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Gaura: un fiore per tutti

Una pianta facile da coltivare, rustica e fiorita, dalla primavera ai primi freddi. Cosa volere di più?

La gaura, Gaura lindheimeri o Œnothera lindheimeri, è una pianta davvero democratica e di sicuro tra le più facili da coltivare: ‘dove la metti sta’, adattandosi a, quasi, ogni tipo di suolo, esposizione, compagnia e luogo. Non ancora facilissima da reperire nei vivai in Italia, sta però conquistando terreno grazie alle sue qualità e anche per il costo decisamente basso delle giovani piante, soprattutto se rapportato all’alta resa estetica e alla sua durata. Ma cominciamo dal principio, conoscendola bene per poterla coltivare ancora meglio.

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Gaura fucsia in piena fioritura

Le origini della gaura

Originaria del continente americano, più precisamente le praterie assolate e aride tra il nord del Messico e il Texas, si è diffusa praticamente ovunque proprio grazie alla sua adattabilità. È una specie erbacea, perenne, ma in inverno va potata ed entra in riposo vegetativo. Arbustiva, forma dei cespugli fitti che possono arrivare fino al metro di altezza, rifiorente, fiorisce ininterrottamente tra i 5 e i 7 mesi all’anno, in base alla sua ubicazione, e necessita di poche cure. La si può piantare, o seminare, e una volta attecchita ci si può pure dimenticare di lei, con qualche accortezza in più se la si ospita in un vaso e non in piena terra.

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Perfetta come bordura, meglio se protetta da un muro

I fiori di gaura

I suoi fiori sono piccoli, ‘ballerini’, simili a minuscole orchidee e vanno dal bianco al fucsia passando per tutta la gamma dei rosa. La gaura ha bisogno di una esposizione soleggiata anche se sopporta la mezz’ombra, nonostante in questa circostanza protesti un pochino, fiorendo di meno.

Gaura in tonalità rosa pallido

D’inverno e d’estate

È una pianta che si adatta facilmente ai climi rigidi, tollera anche il sottozero, eventualmente perdendo la parte aerea che poi ricaccia alla fine del grande freddo. Ma è adatta anche e soprattutto alle estati torride e aride del mediterraneo più assolato, eventualmente diradando la sua fioritura nelle settimane più calde. Per altro non si ammala davvero mai: né afidi, né attacchi fungini, né altro. È sana e bella, ma soprattutto indipendente.

Gaura: come curarla

Sono solo due le accortezze per coltivare una gaura felice, da rispettare soprattutto se mantenuta in vaso.

1) L’acqua

Metterla a dimora in un terreno sciolto, eventualmente mescolato con della sabbia se molto argilloso, e predisporre un drenante, tipo argilla espansa, reperibile nei vivai, nello strato più profondo del contenitore scelto. Non usare mai il sottovaso, perché la gaura, se proprio vogliamo trovarle un difetto, non sopporta la troppa acqua. Intendiamoci sulle dosi, però, per non ucciderla né per troppo amore ma nemmeno per incuria. Se messa a dimora in pieno campo, può vivere senza bisogno di esser innaffiata. Se invece viene riposta in vaso, meglio sceglierne uno piuttosto profondo, visto la conformazione allungata delle radici, occorre annaffiarla di tanto in tanto, ma solo quando la terra è secca, non prima, per evitare marciumi radicali.

2) La potatura

Ricordarsi di potarla ai primi freddi, quando smetterà completamente di fiorire: con cesoie ben affilate e sterilizzate, il metodo più semplice è pulire le lame con alcol puro, fare un taglio netto a circa una spanna da terra. Questo accorgimento permetterà alla pianta di crescere folta e compatta la primavera successiva.

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Gaura in angolo roccioso

Come si propaga

Anche in questo, fa tutto da sola. Si risemina spontaneamente e molto facilmente. Inoltre, se messa a dimora in piena terra, alla fine dell’inverno compariranno diverse piantine che saranno già pronte a fiorire nello stesso anno. È pertanto piuttosto facile seminarla all’inizio della primavera, raccogliendo durante i precedenti mesi di fioritura i piccoli baccelli allungati, contenenti semi minuscoli, che si formano dopo i fiori.

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Bouquet campagnolo con gaura, fiori di trifoglio e margherite

Pillola verde

Se non vi siete ancora innamorati di questa pianta ‘bella e possibile’, adatta a tutte le sfumature di pollice verde, ecco un’altra sua invidiabile dote: ‘tiene bene il vaso’, così dicono i fioristi in linguaggio tecnico, cioè si presta ad esser recisa e si mantiene fresca in acqua per alcuni giorni. In questo modo si avranno bouquet dal look spontaneo e campagnolo con portamento slanciato e leggero per tutta la bella stagione.

Mazzo di gaura fucsia

Curiosità

Gaura è l’appellativo comune della Œnothera lindheimeri. Il nome della specie, lindheimeri, è stato attribuito in onore del botanico tedesco Ferdinand Jacob Lindheimer (1801-1879), che visse in America studiando, classificando e collezionando questa pianta. Infatti i nomi botanici delle piante prendono spesso spunto da esploratori, botanici, collezionisti o semplici amatori. Ma anche da persone che hanno ‘sponsorizzato’ la loro scoperta e identificazione attraverso i lunghi ed avventurosi viaggi dei ‘cacciatori di piante’, specie nell’Europa ottocentesca.

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