dieta del supermetabolismo

Come funziona la dieta del supermetabolismo?

Aiutare l'organismo a bruciare di più e fare il pieno di energia? Puoi, con la dieta del supermetabolismo

Dieta del supermetabolismo: cosa è e come funziona

Essere a dieta il più delle volte coincide con la deprimente sensazione di “punirsi”. Soprattutto quando per molto, troppo tempo ci si è lasciate andare a pigrizia e alimentazione sbagliata e si pensa di poter perdere velocemente un bel po’ di chili di troppo, magari facendo qualche sacrificio.

In realtà migliorare la forma fisica non è mai una questione di “auto-punirsi”, ma piuttosto di trovare una disciplina che sia in armonia con la nostra vita, e che segua una logica ben precisa.

In tal senso ha suscitato interesse negli ultimi anni la cosidetta dieta del supermetabolismo: si tratta di un programma alimentare protagonista dell’omonimo libro “La Dieta del supermetabolismo – mangia di più, perdi più chili” di Haylie Pomroy (edizioni Sperling & Kupfer). Alla base di questa dieta c’è l’idea di “ingannare” il metabolismo, per dimagrire senza eccessive privazioni. In questo articolo ti spieghiamo quali sono le basi teoriche della dieta: se l’argomento ti interessa puoi leggere anche la nostra guida al funzionamento della dieta del supermetabolismo, elaborata da uno specialista. Un’ultima importante avvertenza: la dieta va seguita sempre sotto la supervisione di un medico, e andrebbe affiancata a un’adeguata quantità di attività fisica.

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Dieta del supermetabolismo: come funziona

La dieta del supermetabolismo punta tutto sulla suddivisione settimanale in 3 fasi, per una durata complessiva di quattro settimane di dieta. Se si segue questo regime, assicura la sua ideatrice, si possono perdere fino a 10 kg in 28 giorni.

Innanzitutto, un punto a favore di questa dieta riguarda la riscoperta del piacere di mangiare. All’inizio del libro, infatti, si parla proprio dell’importanza di godersi il cibo anche quando si cede alle tentazioni. In sostanza, quando mangiamo una fetta di torta al cioccolato ingrassiamo ancora di più se ci sentiamo in colpa. Ergo, quando pecchiamo facciamolo godendoci il momento e il sapore di ciò che mangiamo.

La dieta del supermetabolismo vuole “ingannare” un meccanismo metabolico inceppato: si tratta della situazione frequente in cui, anche se si segue una dieta, non si riesce a dimagrire. Questo accade perché abituiamo il nostro corpo (e, dunque il metabolismo) a una condizione di perenne carestia e, dunque, l’organismo si allena a consumare sempre meno.

Il supermetabolismo, invece, è un metabolismo “vivo” che consuma perché è stato allenato (proprio come se si trattasse di un muscolo). Per il suo training, è necessario dare un bel colpo di spugna alle vecchie abitudini alimentari e allo stile di vita. Tra gli obiettivi delle tre fasi della dieta, troviamo l’apporto di nutrienti vitali che il corpo spesso non assume con regimi rigidi o alimentazione squilibrata e la richiesta al fisico di una prestazione impegnativa, ma mai protratta per più di due giorni consecutivi.

Fegato e tiroide: protagonisti della dieta del supermetabolismo

Prima di addentrarci in modo specifico nelle tre fasi della dieta del supermetabolismo, diamo uno sguardo ai protagonisti di questo rivoluzionario programma alimentare: fegato e tiroide.

La salute del fegato influisce, tra le altre cose, su equilibrio elettrolitico, infiammazione e ritenzione idrica. Inoltre, è il fegato che trasforma le vitamine B in coenzimi metabolizzando proteine, grassi e carboidrati ingeriti. Sempre nel fegato viene prodotta la carnitina, un acido carbossilico in grado di farci bruciare grasso e non muscoli. Avere un fegato sano è, quindi, il primo passo perché a essere consumati come carburante dall’organismo non siano i muscoli, bensì l’odiato adipe. Il fegato va quindi nutrito a dovere e non stressato.

Anche la tiroide riveste un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del metabolismo: questa ghiandola infatti, produce ormoni e funziona come una sorta di “caldaia”, che aiuta a bruciare ma può anche rallentare il metabolismo. Per questo è sempre necessario controllare la chimica ematica della tiroide, ovvero lo stato della sua funzionalità.

Obiettivo della dieta: produrre più grasso bruno

Lo sapevate che siamo dotati (anche i più magri) di due tipologie di grasso? Il nostro organismo, infatti, produce e accumula sia il grasso bruno sia il grasso bianco. La base di ogni dimagrimento che funzioni è riuscire a trasformare il grasso bianco in grasso bruno poiché è proprio quest’ultimo che brucia molto “combustibile” (9 volte in più rispetto al grasso bianco). Ciò accade perché il grasso bruno è termogenico, ovvero crea calore e ci fa bruciare di più. Quando, invece, ad abbondare è il grasso bianco significa che probabilmente ci alimentiamo nel modo sbagliato oppure che stiamo vivendo un periodo di stress o, ancora, di variazioni ormonali (gravidanza. menopausa). La leptina, in particolare, è un ormone che favorisce una grande produzione di grasso bianco e, in generale, quando il metabolismo è lento l’organismo entra in uno stato di iper-produzione di questo tipo di grasso. Dunque, far lavorare bene il metabolismo ci aiuterà anche a produrre più grasso “utile al dimagrimento”, quello bruno.

Le tre fasi della dieta

Premettiamo che, considerate modalità e durata della dieta del supermetabolismo, sarebbe bene tenere (per una volta) fede al solito proposito settimanale: “la dieta? Inizio da lunedì”. Nella dieta del supermetabolismo, infatti, è la settimana a essere suddivisa in tre step e l’intera dieta dura 4 settimane.

Prima fase

La prima fase è quella che ci permetterà di “allentare” ovvero di rilassare il nostro organismo, un po’ come se gli stessimo dicendo che va tutto bene. Questa prima fase sarà molto apprezzata da chi predilige i carboidrati e durerà 2 giorni, lunedì e martedì. L’obiettivo è proprio allentare la tensione e calmare i surreni stressati.

Si tratta di una fase glicemica:

  • alimenti a medio-basso indice glicemico,
  • un po’ di proteine,
  • pochi grassi.

Tra i carboidrati, però, no al frumento quindi la dieta del supermetabolismo non permette pasta o pane di frumento.

Da preferire i carboidrati come:

  • il riso integrale,
  • l’avena,
  • la quinoa (anche sotto forma di pasta).

Il lunedì e il martedì, quindi, si consumano tre pasti ricchi di carboidrati complessi, con poche proteine (tacchino, manzo magro, pesce magro) e poveri di grassi.

Inoltre, sono obbligatori due spuntini a base di frutta (molto consigliato è il mango).

Per quanto riguarda l’attività fisica, nella prima fase è previsto almeno un allenamento di tipo aerobico (corsa, step, cyclette, camminata): è questo, infatti, il modo migliore per utilizzare gli zuccheri dei carboidrati complessi introdotti.

Seconda fase

La seconda fase della dieta del supermetabolismo permette di sbloccare il grasso accumulato e di sviluppare correttamente la massa muscolare.

Questa fase coprirà i giorni di mercoledì e giovedì e la dieta consisterà in pasti altamente proteici, ricchissimi di verdura e poveri di carboidrati e grassi. Si consumeranno, dunque, tre pasti a base di proteine magre.

Le verdure dovranno essere alcalinizzanti (molto importante è mantenere alcalino il ph dell’organismo), poco glicemiche e introdotte in grandi quantità per favorire la funzionalità epatica (soprattutto verdure a foglia verde, broccoli e cavolo).

Tra le proteine previste troviamo, invece: manzo magro, carne bianca e pesce povero di grassi come la sogliola, il merluzzo o il palombo. Non sono previsti né cereali né grassi bensì due spuntini: questa volta, però, lo spezzafame sarà proteico (ad esempio, una fetta di prosciutto di tacchino).

Tra le proteine non sono previsti latticini, proprio perché la dieta del supermetabolismo non li permette, sì invece a omelette (in questa fase preparate solo con l’albume).

La fase 2 aiuterà il corpo a diventare più forte e resistente comporterà una buon apporto di vitamina C attraverso le verdure a foglia verde.

Dal lato fitness, invece, mercoledì e giovedì prevedono un allenamento di tipo anaerobico (ad esempio training con pesi e carico più o meno elevato a seconda del grado di allenamento).

Terza fase

La terza fase della dieta del supermetabolismo copre, invece, i giorni di venerdì, sabato e domenica (la domenica non è considerata giorno libero).

Quest’ultima fase ha come obiettivo “liberare” la combustione. Gli alimenti permessi e da prediligere saranno:

  • i grassi sani (pesce azzurro, frutta secca, semi),
  • i legumi,
  • frutta poco glicemica (frutti rossi, pompelmo, limone, lime),
  • pochi carboidrati (orzo, quinoa)
  • poche proteine (fegato di manzo, salmone, tonno).

Anche i due spuntini previsti seguiranno questo schema, dunque via libera a: mandorle, semi di girasole e hummus.

Nella terza fase è previsto un allenamento all’insegna del relax: molto indicato lo yoga ma anche un bel massaggio drenante o decontratturante può aiutare questa fase della dieta.

Dieta del supermetabolismo: regole da seguire

La dieta del supermetabolismo funziona solo se vengono rispettate le fasi della settimana e vengono introdotti esclusivamente i cibi permessi.Vi sono, in linea di massima, alcune regole da seguire perché la dieta sia efficace e permetta di ottenere il dimagrimento desiderato.

Fai sempre colazione e 5 pasti al giorno

Prima di tutto, bisogna fare sempre colazione 30 minuti dopo il risveglio, perché il primo pasto della giornata è il più attivo sul funzionamento del metabolismo. Inoltre, è necessario mangiare ogni tre-quattro ore (escluso il momento del sonno) per un totale di 5 pasti giornalieri.

Anche l’idratazione è molto importante: il consiglio è quello di bere 30 ml di acqua per ogni chilo di peso corporeo.

Infine, gli alimenti da consumare è meglio che siano di provenienza biologica (non OGM, perché questi cibi interferiscono con ormoni e metabolismo) e senza nitriti nitrati (attenzione alla carne).

Astieniti dai cibi che rallentano il metabolismo

Tra i divieti della dieta del supermetabolismo figura l’assunzione di caffeina, che per molte sarà uno degli ostacoli più ardui da superare. In realtà, come spiega l’autrice, dopo i primi tre giorni di astinenza da caffè ci si sentirà molto meglio e decisamente più forti.

Il libro insegna anche qualche “trucchetto” per superare questa privazione: aggiungere della cannella al caffè d’orzo, per esempio.

Tra gli altri cibi vietati, troviamo: frumento, mais e soia (sempre per la probabile presenza di OGM), zuccheri raffinati, spremute (troppi zuccheri, meglio mangiare un’arancia intera poiché le sue fibre limiteranno le impennate di insulina), alcol, edulcoranti e dolcificanti, cibi “light” (che rallentano il metabolismo).

Il divieto della soia trova però un’eccezione nella seconda fase della dieta per i vegetariani e vegani, con l’accortezza di leggere attentamente la provenienza della materia prima.

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