Proprietà e benefici delle bacche di biancospino

1/6 – Introduzione

Originario dell’Europa settentrionale, il biancospino cresce in tutto il mondo. I suoi frutti a bacca rossa contengono molte sostanze potenti e appartengono alla stessa famiglia delle piante di mele e di rose, motivo per cui sono di colore rosso vivo. Così come le rose, le bacche di biancospino sono accompagnate da lunghe spine legnose che possono essere piuttosto pericolose se non gestite con cura. Durante i tempi antichi, ogni parte del cespuglio (fiori, bacche, foglie, steli e corteccia) veniva usata come medicinale. In effetti, i preparati più moderni usano foglie e fiori (estratto standardizzato) che si ritiene contengano più flavonoidi rispetto alle bacche. Utilizzate per promuovere la salute del sistema circolatorio, trattare l’angina, l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca congestizia e l’aritmia cardiaca, le bacche di biancospino sono considerate in Europa come un trattamento sicuro ed efficace per le prime fasi delle malattie del cuore e vengono utilizzate anche per una serie di disturbi tra cui la miocardite, l’arteriosclerosi e le condizioni nervose come l’insonnia e l’ansia. Sono anche indicate per rafforzare i vasi sanguigni, per trattare l’insufficienza vascolare e i coaguli di sangue, ripristinando la parete del muscolo cardiaco. Premesso questo, vediamo più nel dettaglio quali sono le proprietà e i benefici delle bacche di biancospino.

2/6 Occorrente

  • Bacche
  • Fiori
  • Corteccia
  • Foglie
  • Acqua
  • Zucchero

3/6 – Fanno bene al cuore

Le proprietà curative del biancospino sono note da sempre, nell’antichità i popoli ricorrevano ai suoi benefici attraverso l’assunzione di tisane e decotti. Le tisane sono preparate sia con i fiori che con le bacche; sono ottime per rafforzante il cuore, per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, essendo capaci di abbassare o alzare la pressione quando questa presenta degli squilibri. Le bacche di biancospino, dunque, sono ideali per coloro che hanno una storia familiare di malattie cardiache. Se usato in combinazione con una dieta sana, il biancospino è un trattamento efficace a lungo termine per la salute cardiovascolare. Questa caratteristica aiuta anche nella cura della stanchezza fisica generale, negli stati apatici e nell’iperattività.

4/6 – Curano i crampi muscolari

Grazie ai notevoli principi attivi, le bacche di biancospino sono efficienti anche per la cura dei crampi. Esse sono molto nutrienti e sono state per i popoli antichi fonte principale di nutrimento; lo sono ancora tutt’oggi per alcune popolazioni indigene dell’America del Sud, che la impiegano per la preparazione di una bevanda altamente energetica: la Pemmican. Del biancospino non si butta via niente, di fatti ha un legno molto duro e resistente che brucia lentamente e bene, ed è ottimo anche per la lavorazione di oggetti vari.

5/6 – Hanno un effetto dissetante e antinfiammatorio

Ecco di seguito alcuni impieghi con le relativi dosi: per preparare uno sciroppo energizzante di biancospino, aggiungere in mezzo litro d’acqua bollente una manciata di fiori per 30 minuti, poi filtrate e dolcificate con zucchero semolato, rimettere sulla fiamma e lasciare bollire un paio di minuti: da prendere durante la giornata a cucchiai, è anche un ottimo dissetante. Come antinfiammatorio del cavo orale, preparare un decotto con fiori, frutta e corteccia ed usarlo per fare gargarismi e sciacqui. Per l’insonnia, palpitazioni ed ipertensione, fare un infuso con un grammo di fiori in 100 gr d’acqua e prenderne due tazzine al giorno, in particolare prima di andare a dormire.

6/6 – Sono ottime contro l’ansia

In molte medicine tradizionali, le bacche di biancospino vengono utilizzate per determinate condizioni psicologiche, tra cui lo stress, l’ansia e persino la depressione. Durante uno studio condotto nel Regno Unito, che ha valutato il biancospino per l’ipertensione, è stata osservata anche una tendenza verso una riduzione dell’ansia in coloro che assumono il biancospino. Quest’ultimo, infatti, può avere un impatto sui livelli ormonali, il che spiegherebbe perché così tante culture del passato credevano che fosse la cura “per un cuore spezzato”.

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