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Come ridurre il proprio impatto ambientale a tavola

Pensi all'ambiente anche quando ti metti a tavola? Ecco come puoi rendere la tua cucina (e le tue ricette) ecosostenibile in 5 mosse

Ecosostenibilità in cucina

Adottare scelte ecosostenibili nella vita di ogni giorno può davvero consentire il raggiungimento di risultati concreti. Secondo i dati forniti dal Global Footprint Network – istituto che calcola l’impronta ecologica umana e, ogni anno, individua il giorno nel quale l’umanità esaurisce le risorse messe a disposizione dalla Terra (il cosiddetto “Global Overshoot day” che nel 2022 è caduto il 28 luglio, oltre 150 giorni prima della fine dell’anno) – per invertire la tendenza serve l’impegno di tutti. Molte delle azioni che ognuno di noi può intraprendere sono correlate a quanto accade nelle nostre case. Infatti, tra le cinque aree di intervento per “spostare in avanti la data dell’Overshoot” – insieme a città, energia, popolazione e salute del pianeta – spiccano le azioni legate alle nostre abitudini quotidiane in tema “cibo“.

Se ci guardassimo intorno in una cucina, come potremmo pensare di renderla, insieme alla tavola, più a misura di Pianeta? Oltre alla scelta consapevole di cosa mangiamo e alla riduzione degli sprechi alimentari, il nostro impatto ambientale nel focolare domestico dipende anche da altro. Ad esempio? Dai mobili con cui l’arrediamo agli elettrodomestici, dagli acquisti quotidiani all’adozione di buone pratiche ecco come rendere la nostra vita a minor impatto ambientale.

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Cibo di stagione e a km zero

Una delle buone pratiche indicate per rinviare l’Overshoot day è la scelta di prodotti alimentari provenienti dal nostro territorio. In concreto? Cibi cosiddetti a km zero e di stagione. Cosa vuol dire nello specifico? Una precisazione è d’obbligo: la dicitura “km zero” non indica il cibo prodotto sotto casa nostra o sul tetto, ma viene impiegata per sottolineare la prossimità di provenienza e l’impiego di una filiera corta (entro i 70 km dal luogo di coltivazione e di trasformazione) che consente di consumare il prodotto in un’area vicina al luogo di produzione. La scelta del consumatore consapevole si indirizza solitamente verso prodotti territoriali di stagione che possono comportare una selezione più ristretta di frutta e verdura.

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In Italia, però, abbiamo una biodiversità agroalimentare talmente vasta da consentirci di mantenere una dieta variegata anche in termini di sapori ove si acquisti soprattutto scegliendo da agricoltori e allevatori di zona. La richiesta sempre maggiore ha fatto sì che oggi sia nei supermercati che nei gruppi di acquisto solidale e nei farmer market sia abbastanza semplice trovare alimenti del proprio territorio. Optare per prodotti di stagione e di filiera corta consente di salvaguardare un numero maggiore di tipologie vegetali e animali e di accorciare le filiere di consegna, riducendo così l’impatto ambientale di ciò che portiamo in tavola!

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Ridurre gli sprechi alimentari dipende anche da noi

Buttare un pò di cibo avanzato rimasto in frigo o nel piatto ci pare cosa da poco? Pensate che qualora, a livello globale, venissero dimezzati gli sprechi alimentari lungo tutta la filiera (dall’approvvigionamento alla nostra pattumiera domestica), l’Overshoot day potrebbe essere ritardato di ben 13 giorni. Cosa possiamo fare noi a riguardo? Possiamo innanzitutto fare una spesa più consapevole, acquistando solo quello consumeremo durante la settimana, possibilmente stilando in anticipo un menù e stando attenti alle etichette. Esauriamo prima ciò che sta scadendo in credenza e nel frigo. Poi, se cuciniamo ingredienti freschi, potremo di regola surgelare eventuali avanzi anche se, di norma, è buona regola fare attenzione alle quantità acquistate per evitare inutili avanzi. 

Attenzione a come riponete gli alimenti nel frigo: forse non tutti sanno che i diversi ripiani hanno differenti temperature. Ad esempio sugli scomparti fissati sulla porta vanno riposti gli alimenti che vanno consumati entro pochi giorni. Frutta e verdura vanno conservati nei cassettoni mentre i ripiani più bassi vanno riservati ai cibi (come la carne e il pesce) la cui conservazione richiede una temperatura più bassa. 

Troppo spesso, soprattutto quando abbiamo ospiti, tendiamo ad acquistare una quantità esagerata di cibo che, di conseguenza, finisce per essere sprecato. In tal caso, al termine del pasto, potremmo invitare gli amici a portar via una personale selezione delle prelibatezze preparate. Allo stesso modo, quando andiamo a cena fuori e rimane qualcosa nel piatto, potremmo chiedere la doggy bag: avremo il pasto pronto per il giorno successivo ed eviteremo di sprecare cibo ancora edibile. 

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Come mettere a dieta la pattumiera in cucina

Per cucinare o per conservare cibi e ingredienti fate ricorso a prodotti monouso come pellicole, bustine di plastica e vaschette in alluminio? Se non riuscite a rinunciare ai prodotti “usa e getta”, ricordatevi di optare per contenitori riciclabili o compostabili. Se, al contrario, il vostro sogno è quello di portare avanti una cucina a “rifiuti zero”, ecco alcune opzioni che potranno essere per voi utili.

Per porzionare cibi e riporre via ingredienti (dalla farina aperta, al sugo!) alleati preziosi si rivelano i barattoli di vetro. Quando esaurite prodotti alimentari conservati nel vetro, non buttate i recipienti che, grazie alla loro forma, possono essere lavati adeguatamente (in lavastoviglie!) e selezionateli per dimensione in base alle vostre esigenze. Saranno ideali per la credenza, il frigo o il freezer. Su questo punto una accortezza è d’obbligo: ricordate che l’acqua si espande e i cibi contengono naturalmente liquidi. Evitate quindi di riempire i contenitori fino al bordo (e in ogni caso i liquidi gassati non possono essere congelate).

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Oltre a ciò, in commercio sono disponibili diversi contenitori per ogni esigenza inclusi quelli che resistono sia alle basse temperature (fino a -18) che al microonde! Utilissime spesso si rivelano le sacchette (ad esempio in silicone) richiudibili: occupano poco spazio e son perfette anche per portare via con sè un panino o uno snack. Per mettere via gli avanzi di cibo un’altra soluzione è rappresentata dai teli in cera d’api – che sostituiscono diversi accessori usa e getta utilizzati spesso per incartare gli alimenti – costituiti da panni ricoperti da cera d’api che possono avvolgere ciò che dobbiamo mettere via: una volta terminato l’utilizzo si possono lavare, far asciugare ed essere riutilizzati. 

Usate molta carta da forno? Sapete che – salvo diversa indicazione (come nel caso di prodotti compostabili) – una volta terminato il loro utilizzo, vanno gettati nel bidone dell’indifferenziato? Come sostituirli? Esistono diverse alternative riutilizzabili come i tappetini in silicone o in altri materiali facilmente utilizzabili e lavabili (anche in lavastoviglie) alcuni dei quali anche facilmente ritagliabili per creare il rivestimento giusto per ogni tipo (e forma) di contenitore. 

Al posto della carta assorbente poi spesso potrete utilizzare strofinacci e asciugamani! Et voilà il secchio sarà davvero a dieta!

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Elettrodomestici e cotture ecofriendly

In cucina gran parte degli elettrodomestici, come è normale che sia, è funzionale alla nostra tavola. Se è arrivato il momento di cambiarli, scegliete un frigo, una lavastoviglie, una cappa e ogni altro apparecchio elettrico che abbia la classe energetica più elevata ovverosia la A! Occhio anche al dimensionamento: se la casa è abitata da due/tre persone non serve avere un frigorifero da ristorante.

Ricordatevi poi che, nei consumi, può fare la differenza anche come noi utilizziamo gli apparecchi a nostra disposizione: se siamo indecisi sulla ricetta da eseguire perché non optiamo per quella che richiede tempi di cottura minori? Risparmieremo energia! La lavastoviglie? Va azionata solo a pieno carico e per asciugare i piatti potremmo semplicemente aprire lo sportello evitando il ciclo di asciugatura con l’aria calda. Il frigo? Per conservare a lungo i cibi ed evitare inutili consumi energetici (nonchè gravi rischi per la salute!) ricordiamo di riporre i cibi in frigo solo quando sono freddi e mai quando sono appena cotti.

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Arredi e accessori 2.0: lunga vita all’usato

Oggi l’usato non è più un tabù e il mercato dei beni di seconda mano inizia a spopolare. Se, probabilmente, i prodotti che passano più comunemente di mano in mano sono quelli relativi al comparto dell’abbigliamento e tutti gli accessori per bambini, di certo i mobili e gli elementi di arredo non mancano di nutrire l’interesse dei consumatori dell’usato. Basta andare sui più noti portali di rivendita tra privati o entrare in un negozio second hand per trovare un’ampia scelta.

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Vi sono singoli pezzi di arredo e addirittura intere cucine (i cosiddetti “mercatini” di solito offrono anche i servizi di trasporto e montaggio), ma non solo: si trovano facilmente servizi completi di piatti, pentole, stoviglie, tovaglie, oggetti per imbandire la tavola tovaglie e tutto ciò che serve per degustare caffè, tè e vini. Oggi è possibile dare un tocco personale ed originale alla cucina e alla sala da pranzo scegliendo elementi second hand, allungando loro la vita e… risparmiando. Immaginate di invitare a cena degli amici: soffermandosi sul servizio di bicchieri o sui poggia-posate capiterà che vi chiedano dove li avete acquistati. Voi – con un pizzico di orgoglio green – potrete dire di aver contribuito a rimettere in circolo oggetti belli e particolari: sarà un bel modo per fare comunicazione ambientale in un momento di convivialità.

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