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Il ritocchino anche dal dentista: ora si può

Il decreto bollette prevede di poter fare il ritocchino, come togliere le rughe o le zampe di gallina, anche dal dentista. Ecco come e perché

Anche i dentisti potranno effettuare interventi di chirurgia estetica al viso, insomma togliere qualche ruga sulla fronte o rimodellare le palpebre. A prevederlo è il Ddl Semplificazioni (o “decreto bollette”) che contiene la novità. Una svolta che però ha già sollevato polemiche e qualche perplessità da parte dei chirurghi estetici.

Il ritocchino dal dentista: già possibile anche prima

Finora, infatti, gli odontoiatri potevano fare alcuni “ritocchini”, ma con alcune limitazioni. Ad esempio, era consentite operazioni non invasive o mini invasive, ma solo nella zona inferiore del viso, in particolare bocca, naso e zigomi: «Si trattava di una limitazione prevista da una legge, la 409 del 1985, di 40 anni fa, che non teneva conto dell’evoluzione dell’odontoiatria», spiega Antonio Guida, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica Odontoiatrica (SIMEO).

Il ritocchino dal dentista non dovrebbe stupire

Con il decreto approvato dal consiglio dei Ministri, dunque, si estende la possibilità di interventi di chirurgia estetica da parte dei dentisti: d’ora in poi, infatti, si potrà uscire dallo studio dell’odontoiatra di fiducia non solo con i denti più bianchi, senza carie o con un’otturazione nuova, ma anche con qualche ruga in meno sulla fronte. «Va tenuto presente che l’odontoiatria non si occupa solo dello stato di salute dei denti, perché i disturbi della masticazione, per esempio, possono avere riflessi anche sull’appoggio plantare quindi con possibili disturbi anche a livello di postura. Per questo l’estensione del campo di intervento dei dentisti a livello estetico non dovrebbe stupire: la vascolarizzazione della parte inferiore del viso è comune a quella superiore, non aveva senso una limitazione come quella in vigore finora. I dentisti, nel loro percorso universitario, oggi studiano anche dermatologia e chirurgia plastica», spiega ancora Guida. Ma al di là del discorso “tecnico”, cosa cambia per chi deve effettuare un intervento “estetico” al viso?

Dentista o chirurgo estetico per il ritocchino?

Per chi voleva togliere qualche ruga sulla fronte, finora l’unica possibilità era rivolgersi al chirurgo estetico. «Gli unici interventi permessi dal dentista, infatti, riguardavano le «zone perilabiali (intorno alle labbra, NdR) e dei mascellari inferiore e superiore, fino all’area sottozigomatica – e solo ove contemplate in un protocollo di cura odontoiatrica ampio e completo proposto al paziente, tale da rendere la cura estetica “correlata”, e non esclusiva, all’ intero iter terapeutico odontoiatrico proposto al paziente medesimo». Insomma, occorreva che gli interventi fossero legati a una terapia odontoiatrica. «In realtà si trattava di un parere non vincolante del Consiglio superiore di Sanità: l’unico a decidere l’opportunità o meno di un intervento era e rimane il professionista. Oggi sicuramente il paziente ha più possibilità di rivolgersi al chirurgo estetico, plastico o al dentista, in base alle sue preferenze, scegliendo il medico di fiducia che preferisce», chiarisce Guida.

Il botox dal dentista può essere più conveniente?

Ma rivolgersi al dentista potrebbe diventare più conveniente, come “temono” i chirurghi estetici? «Non credo che il punto sia questo, perché i prezzi li fa il mercato», commenta il presidente SIMEO. Certamente anche prima esisteva la possibilità di sottoporsi ad alcuni interventi, come il botox, anche dall’odontoiatra, ad esempio per il bruxismo: le iniezioni di tossina botulinica alla mandibola sono previste allo scopo di ridurre la tendenza a digrignare i denti di notte.

Ma non sono comunque low cost, dal momento che il costo medio è di 300/350 euro. «Sono trattamenti effettuati in modalità off label, cioè non autorizzati per questo scopo ma possibili, che possono essere effettuati sia da medici chirurghi che da odontoiatri. Io non credo ci sarà concorrenza, quanto piuttosto collaborazione, come auspicato anche in passato, perché le aree di competenza sono differenti. Per esempio, per trattare con il botulino una cefalea muscolo-tensiva dovuta a una mala occlusione dentale, in genere non ci si rivolge né a un dentista né a un chirurgo estetico, ma a un neurologo. Non è una terapia estetica, insomma, anche se prevede iniezioni sulla fronte», commenta il presidente della SIMEO.

Le perplessità dei chirurghi estetici

Ma proprio le due aree di competenza dei medici sono ora sotto la lente. Il Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica (Agorà, Sies, Sime) chiedono, ad esempio, l’istituzione di Registri territoriali dei Medici estetici e degli Odontoiatri estetici, associati ai rispettivi Albi professionali, e un Registro Unico nazionale a cui possano accedere solo i professionisti che abbiano seguito corsi di formazione e aggiornamento riconosciuti, a cadenza triennale. «Credo che nessuno pensi di sostituire la propria professione con quella di altri specialisti. Diciamo che, per usare una metafora, una volta cambiato il cancello di una villa, se questa ha bisogno di un restauro della facciata, si potrà procedere anche a quel tipo di intervento con la stessa ditta», conclude Guida.

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