apatia

Quali sono le soluzioni concrete all’apatia?

Come si esce dall'apatia e dalla condizione di passività? Ecco perché non sottovalutare la questione e quali soluzioni concrete adottare

Cosa è l’apatia e come affrontarla

Dal greco a-pathos, l’apatia indica assenza di passione. È questo il significato etimologico del termine che fa coincidere la passione con tutto ciò che riguarda la sfera affettiva, cioè: le emozioni, i sentimenti e i desideri.

C’è una forma di apatia, oggi, agevolata dalle contraddizioni dei nostri tempi, sostiene il nostro epserto  prof. Roberto Pani, psicoterapeuta docente di Psicologia Clinica all’Università di Bologna.

«Da un lato la crisi economica e politica spegne ogni motivazione nel cercare lavoro o nel fare investimenti, dall’altro lato lo sviluppo dei social network propone immagini fittizie di una vita molto attiva che si scontra con una realtà all’apparenza più povera di stimoli – sostiene l’esperto – Inoltre rischiamo di illuderci di avere molti amici, mentre siamo appartati sul nostro divano, ma quando vogliamo uscire di casa non sappiamo più chi chiamare oppure tutti ci sembrano poco disponibili. E ciò può generare apatia».

Apatia: quali sono i sintomi

I sintomi dell’apatia sono caratterizzati dalla mancanza di voglia di fare, che si manifesta sia verso attività concrete, come ad esempio gli hobby, sia verso la progettualità del proprio futuro; dallo scarso entusiasmo per le piccole e grandi cose della vita; e da un senso di vuoto.

«Anche se somiglia alla pigrizia, l’apatia non va confusa con essa poiché la pigrizia può essere un lato del carattere individuale che raramente è associato ad una sofferenza psicologica così come avviene nelle persone apatiche » sostiene il nostro esperto

Allo stesso modo, l’apatia non va confusa con la depressione, di cui può essere a sua volta uno dei tanti sintomi. «Non è detto però che l’apatia e la depressione vadano di pari passo».

Quali sono le cause dell’apatia

Perché non si ha voglia di far niente? Perché si rimane in uno stato di passività generalizzata? «Per rispondere a questa domanda, bisogna distinguere almeno tre categorie di apatia, che hanno appunto origini diverse» continua l’esperto.

L’apatia a seguito di una delusione

E’ la forma più frequente, è l’apatia che subentra in seguito a una delusione. «Alcune persone diventano apatiche per reazione ad aspettative disilluse: dentro di sé provano una grande rabbia che non sanno come esprimere se non soffocandola con l’assenza di motivazioni». Che senso ha la vita se non ho ottenuto ciò che speravo?

L’apatia a carattere imitativo

«È quel tipo di indolenza che connota la personalità di un individuo che è cresciuto in un contesto in cui i familiari erano privi di entusiasmo, e che quindi sono portati strutturalmente a “imitare” i comportamenti apatici appresi sin da piccoli» spiega l’esperto. Sono quelle persone che non hanno nulla da dire né da fare perché credono di non provare niente o pensano che non abbia senso comunicare i propri pensieri.

L’apatia connessa alla depressione

«In questo caso, l’apatia è un sintomo che accompagna lo stato emotivo di profondo abbattimento: ha risvolti più gravi e significati più negativi». Si distingue dal primo tipo di apatia perché è associata ad autosvalutazione, ostilità repressa, scarsa energia e blocchi emotivi piuttosto intensi.

Come uscirne e quali sono i rimedi

«Innanzitutto, è importante che la persona apatica si renda conto di essere scivolata in un vuoto di azioni e di emozioni, e che abbia un minimo di volontà di riacquistare l’energia» spiega il prof. Pani. Alcune persone potrebbero trovare normale la loro condizione di apatia e volersi così crogiolare in un limbo che tutto sommato funge da guscio protettivo contro la vita da “vivere pienamente”.

«E poi la cura contro l’apatia dipende dal grado di gravità: se è un aspetto del carattere, è difficile aspettarsi un cambiamento — continua lo psicoterapeuta — diverso è il caso di chi diventa apatico dopo una delusione: ci sono azioni concrete che possono aiutare a uscire dallo stato passivo. Quando invece l’apatia è uno dei sintomi della depressione, è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta o, nei casi più seri, ad un medico psichiatra che può decidere se prescrivere farmaci specifici».

Cosa fare contro l’apatia

  • Imporsi degli obiettivi, cominciando da quelli più fattibili, parliamo quindi anche di gesti piccoli, ma bisogna impegnarsi attivamente nel perseguirli.
  • Cercare di riprendere un vecchio interesse, cominciando a seguirlo a poco a poco.
  • Trovare il lato creativo anche nelle situazioni apparentemente più noiose, come un lavoro ripetitivo o i mestieri di casa.
  • Evitare di ripetersi che il mondo sarà sempre lo stesso e non cambierà, ma convincersi che il primo passo per uscire dalla passività deve partire da noi.

Come stimolare una persona apatica

E se la persona apatica non sei tu, ma un’altra persona a cui vuoi bene? Come aiutarla a stare meglio? «Cercare di portarla fuori di casa, invitandola ad uscire in un contesto sociale stimolante a contatto con le altre persone: queste possono indirettamente suggerire che la vita è (ancora) ricca di cose da fare» consiglia l’esperto.

«Se una persona ha perso ogni motivazione perché è delusa da qualcosa (amicizie, amore, lavoro) è importante ascoltarla e fargli capire con garbo che il suo è un vissuto momentaneo, che passerà, lasciando spazio ad un ricordo».

Se è vero che la perfezione nella realtà non esiste, è anche vero che quella stessa realtà riserva delle possibilità che sta a noi cogliere. 

Riproduzione riservata