La gelosia nella coppia

La gelosia nella coppia può essere un serio problema. La Psicologa Emmanuella Ameruoso ci spiega quali sono le cause e come sconfiggerla

Come vincere la gelosia

Gentile dottoressa, sono una ragazza di 22 anni fidanzata da 2 anni e mezzo con un ragazzo di 28. La nostra storia é meravigliosa sotto ogni aspetto ma negli ultimi tempi sono diventata scontrosa, gelosa in maniera incontrollata di lui, dubito anche della fedeltà del mio ragazzo. Non ero così prima era il contrario e giustifico il mio comportamento dicendogli che "non mi dà più attenzioni" siamo passati dall’euforia dei primi mesi al totale abitudine e fin troppo certezza in tutto nella storia…il mio grande terrore che lui si possa stancare di me anche se mi ripete giorno per giorno che mi ama … Tutto questo per le mie stupide paranoie..

La gelosia è una forma di possesso che non ha nulla a che vedere con l’amore. Prevalentemente legata alla paura di perdere l’altro, ha la sua origine nelle prime forme di attaccamento.

La paura di perdere l’oggetto d’amore invade tutta la psiche e, proprio per questo, noi parliamo di angoscia. È su questo terreno che nasce e attecchisce un sentimento di cui si parla malvolentieri, che è tremendamente difficile confessare, ma dal quale è ancora più difficile restare immuni: la gelosia

(Carotenuto, 1987)

Il partner diviene il portatore di défaillances connesse all’autostima, al bisogno che ogni bambino ha nel volere essere esclusivo e nel ricevere un amore unico. Per il piccolo l’amore degli altri è fondamentale e lo stesso succede crescendo.

Non si può rinunciare all’altro poiché l’allontanamento genera angoscia, gelosia. È l’altro che ci permette di comprendere che “esistiamo” e di questo dà continuamente conferma, amandoci.

La vita quindi avanzerà in funzione di colui che detiene questo potere e tutto ciò che genera ostacolo al rapporto verrà contrastato. Il possesso diventa fondamentale per la continuità e la sopravvivenza.

La “minaccia”, di contro, determina incertezza: succede quando l’appoggio dell’altro comincia ad essere deficitario. È quindi naturale provare gelosia e cercare di trattenere questo amore poiché trasmette il senso di sicurezza di un legame che persiste nel tempo fornendo altresì certezza e fiducia costanti.

All’interno della relazione il tentativo di fermare l’altro può assumere dimensioni enormi, quasi soffocanti, e lo scambio non è più sufficiente a placare i propri bisogni. La gelosia diventa così patologica.

Ma quali sono le cause?

La ricerca si rimanda al legame primario cioè alla relazione madre-bambino. L’attaccamento si sviluppa in questa fase a partire dalla nascita e tanto più simbiotico è il rapporto tanto maggiore sarà la necessità del piccolo, crescendo, di stabilire lo stesso sentimento con il proprio partner.

Ma questo può essere possibile fino ad un certo punto. Quando si manifesta la gelosia qualcosa nel rapporto non sta funzionando, probabilmente un tentativo di svincolo dell’uno dall’altro, una possibile distrazione, una necessità di “allentare la presa” in virtù di un rapporto “soffocante” dà vita ad un vissuto di rabbia e di odio. In questo frangente viene a mancare il “controllo” sull’altro e la sensazione di subire un torto, un tradimento emerge.

Quando preoccuparsi?

La volontà (e il bisogno) di essere il pensiero centrale nella vita dell’altro, di primeggiare ha tratti fortemente narcisistici che portano a vivere il rapporto in maniera angosciante.

Secondo la psicoanalisi temere una cosa equivale a desiderarla e pertanto se nella coppia vi è la paura che l’altro possa lasciarci o tradirci allora esiste un bisogno profondo di riceverne conferma. E il tormento che ne consegue è espressione di una difficoltà a vivere la relazione con l’altro a 360 gradi.

Sarebbe impossibile per un narcisista tollerare la mancanza di centralità all’interno del rapporto e allo stesso tempo vivere un rapporto di dipendenza costante!

Riuscire ad alternare la propria autonomia e individualità con la dipendenza dall’altro diventa un turbine di angoscia, per cui stare senza è preferibile al viverlo.

Quando emerge questa consapevolezza è bene rivolgersi a qualcuno che possa fornire alla coppia (e all’individuo) dei nuovi strumenti interpretativi in modo tale da vivere la relazione in maniera più soddisfacente e completa.

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