Oggi puoi cercare gli annunci perfino via Twitter. Se segui @Annunci_Lavoro hai a disposizione ben 127.000 tweet con link al testo completo dell’inserzione.

Qualche consiglio utile per la ricerca di lavoro

La proposta è chiara?

Alcune inserzioni, anche quelle che rispondono ai requisiti di legge, non sono sempre valide.

«Vanno scartate quelle che contengono frasi troppo fumose o dal significato poco chiaro. Per esempio, non fidarti quando richiedono mansioni generiche come “impiegato commerciale” oppure, ancora più vago, “candidati motivati”» precisa Marabini. «Occhio poi a come si presenta l’azienda: oltre al nome, deve specificare di cosa si occupa. Non “Rossi s.n.c.”, per esempio, ma “Panificio Rossi s.n.c.”».

Ci sono i recapiti?

Qualunque società seria, ormai, oltre al numero di telefono indica una casella email alla quale inviare le candidature.

«Oggi la tecnologia ti è amica anche per fare alcune verifiche: accertati che il datore di lavoro abbia un sito Internet o una pagina sui social con indirizzo, numeri da contattare e una presentazione dell’attività. Quanto al telefono, controlla che non inizi con prefissi strani e non comporti trasferimenti di chiamata, magari a pagamento».

Chiamo o mando una mail?

Anche quando l’indirizzo mail è indicato chiaramente, può essere una buona idea telefonare e chiedere all’attenzione di chi puoi inviare la tua candidatura.

«Se ti danno un indirizzo generico, vai su LinkedIn. Sul social dedicato al mondo del lavoro dovresti riuscire a individuare chi si occupa del personale nell’azienda che ti interessa: così potrai contattarlo attraverso un canale informale, diretto ed efficace» consiglia Davide Malaguti, formatore, selezionatore del personale e ideatore di Roadshow Lavoro: come farsi assumere dalle migliori aziende in tempi di crisi, un corso itinerante che fino al 18 giugno tocca le principali città italiane (www.roadshowlavoro.it).

«Prima, però, controlla il tuo profilo: il curriculum è aggiornato? Poi contatta il responsabile del personale spiegando che vuoi candidarti per la posizione aperta dalla sua azienda. La tua conoscenza del computer e delle public relation sarà apprezzata».

Cosa scrivo nella lettera di presentazione?

«Trovi le parole chiave nell’annuncio stesso. Leggi tra le righe: l’azienda fa perno su concetti come “sostenibilità”, “condivisione” o “lavoro di squadra”? Scrivi la risposta tenendo conto che quelli sono i valori su cui è orientata l’impresa. Subito dopo, segnala le tue capacità, fornendo dei dati. Per esempio, non limitarti a scrivere che sai gestire la contabilità. Piuttosto, spiega che, durante il tuo ultimo impiego, a fronte di un aumento del 15 per cento dei clienti, tu hai diminuito il tempo di registrazione delle fatture di 2 giorni in un mese. Puoi trovare altri spunti per scrivere la lettera leggendo alcune voci del sito dell’azienda (“Chi siamo”, “La filosofia”) o le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato» continua Malaguti.

Come organizzo il curriculum?

Se scrivi bene la presentazione fai subito colpo e il tuo cv ha più probabilità di essere letto con attenzione.

«Metti in lista tutti i lavori che hai svolto. In una sezione riassumi le competenze acquisite sottolineando quelle che ritieni importanti per il posto al quale ti candidi. In calce, elenca i nomi di chi può presentare referenze per te. Fa effetto, purché la persona ti stimi davvero e ti dia una lettera da portare al colloquio: viceversa, l’azienda potrebbe contattarlo e scoprire il tuo bluff».

Reagisci all’impasse ed evita le trappole

1. non trovi l’annuncio giusto

Approfittane per fare allenamento. «Prova a rispondere lo stesso a un’inserzione anche se non si avvicina del tutto a ciò che ti interessa» consiglia Davide Malaguti, selezionatore del personale. «Così tasti il terreno e metti alla prova le tue doti comunicative. Per migliorarle».

2. ti offrono un corso invece di un posto

«È un tranello: ci sono aziende che sotto la maschera di un annuncio di lavoro offrono dell’altro, per esempio lezioni a pagamento» avverte Roberto Marabini, direttore di Lavoratorio.it «È un indizio di mancanza di serietà. Idem per chi propone un corso, anche se gratuito».