13 ottobre 1945

Evita Perón


Evita è soltanto un’attrice, ma l’uomo che ama, Juan Perón, è da poco ministro in Argentina. Il 13 ottobre 1945 viene arrestato per conflitti interni al governo e deportato su un’isola. Ma dopo pochi giorni, a seguito di una sollevazione popolare, Perón viene liberato. Appena tornato, sposa Evita. Poco più di un mese dopo, insieme, affrontano la campagna elettorale per la presidenza e la vincono. Evita diventa una figura politica importantissima, viene definita per legge «il capo spirituale dell’Argentina». Anche se suo marito di fatto instaura una dittatura, Evita è amatissima e si batte per i diritti dei più poveri e delle donne, che, grazie a lei, nel 1947 ottengono il diritto di voto.

IPA
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7 ottobre 2006

Anna Politkovskaja


Il 7 ottobre 2006 è il 54esimo compleanno di Putin. Quello stesso giorno, la giornalista russa Anna Politkovskaja viene assassinata nell’ascensore del suo palazzo. In oltre 2000 articoli e diversi libri, Anna ha raccontato i crimini dei russi nella guerra in Cecenia, la corruzione dello stato e ha criticato il modo in cui Putin ha gestito la liberazione delle oltre 800 persone sequestrate nel 2002 dai terroristi ceceni nel teatro Dubrovka a Mosca. Per Putin, «i suoi articoli sono stati insignificanti nella politica russa», ma al suo funerale, il 10 ottobre, hanno partecipato migliaia di persone e, per 40 giorni, i suoi lettori hanno portato fiori e candele davanti a casa sua. Non tutte le sue parole sono state insignificanti.

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29 settembre 1964

Mafalda


«Non sono spettinata… I miei capelli hanno libertà di espressione!». Ecco, Mafalda è un po’ questo: una bambina ribelle di 6 anni col sogno di un mondo migliore. Creata dal fumettista Quino, appare per la prima volta su una rivista il 29 settembre ’64. In Italia arriva in piena contestazione e diventa il simbolo della rivolta giovanile. Per anni Mafalda, ha battute sagaci e amare sul consumismo, il lavoro alienante, la guerra fredda e qualunque altra cosa ci porti verso la violenza e l’autodistruzione. «Fermate il mondo… voglio scendere!» è una delle sue frasi famose. Il mondo purtroppo non si è fermato, nemmeno Mafalda ci è riuscita, ma forse un pochetto migliore, con le sue battute, è diventato.


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27 settembre 1962

Rachel Carson


Negli anni ’60 la primavera è silenziosa: l’uso dei pesticidi ha fatto sparire gli uccelli canori. Rachel Carson ama la natura da quando era bambina, così come la scrittura. Studia biologia e scrive articoli scientifici, ma anche testi di prosa che esaltano la natura. Il 27 settembre ’62 esce il suo quarto libro, “Primavera silenziosa“, in cui descrive, con sguardo lirico e prove scientifiche, gli effetti dei pesticidi. È la prima volta che se ne parla, le aziende che producono DDT si scagliano contro di lei, anche a livello personale. Ma il libro diventa il manifesto del movimento ambientalista e apre a una nuova consapevolezza.


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20 settembre 1966

Lina Merlin

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso». Lina Merlin ha partecipato ai lavori della Costituzione: lei ha voluto che si inserissero queste parole nel testo. Le parole sono importanti, cambiano il modo di pensare, ma dopo il pensiero devono arrivare i fatti. Da senatrice della Repubblica, si batte perché vengono dismessi i luoghi che più di tutti offendono la dignità femminile: le case di prostituzione. Il 20 febbraio 1958 la legge che ha promosso, e che porta il suo nome, viene finalmente promulgata, ma è solo nella notte fra il 19 e il 20 settembre che diventa realtà. Quella notte le vite della Merlin e di moltissime donne si intrecciano, e cambiano.

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