Alla base delle "malattie immaginarie" c'è una richiesta di attenzione. Gli ipocondriaci manifestano il bisogno di essere ascolti attraverso la reale convinzione di avere disturbi di ogni tipo (quando nella realtà godono di ottima salute).

Questo e altro ancora nell'interpretazione dello psicoterapeuta Roberto Pani, docente di Psicologia Clinica all'Università di Bologna.

L’ipocondria e il bisogno di essere ascoltati

A distanza di più di 300 anni dalla caricatura che ne diede Molière, il Malato Immaginario non ha smesso di ammalarsi. Che cosa vuol comunicare con i suoi supposti malanni? Lo abbiamo chiesto allo psicologo

Data l’origine psicologica, molto vicine alle “malattie immaginarie” sono quelle psicosomatiche.

È molto interessante scoprire che ammalarsi ad una specifica regione del corpo, ha un preciso significato.

Tanti sintomi, ma nessuna patologia accertata

Tanti sintomi, ma nessuna patologia accertata

Sempre più medici testimoniano che i Pronto Soccorso Ospedalieri e gli studi di medici di base sono ingorgati da pazienti preoccupati di essere malati in qualche parte del corpo: sono puntigliosi e, nei casi più severi, ossessionati di essere colpiti da malattie gravi come il cancro e l’infarto. Gli ipocondriaci lamentano sintomi che richiedono esami clinici, medicazioni, accertamenti ecc.

Tuttavia, proprio grazie alle scrupolose indagini diagnostiche, i medici si accorgono che questi sintomi non conducono ad alcuna patologia organica che si potrebbe ipotizzare essere all’origine del sintomo stesso. Al limite scoprono solo qualche lieve disturbo funzionale, cioè non patologico.

Il bisogno di sentirsi riconosciuti

Il bisogno di sentirsi riconosciuti

Si deduce di conseguenza che l’ansia e il distress creano un circolo vizioso che riguarda invece la psicologia clinica.

Nelle persone ipocondriache l’ansia primaria genera un forte bisogno di autoriconoscimento di se stessi, che primariamente si origina dal corpo. Prima della nascita, il bambino vive di sensorialità e poi entra in contatto con l’immagine corporea di se stesso tramite l’autoriconoscimento allo specchio e i feedback sociali.

A mano a mano che cresce ha bisogno di sentirsi riconosciuto dagli altri.

Mi preoccupo, quindi esisto

Mi preoccupo, quindi esisto

Secondo lo psicologo clinico prof. Roberto Pani dell’Università di Bologna “l’adulto ipocondriaco, in fondo, reclama una sorta di ‘aggiustamento’ del proprio sentirsi riconosciuti, e lo manifesta attraverso il corpo, quasi preferendo di avere qualche malattia, pur di non essere invisibile. Ovviamente il processo è inconsapevole.

L’invisibilità, per chi lamenta sintomi immaginari, equivarrebbe a sentirsi come morto. È come se si ripetessero questo pensiero: “se il mio corpo è a posto, io esisto, se non è a posto, la preoccupazione mi fa vivere“.

Documentarsi sulle malattie, e supporre di soffrirne

Come si comportano gli ipocondriaci?

“Si documentano su patologie mediche, e in qualche caso suggeriscono al medico ipotesi sulle loro condizioni di salute – risponde lo psicologo – Tali supposizioni nel giovane medico, con poca esperienza, può far sorgere qualche dubbio sul fatto che il paziente possa avere buoni motivi per fondare le proprie paure.

Il medico “molto giovane” si può così lasciare suggestionare, anche perché Ippocrate (ai primordi della Medicina) gli aveva raccomandato di prestare attentamente ascolto ai pazienti anche quando riferiscono confusamente i loro mali”.

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