Herpes zoster

Fuoco di Sant’Antonio: quanto dura e come ci si contagia

Colpisce in modo inaspettato e la colpa è sempre del virus dell'Herpes

Se ne sente spesso parlare ma i sintomi non sempre sono chiari: il fuoco di Sant’Antonio è un disturbo davvero fastidioso e doloroso, che colpisce un discreto numero di donne e uomini. Protagonista indesiderato è il virus dell’Herpes. Vediamo insieme cos’è esattamente il fuoco di Sant’Antonio, come si manifesta e come si contrae.

Fuoco di Sant’Antonio: cos’è

Il fuoco di Sant’Antonio altro non è che il virus dell‘Herpes Zoster. Si tratta, in sostanza, della riattivazione del virus della varicella in età adulta.

Nello specifico, il virus varicella Zoster non scompare dall’organismo ma resta come annidato nei gangli nervosi e nel midollo spinale: qui rimane latente e può anche non riattivarsi mai nel corso della vita. Quando invece il virus si riattiva, ecco la manifestazione di quello che viene chiamato fuoco di Sant’Antonio.

Sintomi

Quali sono i sintomi caratteristici del fuoco di Sant’Antonio? Questa patologia viene chiamata fuoco proprio perché si manifesta con la comparsa di vescicole a grappolo lungo il decorso di un nervo (eruzione cutanea) che possono prudere ma, soprattutto, bruciare. La sensazione di bruciore può diventare vero e proprio dolore, fino a risultare insopportabile.

Inoltre, può esserci anche un senso di malessere diffuso unitamente a febbre. Non di rado, si verifica la sensazione di formicolio nella zona colpita dal virus.

Le zone di norma interessate dalla malattia sono il torace, il collo e l’addome. Raramente, il virus attacca il volto. A meno che l’Herpes Zoster non “scelga” di colpire l’occhio e l’orecchio.

Possibili complicazioni

Il fuoco di sant’Antonio non è pericoloso in sé per le manifestazioni cutanee o per i suoi sintomi fastidiosi e/o dolorosi. Il problema sono le possibili complicazioni ad esso correlate. In particolare, ad essere a rischio sono i nervi.

Il fuoco di Sant’Antonio, nei casi più gravi, può portare alla lesione dei nervi e al manifestarsi di vere e proprie paralisi. Nello specifico, non sono rare le eventualità di paralisi dovute al coinvolgimento del nervo facciale.

O, ancora, di forti vertigini dovute alla lesione del nervo vestibolare. Non da ultimo, sono da temere eventuali problemi al nervo oculare se l’Herpes Zoster copisce l’occhio.

Età in cui si manifesta

In Italia sono davvero in molti a essere colpiti dal fuoco di Sant’Antonio, recenti dati stimano più di 100.000 casi all’anno. L’incidenza della patologia cresce con l’età. Ovvero, si ha più probabilità di ammalarsi di fuoco di Sant’Antonio dopo i 50 anni (con un picco tra i 60 e gli 80 anni).

Non è però, ovviamente, da escludere il manifestarsi della patologia in giovane età. Anche i tempi di guarigione sono proporzionali all’età del paziente: gli anziani, infatti, impiegano molto più tempo per liberarsi del virus.

Diverso è il discorso per i soggetti immunodepressi: in questi casi purtroppo il contagio è possibile e più probabile anche in giovane età e le misure cautelari devono essere più elevate.

Per quanto riguarda i bambini, l’incidenza di Herpes Zoster è piuttosto rara (nemmeno 1 caso su 1000 bambini), ed è invece frequente la probabilità di contrarre la varicella (manifestazione primaria dell’Herpes Zoster) se non vaccinati. Fortunatamente, oggi, il vaccino contro la varicella fa parte del protocollo vaccinale obbligatorio per la prima infanzia.

I bambini più a rischio di contrarre il fuoco di Sant’Antonio in età pediatrica sono coloro le cui mamme hanno avuto la varicella durante le ultime settimane di gestazione (soprattutto da una a tre settimane prima del parto) o coloro che hanno sviluppato la varicella nella primissima infanzia.

Oggi in Italia esiste un efficace vaccino anche contro l’Herpes Zoster o fuoco di Sant’Antonio, somministrato gratuitamente dai 65 anni di età (non somministrabile a bambini o adolescenti) in alcune regioni.

Contagio e durata del fuoco di Sant’Antonio

Il fuoco di Sant’Antonio può trasmettere la varicella a chi non l’ha mai contratta ma non può trasmettersi come fuoco di Sant’Antonio.

Il contagio avviene attraverso il contatto diretto con il fluido delle lesioni vescicolari (in cui è, appunto, presente il virus). Si è contagiosi dal momento in cui compaiono le eruzioni cutanee e fino a quando queste ultime non si siano evolute in croste.

Per questi motivi, chi ha il fuoco di Sant’Antonio deve coprire le lesioni, evitare di toccarle e lavarsi le mani molto spesso e bene. Inoltre, è importante che non condivida asciugamani e altri oggetti personali che possano entrare in contatto in qualche modo con le lesioni cutanee e, dunque, con il virus.

Per quanto riguarda la cura del fuoco di Sant’Antonio, la terapia è mirata e a base di farmaci specifici antivirali. Questi ultimi si assumono per via sistemica e sotto prescrizione medica. Con la terapia, il fuoco di Sant’Antonio regredisce in alcuni giorni.

Il tempo di guarigione è direttamente proporzionale all’età del paziente e alle sue condizioni di salute generali.

L’immunità (temporanea) acquisita dopo una manifestazione di Herpes Zoster può durare anche una decina di anni ma il virus non sparisce definitivamente dall’organismo.

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