Psicologia dell’amore: da cosa siete affetti?

Un'intervista al dottor Ferdinando Pellegrino, specializzato in Psichiatria, che ci parlerà dell'amore e dei suoi effetti sulla nostra mente, oltre che sul nostro cuore

Psicologia dell’amore: scopriamone di più

Il dottor Ferdinando Pellegrino svolge l’attività di Psicoterapeuta ed è Direttore dell’Unità Operativa di Salute Mentale dell’ASL Salerno 1, distretto 5 – Costa d’Amalfi. Si occupa prevalentemente di stress, gestione delle risorse umane, disturbi dello spettro ansioso-depressivo. Relatore a numerose conferenze, ha scritto molto sulle tematiche inerenti la depressione, il burn-out, la Bilioterapia ed altro. Noi di Girlpower gli abbiamo posto alcune domande sull’amore e l’innamoramento. Ecco cosa ci ha risposto:

Il dramma dell’amore: si può amare una persona senza avere con lei rapporti sessuali?

L’amore e il sesso sono costantemente al centro dell’interesse dello psichiatra perché nella pratica clinica molti problemi sono riconducibili ad una psicopatologia dell’amore e della sessualità i cui confini con la normalità non sono sempre e comunque ben definiti e definibili. Il vecchio dilemma che da sempre anima le discussioni riguarda l’equivalenza o meno dell’amore con la sessualità. 

Si può amare una persona senza avere con lei rapporti sessuali? E’ possibile avere rapporti sessuali senza amore?


L’esperienza comune ci fa osservare che ogni tipologia di rapporto ha una sua identità ed un contesto in cui si realizza; la sessualità il più delle volte si esprime nel contesto di una relazione d’amore, ma ciò non costituisce una regola generale, è anzi anche vero che l’espressività sessuale può essere avulsa da qualsiasi contesto relazionale e affettivo. 
Il vero problema consiste allora nel definire l’amore e la sessualità e nel comprendere cosa queste due dimensioni del vivere significano per l’individuo. In senso generale l’amore esprime la capacità di un individuo di essere attento alle esigenze e ai bisogni dell’altro, esprime il senso di protezione e di preoccupazione per l’altro ed è piena assunzione di responsabilità in quanto il fine ultimo è la realizzazione del valore personologico dell’altro (il “prendersi-cura-di”).

Che cos’è l’amore?

L’amore così inteso prescinde dalla gratificazione sessuale immediata: è passione e desiderio, è un confronto paritario tra due persone che si affrontano e confrontano con attese e speranze, ben oltre la sfera sessuale; l’amore tuttavia ha molto a che vedere con il sesso e spesso nelle dinamiche di coppie la sessualità inespressa o disattesa diventa motivo di conflitto.  Le situazioni possono tuttavia essere variegate e non sempre di facile comprensione; vi sono coppie che vivono la sessualità in modo vivace ed intenso, ma che nella vita quotidiana hanno un rapporto altamente conflittuale, altre che pur condividendo un’esperienza affettiva intensa, si riscoprono fragili e asettici nell’espressività sessuale, fino ai cosiddetti “matrimoni bianchi” in cui vi è una completa asessualità. Il sesso può essere motivo di riappacificazione ma anche di ricatto psicologico, tentativo punitivo rispetto a conflittualità legate ai problemi della vita quotidiana, ma anche modalità ricompensativa e riparatoria.  Dinamiche variegate e non sempre di facile interpretazione le ritroviamo infatti nella pratica clinica, ove le distorsioni emergono con maggiore facilità aiutandoci a comprendere la complessità delle problematiche.

Quali sono le patologie dell’amore?

E’ difficile comprendere cosa succede nella vita di tutti i giorni e tentare di interpretare in modo corretto e senza esprimere giudizi; non esiste una coppia ideale, così come invece esistono intrecci di relazioni e affetti difficili da comprendere.  Molti disturbi dello spettro ansioso-depressivo nascono all’interno delle famiglie, e soprattutto nella relazione di coppia; come clinici vediamo l’esito invalidante di alcune storie, i tormenti personali e delle coppie, le tante vicende della vita che talvolta possono sembrare grottesche ma che rivelano la complessità di certe problematiche e rivelano anche come amore e sessualità siano da sempre motivo di preoccupazione per l’uomo.  La complessità della vita amorosa e sessuale è quindi legata a numerose variabili, ed in particolare alle caratteristiche di personalità degli individui che, pur nell’ambito della normalità, presentano un diverso modo di relazionarsi con se stessi e con gli altri. 

Ci può fare un altro esempio?

Altro esempio di frequente osservazione è dato dalla personalità isterica. Nell’isteria, madre della condotta egocentrica, vi è la consacrazione dell’egocentrismo e della teatralità, spesso correlata ad impotenza e frigidità. L’insicurezza che ne deriva vuole essere compensata da un desiderio di centralità nelle relazioni, senza avere un rapporto di amore profondo. Una eccessiva interdipendenza può essere fonte di disagio in quanto vi può essere una confusione di ruoli ed una riduzione dell’autonomia del singolo, elemento sempre positivo nell’ambito di un rapporto di coppia; l’interdipendenza – se eccessiva – può limitare la creatività e generare frustrazione, ma se contenuta e vissuta con senso di responsabilità e di rispetto diventa un forte collante per la coppia.  Nelle forme esasperate di interdipendenza si può assistere a risvegli – a ciel sereno – di forme di aggressività che pongono la coppia in una grave situazione di crisi. Nella dipendenza a senso unico acquista invece un significato peculiare la mancanza di autonomia di uno dei due partner che genera insicurezza, diventa spesso il punto di partenza per forme di gelosia esasperanti e di crisi coniugali; ma in molti casi la dipendenza, vissuta come accettazione passiva del rapporto, attenua, almeno in modo superficiale, gli attriti e garantisce un’apparente armonia di coppia, un equilibrio che può persistere anche a lungo e per tutta la durata del rapporto, tipico è l’esempio della donna che accetta di vivere con un marito alcolista subendone le conseguenze per tutta la vita. 

E per quanto riguarda la gelosia?

Nell’ambito delle diverse tipologie di coppie viene a trovare spazio la gelosia, vero scacco della coppia; qui si confonde l’infedeltà constatata con il legittimo timore dell’infedeltà in una dinamica psicologica di possessività e ossessività.  Il geloso deve possedere tutto, anche il passato, ed il futuro è già attuale, è già nella memoria (dimensione paranoicale); la gelosia rivela una forte insicurezza ed immaturità della persona ed è alla base di molte crisi coniugali, di forti esasperazioni in cui prevale l’emotività sulla razionalità, lasciando minimi spazi alla sana contrattazione.  Nei casi estremi, e comunque con una rilevante frequenza, la gelosia può assumere, soprattutto dopo i quarant’anni, dimensioni deliranti con gravi ripercussioni a livello individuale e familiare. 

E cosa può dirci dell’innamoramento?

Nel delirio amoroso, che possiamo definire come una abnorme persistenza della fase di innamoramento (“il perdere la testa”), vi è già una franca connotazione di patologia con presenza di una ideazione prevalente rispetto all’oggetto d’amore e una scarsa accessibilità alla critica: in tale condizione si può essere capaci di tutto, si possono prendere decisioni fallimentari, abbandonare la moglie, il marito o i figli, compromettere l’attività lavorativa. Non si vuole in questa sede generalizzare né operare giudizi rispetto a situazioni che nella vita possono occorrere a chiunque; i criteri che definiscono la psicologia e la psicopatologia dell’amore sono labili, non obiettivi, e certamente discutibili.
 

 

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