matrimonio e tradimento

La verità? La maggior parte dei matrimoni si regge sul tradimento

«L’infedeltà è diventata l’ospite fisso nel salotto delle coppie sposate» dice la psicologa Maria Rita Parsi. Perché la reazione all’adulterio non è più quella di una volta. Oggi si fa finta di non vedere. Si tollera. Si giustifica. Anzi, lo si usa per rinsaldare il rapporto

Questo non è un pezzo adatto agli inguaribili romantici, a quelli ultraconvinti che l’amore sia per sempre.

O meglio: per sempre potrebbe anche essere, ma con abbondanti pause sabbatiche per prendersi qualche vacanza erotica, tutto sesso e passione. 

A gettare alle ortiche le lenti rosa ci pensa la psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «Posso dirlo con certezza: dopo anni di esperienza con la fondazione Movimento Bambino, con la linea di ascolto Telefono Genitori, ho sentito migliaia di storie.

Queste persone chiamano, parlano dei problemi dei figli, ma poi passano al loro rapporto di coppia. Su 10 telefonate, otto riguardano il tradimento. Quattro coinvolgono gli uomini, il resto le donne. Sarò provocatoria, ma ormai il matrimonio si basa sull’infedeltà».

Come contraddirla? Anzitutto di esempi vip ce ne sono a vagonate.

Se Maria Shriver, la moglie di Arnold Schwarzenegger, dopo anni passati a sopportare le intemperanze ormonali del consorte (ribattezzato “inseminator”), ha detto basta, è solo perché è saltato fuori un figlio del peccato, avuto con la tata dei figli legittimi.

Mentre la signora Strauss-Kahn, la potentissima (e ricchissima) giornalista francese Anne Sinclair, quando la sua “dolce” metà, direttore del Fondo monetario internazionale e infedele seriale, è stata accusata di stupro di una cameriera, è corsa al suo fianco, prima in carcere, poi in tribunale e infine agli arresti domiciliari. Anche se, secondo i giornali di gossip francesi, sarebbe “stanca e ferita”, tanto che potrebbe, a processo finito, lasciarlo (intanto, ha scelto di portare la fede solo alle udienze).

Se guardiamo cosa succede alle persone normali, il risultato non cambia. Una ricerca dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani ha rivelato che il 55 per cento dei mariti e il 45 delle mogli ha tradito almeno una volta.

Dottoressa Parsi, che cosa sta succedendo?

«Il meccanismo è semplice: il sì non è un deterrente, anzi, sembra essere il detonatore di infuocate stagioni di caccia. Le coppie che ci telefonano raccontano una fitta trama di tradimenti sulla quale si mantiene la struttura famigliare. E ci sono casi, tanti, in cui l’uomo aveva una relazione prima del matrimonio e l’ha mantenuta pure dopo».

E queste mogli sono contente della situazione?

«Sono realiste. Perché non è solo lui a prendersi delle soddisfazioni fuori casa. Anche lei si adegua, anche se è rarissimo che sia la prima a cominciare. Si sente autorizzata a cercare altrove solo dopo aver scoperto che il marito si è già servito. E dirò di più».

Che cosa?

«Che gli uomini spesso si fanno anche due famiglie, e se non vengono scoperti, continuano come se nulla fosse a vivere una doppia vita. Altro che i musulmani!

Le donne invece hanno un altro approccio: loro sono alla ricerca di storie passionali, di grandi sentimenti, emozioni, e se restano incinte, il bimbo viene attribuito al marito, non all’amante.

E comunque solo una su dieci lascia la famiglia per questi par tner trasgressivi. L’unico rischio in questa girandola di tradimenti è quando si incontra un partner occasionale più “forte” del partner fisso. In questo caso la coppia scoppia e si arriva alla separazione, ma anche alla formazione di una nuova coppia. Che prima o poi ricomincerà la girandola».

Qual è il motivo che spinge al tradimento?

«In genere si cerca la compensazione di una sessualità non appagante. Di solito gli uomini sposati esplorano territori diversi, vanno a escort, danno appuntamenti al buio, vanno in Internet. Le donne, invece, non cercano il fast food maschile. Per loro non è solo attività aerobica: hanno bisogno del corteggiamento, delle parole, delle coccole».

Quindi dalla coppia aperta degli anni Settanta siamo passati al matrimonio aperto degli anni 2000?

«È una buona sintesi. Attenzione però: il tradimento è sempre esistito. Ma ora è giusto smetterla di essere ipocriti, bacchettoni e far finta di non vedere, di non sapere. Ammettiamolo una buona volta: moltissimi coniugi trovano il loro equilibrio nell’infedeltà».

Sui siti dedicati agli infedeli seriali si sostiene addirittura che il tradimento è la terapia migliore per la coppia.

«Perché chi è infedele ha come reazione anche la volontà di recuperare il rapporto matrimoniale. I motivi sono tanti: chi tradisce normalmente diventa più vitale e allora il partner reagisce, magari diventa geloso, si innescano nuove dinamiche nella coppia che danno un’energia prima spenta. E poi ci sono gli interessi comuni, a partire dai figli da crescere. E li si vuole crescere insieme».

La femminista americana Pamela Haag nel saggio “Marriage confidential” teorizza che il tradimento è la strada maestra del matrimonio. E rileva che negli Usa sono raddoppiati i club per scambisti, che tra Internet e sms, è un vortice di infedeltà.

«Sugli scambisti ne ho sentite di tutti i colori anche in Italia. E ovviamente le nuove tecnologie sono uno strumento ideale per tradire anche a distanza: è la globalizzazione del tradimento.

Ci si sente meno “peccatori”, come quel deputato americano, Anthony Weiner, beccato a spedire via Twitter o Facebook foto hot a diverse donne. Lui si è scusato dicendo che non aveva mai consumato. Ma che ragionamento è questo? Da persona totalmente priva di senso di responsabilità».

Come mai anche donne autonome e di grande spessore, come Hillary Clinton, di fronte ai tradimenti non chiedono il divorzio e vanno avanti ugualmente? Non è umiliante?

«Parliamo di donne ricche e potenti, a cui del marito non importa nulla, o meglio che lo hanno adottato come fosse un figlio scapestrato che combina un sacco di guai. Questo genere di donne ha un codice di valori da società per azioni, dove il fattore infedeltà è messo nel conto fin dall’inizio».

Sdoganiamo il tradimento?

«Basta prenderne atto. È un ospite fisso, come un convitato di pietra o un apparecchio televisivo, nel salotto del matrimonio».

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