capo incapace

Chi gestisce una squadra non è sempre un buon leader. Al contrario, spesso è qualcuno che ti mette in difficoltà, crea problemi su problemi ed è capace di rovinarti le giornate.

Qui scopri come sopravvivere al tuo boss senza rischiare il posto (e la salute). Anzi, cogliendo le opportunità nascoste.

Come sopravvivere a un capo incapace

È disorganizzato? Diventa amica della sua assistente. È uno scansafatiche? Non cedere alle sue lusinghe. È un cattivo leader? Cerca un mentore tra i colleghi più anziani. E lavorerai meglio

● 1 lavoratore su 4 in Italia, dichiara di soffrire di stress legato al lavoro. Nel 40 per cento dei casi, il capo lo sa, ma non fa nulla (dati Eurostat)

● Il 75% dei dipendenti afferma che il proprio superiore è l’elemento più stressante del lavoro (studio internazionale condotto dalla società di consulenza Robert Hogan)

● Il 70% di chi lascia un lavoro, negli Stati Uniti, lo fa per problemi con il diretto superiore e non con l’impresa (dati Gallup)

● Il rischio di infarto diminuisce del 20% se lavori con un buon capo

Se il capo è disorganizzato

Ha una gestione confusa dell’agenda, non fissa obiettivi chiari e spesso dà lo stesso compito a più persone, provocando così dei conflitti.

COSA RISCHI  «Potresti ritrovarti ad avere colpe che non immagini» spiega Laura Strazzeri, coach e fondatrice del network di crescita personale e consulenza strategica Quantum Choice. «Quando qualcosa va storto, e in queste condizioni capita spesso, un capo così tende a non prendersi la responsabilità ma a scaricarla sugli altri

LA STRATEGIA «Metti tutto per iscritto» consiglia l’esperta. «Anticipa ogni tua azione con una mail del tipo: “Come concordato ti trasmetto il documento x”, oppure: “Memo: domani alle 9 riunione”. Se il capo ha un’assistente, fattela amica e concorda con lei i dettagli del lavoro che lui ti affida. Infine, rafforza i rapporti con il resto della squadra, così puoi fare dei controlli incrociati per verificare compiti e consegne. È un lavoro in più ma anche un’opportunità: così puoi testare le tue capacità di organizzazione».

IL CONSIGLIO IN PIÙ  «Il capo disorganizzato non fa scalette» nota Matteo Marini, psicologo del lavoro. «In compenso fissa continuamente meeting e riunioni per rincorrere le urgenze: approfittane per suggerirgli le priorità e organizzare il lavoro insieme a lui».

Se il capo è un cattivo leader

Non sa motivare i suoi collaboratori, non dà mai un feedback e non presta attenzione ai rapporti interpersonali. La comunicazione, per lui, è un optional. Gli interessa solo il risultato.

COSA RISCHI  «Se hai un talento lui non lo valorizzerà mai, se hai un’esigenza non hai speranze che venga accolta e le opportunità di crescita sono ridotte al minimo» dice Strazzeri. «La mancanza di trasparenza, in più, alimenta la conflittualità tra colleghi e l’atteggiamento di difesa».

LA STRATEGIA  «Dimentica i suoi difetti personali e concentrati di più sul lavoro. Per esempio, chiedigli i feedback che ti permettono di capire se stai procedendo bene» consiglia l’esperta. «In questo modo imparerai ad autovalutarti, darti degli obiettivi e capire da sola quanto vali. E, se hai bisogno di un incoraggiamento, cerca un altro mentore, per esempio un vecchio capo o un collega più anziano che sappia consigliarti».

IL CONSIGLIO IN PIÙ  «Il capo che non cura lo spirito di squadra spesso è un egoista» avverte lo psicologo. «Tende a mostrarsi amico per carpire le tue debolezze e poi usarle contro di te. In questo caso, sii cordiale ma tieni le distanze e non raccontare nulla della tua vita privata».

Se il capo è uno scansafatiche

Non si fa mai trovare, è sempre impegnato in lunghe riunioni e in missioni “fantasma”. È anche poco motivato e magari sta già facendo i conti per capire quanto gli manca alla pensione.

COSA RISCHI «Un capo che operativamente non c’è mai è uno che delega senza pietà» fa notare la coach. «Tradotto: tu hai un sacco di compiti in più da svolgere ed esci dal lavoro sempre tardi. Rischi anche di cacciarti in situazioni difficili, come prendere una decisione importante al suo posto».

LA STRATEGIA «Metti dei paletti. Digli che alcuni compiti non sono di tua competenza: se vuole che tu li svolga comunque, chiedigli di promuoverti». L’alternativa? Un leggero ostruzionismo: «Per esempio, lascia sulla sua scrivania quel progetto che dovrebbe approvare lui, ma che ha chiesto a te di rivedere. Capirà il messaggio».

IL CONSIGLIO IN PIÙ  «Lo scansafatiche ama lodarti, così lavori di più» dice Matteo Marini. «Non cedere alle lusinghe. Fagli pesare, con garbo, ciò che fai in più di quanto dovresti».

Se il capo è un incompetente

Non conosce i dettagli tecnici del suo lavoro, è sempre indeciso e, se gli fai notare una mancanza, si chiude a riccio. O, peggio, diventa aggressivo.

COSA RISCHI «Ti viene naturale spiegargli come va fatto un lavoro? Ovvio che vada su tutte le furie. Può classificarti come una rompiscatole e cercare di farti fuori» dice la coach.

LA STRATEGIA  «Non discutere con lui le modalità, ma gli obiettivi» consiglia Strazzeri. «Se per esempio ti chiede di preparare un prospetto delle vendite, non chiedere quali criteri usare, ma a cosa gli serve, a chi deve presentarlo e in quale occasione. Così hai tutti gli strumenti per svolgere bene il tuo compito, ma senza entrare in conflitto con lui».

IL CONSIGLIO IN PIÙ «L’incompetente cercherà di affossarti» dice lo psicologo. «In questo caso, cerca di apparire innocua e aspetta che il capo abbassi la guardia».

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