Che cos’è il gaslighting?

Hai mai sentito parlare di gaslighting? Un abuso psicologico può svilupparsi in mille diversi modi. La violenza peggiore è quella che si compie in silenzio fra le mura domestiche, con educazione e un falso sorriso di compatimento. Tanto da farti credere di essere tu “la pazza”: è il caso del gaslighting.

“Gaslight”, in lingua inglese significa letteralmente “la luce emessa da una lampada a gas”. Ma significa anche, spiega il vocabolario, far impazzire qualcuno: negare o manipolare i fatti in modo da far dubitare l’altra persona e renderla insicura delle sue percezioni.

È ciò che accade nell’opera teatrale “Gaslight”, del drammaturgo britannico Patrick Hamilton, in scena nel 1938. In seguito due adattamenti cinematografici, nel 1940 e uno del 1944, porteranno l’opera sul grande schermo. In Italia “Gaslight” è “Angoscia”, film in bianco e nero girato dal regista statunitense George Cukor, in concorso al Festival di Cannes 1946. Da non confondere con “Angoscia”, 2015, regia di Sonny Mallhi, che nulla ha in comune con il precedente se non il nome. La trama? Attraverso sottili manipolazioni (fra cui la luce delle lampade a gas!) un marito cerca di portare alla pazzia la moglie, che lentamente viene condotta in una spirale di paranoia.

“Ti stai inventando tutto”
Sei paranoica…
O forse non lo sei per niente

IIl gaslighting è tentacolare e invadente, prende alla gola fino a strozzare: manca l’aria, scompaiono intorno a noi amicizie e vincoli affettivi. Per troppo amore si arriva a sentirsi svuotati, stupidi, increduli.

I segnali da osservare

Ti è mai capitato di vivere una situazione del genere? Non sempre è facile riconoscere di essere vittima di violenza, tuttavia esistono segnali precisi a cui è possibile fare attenzione. Il fenomeno riguarda soggetti con tendenze sociopatiche in grado di apparire convincenti nelle bugie. Sono in grado di manipolare la realtà con una verità di cui loro stessi si convincono. Ecco perché può diventare molto difficile tentare di ragionare e costruire un dialogo in situazioni del genere.

Più la persona cerca di far emergere un’altra visione, maggiore sarà lo sforzo e il convincimento dell’altro a rifugiarsi nel suo mondo. Il disagio psicologico può arrivare a forme di grave prostrazione. Prima di rischiare il crollo, fisico, e psicologico, è fondamentale uscire da questa spirale negativa. Il passo da fare, ancora prima di chiedere aiuto o condividere la propria storia, è riconoscere quando ci si trova in una relazione del genere. L’atteggiamento manipolatorio del gaslighting può toccare il rapporto di coppia, ma anche emergere sul luogo di lavoro, fra colleghi o in famiglia, nella relazione genitori-figli.

Perché continuiamo ad amare chi ci fa gaslighting

Ma perché riconoscere il gaslighting è così difficile, e perché chi ne è vittima spesso non pensa nemmeno di lasciare

Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo Gestalt ed EMDR ci chiarisce meglio il concetto: “È una forma di manipolazione, ma la persona che lo fa, per quanto “maligna“ possa apparire, ha anche aspetti positivi. Nella mia esperienza professionale noto spesso che le persone si legano alla parte ‘positiva’ del gaslighter. Io lo chiamo ‘l’abbraccio della sera’. Vedo tantissime persone intrappolate in relazioni tossiche che passano grandi periodi di tempo aspettando proprio ‘quel momento speciale’, rappresentato da un abbraccio, un bacio, una coccola, un pensiero dolce. La persona si sente speciale, amata, importante per qualcuno e tutte le bugie, le violenze subite sia a livello fisico che psicologico passano in secondo piano. Passando il tempo con il Gaslighter i periodi positivi saranno sempre minori, ma è come se la persona ormai rimanesse agganciata a quei momenti e quindi li ricercherà, sperando anche che il partner possa cambiare. In linguaggio tecnico viene chiamato ‘breadcrumbing’ (spargere le briciole): sono piccoli gesti di interesse ad intermittenza che il partner percepisce come unici e inimitabili. Potrebbe anche arrivare a pensare che nessun altro sarà in grado di farla sentire così importante”

gaslighting

Gaslighting come riconoscerlo

In presenza di gaslighting il dubbio è una costante, tanto da portarci in uno stato di confusione. A un certo punto si può arrivare a sperimentare una tale condizione di incertezza da aver paura di non saper più riconoscere ciò che è reale da ciò che non lo è.

E allora facciamo chiarezza, con uno schematico elenco degli elementi più ricorrenti nei casi di gaslighting:

  • La rabbia è uno stile di vita – Sia nel rapporto di coppia, sia in famiglia il gaslighter ha continui scatti d’ira, spesso per motivi assurdi, tanto che chi gli sta vicino sperimenta la classica sensazione di “camminare sulle uova”, perché il gesto più insignficante potrebbe diventare il motivo di una sfuriata. Quasi sempre si tratta di episodi relegati al chiuso delle mura domestiche. Se la violenza è segreta sarà più facile costruirela facciata di una famiglia o una coppia felice.
  • Vivere con l’ansia – Ambivalenza affettiva: si lamenta per come sei, ti critica e ti accusa, ma al tempo stesso dice che non può fare a meno di te. Questo crea un continuo stato di ansia, perché l’aggressione arriva quando meno ce lo aspettiamo
  • Ti stai inventando tutto: sei pazza” – Questo è il tipo di frase più ricorrente: a forza di insinuarlo ogni giorno si riesce a seminare il dubbio.
  • Continua richiesta di attenzioni – Ogni volta che cerchi di dare attenzione a qualcuno o qualcosa che ti interessa è un affronto, un “rubare” al vostro rapporto. No, non sei tu l’egoista. È che la gelosia e una forma esasperata di possessività fanno parte del fenomeno gaslighting
  • Non vali niente – Ti senti svilita, incerta, non creduta, stupida. Sappi che violenza non è solo quando qualcuno ti dice “sei stupida!”, ma anche tutte le volte in cui ti fa sentire tale senza il bisogno di parole
  • Quanto tempo hai per uscire con altre persone? – Vedi meno persone, sempre meno: l’altro ha costantemente un motivo per criticarle, considerarle stupide o mettere in dubbio le loro intenzioni. Le rare volte in cui esci da sola guardi continuamente l’orologio. Senza accorgertene, ti stai condannando all’autoisolamento
  • Le tue idee sono assurde – In coppia sei “quella con idee strane in testa”, sul piano professionale ogni tua iniziativa è bocciata o etichettata
  • Il sesso è bellissimo – Nel caso del rapporto di coppia si aggiunge un lato importante legato alla sessualità. Succede più frequentemente di quanto si pensi: coccole e sessualità diventano un narcotico capace di tamponare le ferite e dare una svolta “up” riportando l’umore alle stelle dopo i momenti down di crisi
  • Qual è la verità? – La menzogna esiste, ma si tratta di una modificazione della realtà così sottile che spesso la prima vittima è il gaslighter stesso, il quale vive in una realtà tutta sua. Questo è uno dei motivi per cui può essere ancora più destabilizzante e difficile andare in cerca della verità
  • Sei stanca – La confusione a livello mentale e psicologico diventa stanchezza frustrante difficile da tener a bada, in grado di emergere anche nel corpo. Disturbi della tiroide, variazioni importanti nel peso, insonnia possono essere importanti messaggi del corpo che tenta di avvertirci quando lo stress diventa insostenibile

Il cambiamento inizia dall’amore per te stessa

Per iniziare a staccarci da un amore tossico c’è bisogno innanzitutto di ritrovare “l’amor proprio”, quell’amore forte e vitale che orgogliosamente ci lega a noi stessi e permette di riscoprire la dignità, il diritto all’espressione il rispetto che viene prima di tutto da sé. Ma imparare ad amarsi non è facile. “Una mia paziente proprio in questi giorni mi ha detto ‘Solo adesso capisco cosa intendi quando mi dici di cominciare ad amarmi’. L’aspetto fondamentale è cominciare a dare importanza ai propri bisogni” spiega la dott.ssa Pamela Busonero: ”Spesso tendiamo a mettere le nostre esigenze in secondo piano per compiacere gli altri, pensando di essere egoisti se ci soffermiamo su noi stessi. Ma assecondare i nostri bisogni, nel rispetto dell’altro, è il primo passo per cominciare ad amarci. Quindi evitiamo di lasciare la propria felicità in mano ad altre persone”.

Come possiamo aiutare una persona vicina a noi vittima di violenza? Spiega l’esperta “È difficile rispondere a questa domanda. Capisco benissimo la sensazione di impotenza che si prova nel vedere una persona cara vittima di questo tipo di manipolazione. Purtroppo, se la vittima non se ne rende conto, è difficile farle vedere certe dinamiche. Quello che consiglio di solito è starle vicino, non giudicare né lei né il partner. Un atteggiamento giudicante potrebbe far sì che la persona si allontani e questo renderebbe ancora più difficile uscire dalla relazione. Altro consiglio è quello di farle leggere qualche articolo che parla di queste dinamiche, sperando che ci si riconosca”.

Che cosa fare per affrontare il gaslighting?

Scavando dentro al fenomeno gaslighting è possibile scoprire una drammatica mancanza di fiducia: un buco nero al centro del cuore che divora ogni sentimento positivo e fa vacillare anche i rapporti d’amore più solidi. Come un tarlo si nutre del legno fino a farlo crollare, nello stesso modo si risucchia ogni energia fino a lasciare l’altro devastato e solo, in preda a un‘incertezza estesa a ogni lato dell’esistenza. Lo sviluppo della fiducia è un tema importante su cui lavorare, sia per il Gaslighter, sia per chi rimane vittima di questo fenomeno. Ma non è facile, perché implica la disponibilità al riconoscimento di queste dinamiche e la capacità di mettersi in discussione.

Se vuoi cambiare le cose sappi che non potrai aspettare l’altro, per tanti motivi. Perché l’altra persona potrebbe non decidersi mai e, cosa ancor più fondamentale, perché non possiamo decidere sugli altri. Tu hai potere solo sulla tua vita. Ricorda che non importa ciò che si dice: i cambiamenti nascono dalle nostre azioni, da quello che facciamo in pratica, non quello che continuiamo a ripetere.

Potresti continuare ad ascoltare le promesse degli altri per anni, ma questo non farà avverare i desideri. Invece, quello che continua a passare inevitabilmente è il tempo: il TUO Tempo. Sei davvero sicura di voler continuare su questa strada? Fra qualche anno potresti guardare indietro e osservare con amarezza quanta energia hai dato e, con rimpianto, tutto ciò che non si è mai avverato. Quanto spreco di speranza, bellezza, orgoglio.

Sappi che non c’è mai un momento in cui ci sentiamo abbastanza forti per il cambiamento. L’istante in cui la trasformazione inizia è quello in cui sai che tutto questo non ti basta più, che sei stanca di aspettare e hai già pianto tutte le tue lacrime: adesso.