Una madre spiega alla figlia come usare lo smartphone in modo sicuro

Parental control: come proteggere tuo figlio dal suo primo smartphone

Il 70% dei bambini tra gli 11 e i 12 anni ha uno smartphone. Ma i rischi per la salute, e non solo, sono tanti. Per proteggerli possiamo attivare il parental control, un software che evita l'esposizione a contenuti inappropriati. Ecco cinque consigli per sfruttarlo in maniera intelligente

Il tuo bambino ti chiede con insistenza uno smartphone, ma tu sei ancora indecisa sul da farsi: da un lato vorresti accontentarlo, dall’altro temi i pericoli della rete. Stai già pensando ad attivare sul suo telefonino uno strumento di parental control. Non hai tutti i torti: i rischi in agguato sono tanti e, più i bambini sono piccoli, maggiori sono le conseguenze negative che possono verificarsi. Secondo uno studio della Società italiana di pediatria, nel nostro Paese il 20% dei bambini usa uno smartphone per la prima volta durante il primo anno di vita. L’80% di quelli tra i 3 e i 5 anni è capace di usare il cellulare del genitore. Ormai, quasi il 70% dei bambini tra gli 11 e i 12 anni ha uno smartphone.

I rischi per la salute non vanno sottovalutati

Una precoce e prolungata esposizione alla tecnologia digitale può essere pericolosa per la salute dei bambini. Smartphone, tablet, pc e televisione in età prescolare possono determinare diversi effetti negativi, come: l’incapacità di concentrarsi, danni alla vista a causa della sovraesposizione alla luce blu e all’illuminazione del touchscreen, che danneggia la retina degli occhi. Questi apparecchi possono anche minare il corretto sviluppo del carattere, sottraendo tempo all’importanza del gioco reale e portando i bambini a sottrarsi alle relazioni sociali. Una delle conseguenze dell’isolamento dalle relazioni sociali reali è il rischio Hikikomori: il bambino crescendo si isola completamente, fino al punto da non voler più uscire dalla sua stanza. Troppa tecnologia può rendere i bambini più impulsivi e vulnerabili agli scatti d’ira, diventano più sedentari e quindi sono a rischio obesità, non dormono bene, in quanto la luce dei dispositivi non concilia un sonno regolare. Possono sviluppare attacchi di ansia o una dipendenza dal cellulare.

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Che cosa è il “parental control”

Inoltre, su Internet i bambini possono essere più facilmente adescati da qualche malintenzionato. Ecco perché è bene che i genitori regolino il tempo trascorso sullo schermo dei propri figli e monitorino i contenuti visualizzati. Per farlo, un terzo dei genitori opta per uno strumento di parental control. Installano sullo smartphone o sui dispostivi digitali un software o un servizio in grado di selezionare pagine su Internet in base a criteri che possono evitare l’esposizione dei bambini a contenuti considerati pericolosi e violenti. Ma attivare questi servizi non basta. Ecco cinque suggerimenti per sfruttare il parental control in maniera intelligente.

Parental control: funziona davvero?

Tramite Google Play o l’interfaccia di un iPhone, il genitore può limitare il tempo trascorso dal bambino sullo schermo, richiedere l’autorizzazione prima di installare una nuova app o impedire l’accesso a determinati contenuti. Sulla carta è fantastico. In realtà, è un po’ più complicato. I ragazzi, infatti, spesso riescono a scovare le password inserite dai genitori, oppure rubano di nascosto lo smartphone di mamma e papà e convalidano le autorizzazioni alle app che vogliono installare. Superare i limiti è tipico dell’adolescenza. Quindi, anche se hai installato sullo smartphone di tuo figlio uno strumento di parental control, ricorda che la migliore risorsa è sempre il dialogo.

Stabilite insieme le regole

Secondo molti psicologi, il parental control tecnologico è necessario fino ai 16 anni. Anche perché dà l’opportunità di discutere insieme le regole stabilite. Non dovremmo concentrarci solo sul tempo. È la natura di ciò che facciamo con lo schermo che è interessante: è un momento creativo? Giocoso? O una fuga dalla realtà? Fai attenzione a non giudicare immediatamente e con leggerezza gli usi che fa tuo figlio dello smartphone. Affermare che «TikTok fa schifo» non aiuta il dialogo tra di voi. Meglio cercare di capire perché voglia installare proprio quell’app, e spiegare i motivi per cui noi siamo riluttanti. L’importante è trovare un compromesso. Per esempio, limitare il tempo trascorso su questa app.

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Parental control: spiegagli che non vuoi spiarlo

Visto che hai deciso di controllare l’uso dello smartphone da parte di tuo figlio, sarebbe utile spiegargli i motivi, portarlo a conoscenza dei rischi ai quali potrebbe andare incontro. Come: essere esposti a contenuti non adatti all’età, entrare in contatto con adulti malintenzionati, compromettere la sua privacy, sviluppare una dipendenza o problemi di salute. Fagli capire che, se vuoi tenere d’occhio l’uso che fa del telefono, non è per spiarlo. Una regola ben compresa è una regola meglio seguita.

Premia le “buone pratiche”

Il genitore non deve diventare un poliziotto. Molti psicologi suggeriscono di premiare le buone pratiche, piuttosto che punire gli abusi. Puoi dire a tuo figlio: se mi dimostri che quest’anno hai utilizzato il tuo smartphone in modo responsabile, il prossimo anno possiamo aggiungere più tempo.

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Parental control: dai l’esempio

E se lo smartphone dei nostri figli fosse un’opportunità per riflettere sul nostro rapporto con gli schermi? A volte è necessaria una disintossicazione digitale. Se i nostri ragazzi ci vedono che fissiamo lo schermo tutto il giorno, è difficile che accettino i nostri divieti. Le regole devono valere per tutta la famiglia. Se si è stabilito che non si può usare il cellulare a tavola, questo deve valere per tutti. Inoltre, per preservare il sonno di tutti, abituiamoci a lasciare laptop e smartphone lontani dalle camere da letto durante la notte. Però, facciamolo tutti.

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