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Cortisolo: cosa devi sapere sull’ormone dello stress per stare meglio

Ormone dello stress: le cose da sapere e perché la qualità della vita può fare la differenza

Cosa è il cortisolo

Il cortisolo, noto come ormone dello stress, viene sintetizzato nella zona fascicolata del surrene. Quando ci troviamo in una condizione di stress a livello psicofisico la sua produzione aumenta, ma attenzione: la sua azione non sempre è negativa, al contrario l’attivazione di cortisolo costituisce una risorsa importante per il buon funzionamento dell’organismo.

Lo stress influisce negativamente? Sì, dalle ricerche emerge che vivere eventi stressanti e l’abitudine a una dieta squilibrata sono in grado di modificare sensibilmente la produzione di cortisolo. Il corpo umano non è fatto per sostenere alti livelli di stress per un tempo prolungato, ecco perché diventa fondamentale agire anche sullo stile di vita.

A fare chiarezza sull’argomento è il dottor Carmine Gazzaruso, responsabile dell’unità di Diabetologia e Malattie Endocrino-Metaboliche dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano.

Il ruolo del cortisolo per il benessere

L’azione del cortisolo è fondamentale per le normali funzioni del corpo, infatti contribuisce a:  

  • regolare il metabolismo di lipidi, proteine e glucosio;
  • modulare l’attività del cuore, il calibro dei vasi sanguigni, la distribuzione e l’escrezione di acqua e ioni. In tal modo, interviene nel controllo della pressione arteriosa;
  • condizionare il comportamento del soggetto, mediante un’azione diretta su aree del sistema nervoso centrale;
  • esercitare un controllo sulla produzione dei globuli rossi e dei vari tipi di globuli bianchi;
  • controllare l’entità della risposta immunitaria, grazie alla regolazione di quelle sostanze che intervengono nell’infiammazione (mediatori dell’infiammazione).

Una carenza di cortisolo può comportare calo del desiderio sessuale, affaticamento precoce e debolezza a livello muscolare, anoressia, diarrea, nausea, vomito, perdita di appetito, calo del peso, depressione, pressione bassa.

In carenza marcata di cortisolo, una situazione stressante di qualsiasi natura (trauma, infezione, chirurgia, febbre) può portare addirittura alla morte del soggetto. Al contrario, i sintomi di un eccesso di cortisolo possono comprendere: fragilità della cute, acne, capillari sottili, osteoporosi, amenorrea o ciclo mestruale irregolare, aumento della peluria (irsutismo), infertilità, ritenzione idrica, sete eccessiva, gonfiore del viso noto come “faccia di luna”, obesità, in particolare con tessuto adiposo localizzato, soprattutto nella parte posteriore del collo e all’addome, disturbi della sfera sessuale, pressione alta e diabete.

Quando viene prodotto cortisolo?

L’ormone peptidico corticotropina (ACTH) viene prodotto dall’ipofisi anteriore o adenoipofisi, una ghiandola situata alla base del cranio. La sintesi e la secrezione di questo ormone appare controllata dalla regione cerebrale dell’ipotalamo attraverso l’ormone stimolante la liberazione di adrenocorticotropo, CRH.

L’ipotalamo stimola, infatti, il rilascio di CRH, il quale agendo sull’ipofisi, nota anche come ghiandola pituitaria, influisce sulla produzione di ormone adrenocorticotropo, Adreno Cortico Tropic Hormone, ACTH. Il risultato finale è che la la corteccia surrenale viene indotta a produrre cortisolo.

La quantità di corticotropina prodotta dall’organismo sembra variare seguendo il ritmo circadiano, raggiungendo il picco massimo intorno alle 6 del mattino e il minimo a fine giornata, intorno alle 22.

Aumento del cortisolo: le cause

Le cause principali di aumento del cortisolo, detto ipercortisolismo o Sindrome di Cushing, sono o una aumentata produzione di ACTH (per una iperplasia o un adenoma dell’ipofisi o per la produzione da parte di un tumore) che stimola il surrene a produrre cortisolo, oppure la presenza a livello del surrene di una iperplasia o di un adenoma che produce cortisolo in maniera autonoma. L’assunzione cronica a scopo terapeutico del cortisone può indurre a una sindrome di Cushing.

È interessante ricordare che nelle condizioni di obesità l’asse ipofisi-surrene che regola il sitema ACTH-cortisolo è più attivo, per cui nei soggetto obesi, sebbene in forma più sfumata, si possono avere alcuni disturbi da ipercortisolismo.

Insieme all’obesità, la presenza di una vita stressante e problemi di ipertensione, soprattutto se insorta in giovane età, sono elementi che devono far pensare a un ipercortisolismo.

Che cosa fare

Il cortisolo plasmatico, se valutato da solo tramite gli esami del sangue, non dà grandi informazioni, anche perché lievi alterazioni potrebbero anche essere collegati proprio allo “stress del prelievo”. 

In ogni caso la valutazione della cortisolemia non va considerata come routinaria, cioè da effettuarsi in tutti i soggetti. Se giudicata necessaria dal medico nel singolo paziente, va valutata assieme al dosaggio dell’ACTH e al cortisolo urinario delle 24 ore. Dalla valutazione di questa prima batteria di esami, il medico potrà decidere se adottare accertamenti di secondo livello.

La terapia delle varie forme di sindrome di Cushing dovuta ad adenomi o tumori è, quando possibile, chirurgica. Esistono alcuni farmaci da utilizzare in altre forme di ipercortisolismo.

Per quanto invece riguarda il leggero ipercortisolismo, solitamente associato a stress e obesità, durante la vita quotidiana, si possono attuare diverse misure per attenuarlo o completamente dominarlo.

Che cosa possiamo fare nel quotidiano? Ecco le azioni positive per il nostro benessere da iniziare subito:

  • mantenere uno stile di vita sano e perdere peso, se è eccessivo;
  • svolgere con regolarità attività fisica;
  • adottare tecniche di rilassamento;
  • ridurre l’introito di eccitanti, tipo la caffeina;
  • avere degli hobbies;
  • ridere!
  • dormire a sufficienza e possibilmente di notte;
  • evitare fluttuazioni repentine della temperatura.

Come chiarisce l’esperto, può essere valutata l’assunzione di integratori, che influenzerebbero la produzione di cortisolo, ma è sempre necessario avere solide basi scientifiche prima di validarne l’utilizzo.

A che punto sei con la tua qualità di vita?

Tutte le situazioni stressanti sono potenzialmente in grado di influenzare in modo sensibile la produzione di cortisolo. Oggi sappiamo, infatti, che lo stress influisce sull’attività endocrina: a fare la differenza sono le nostre reazioni di fronte agli eventi. Crisi sul lavoro, traslochi, lutti, divorzi, malattie, possono far crollare le abitudini di sempre e costringerci a un cambiamento che non sappiamo come affrontare.

L’alimentazione? Secondo gli studi le nostre abitudini alimentari e la relazione che abbiamo con il cibo dimostrano di aver un ruolo importante. I regimi alimentari squilibrati, per esempio dieta ipercalorica, iperproteica, povera in acidi grassi omega 3, possono in qualche modo interferire sulla corretta produzione del cortisolo.

La dieta più equilibrata, anche in questo ambito, resta la dieta mediterranea, con il suo sapiente utilizzo di legumi, verdure, carni bianche, pesce, frutta, cereali, olio extravergine di oliva.

Che cos’è lo stress?

Qual è il significato della parola “stress”? Questo termine, mutuato dalla fisica, deriva dalla lingua inglese e può essere tradotto semplicemente come “sforzo, spinta”.

A partire dalle ricerche del medico austriaco Hans Selye nel 1936 si inizia a fare riferimento allo stress in quanto sindrome prodotta da diversi agenti nocivi per l’organismo, fino a identificare questa condizione come uno stato di tensione in grado di manifestarsi con “trasformazioni morfologiche tangibili in vari organi, particolarmente nelle ghiandole endocrine che stanno sotto il controllo dell’ipofisi anteriore”.

Questa definizione sarà determinante per le ricerche successive. Oggi sappiamo, infatti, che le conseguenze di un evento traumatico possono avere conseguenze ben precise e verificabili sul piano fisico quanto psicologico, i cui sintomi nei casi più gravi possono essere valutati nell’ambito di una vera e propria patologia.

A partire dagli anni Settanta del Novecento psichiatri come Bessel van der Kolk, che indaga il difficile ritorno alla società dei reduci del Vietnam, approfondiranno il concetto di Stress Post Traumatico, DPTS, disturbo studiato in maniera sempre più approfondita, poiché, anche a distanza di anni, gli effetti possono influenzare in maniera importante l’esistenza quotidiana.

In base alle statistiche negli ultimi anni è possibile osservare un aumento dei disturbi legati a stress e ansia e le previsioni per il futuro non sembrano invertire questa tendenza, a meno che, a livello individuale e sociale, non si inizi a puntare realmente su cambiamenti in in grado di migliorare il benessere personale.

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