I gruppi più strani su Facebook

Follie di inizio millennio. O ultimi strascichi di derive digitali. Fatto sta che la presenza dilagante del social network più potente nella storia del web ci lascia sempre più senza parole. Facciamo un giro tra le ultime astrusità internettiane

Non passa giorno senza che veniamo invitati a iscriverci a qualche curioso gruppo su Facebook. Raramente si tratta di gruppi con finalità serie. Nella maggior parte dei casi o sono incomprensibili oppure sono talmente assurdi che proprio non riusciamo a trattenere le risate. Abbiamo cercato per voi i migliori e li abbiamo raggruppati per categorie. Ecco il risultato.

Facebook è il modo migliore per rimorchiare. Se qualcuno nutrisse ancora dei dubbi, anche Facebook, come qualsiasi altro social network precedente, viene utilizzato soprattutto per rimorchiare. C’è chi lo fa in maniera discreta, chi invece lancia il suo messaggio dritto come un fuso creando dei gruppi che non lasciano spazio a dubbi: “Basta “poking”, facciamo sesso”, “Pensavo fossi gnocca finché non sono andato a vedere su ‘altre foto'”, “Credi nell’amore a prima vista o devo camminarti davanti ancora per molto?”.

Diamoci una pacca sulle spalle. A tutti noi è capitato di compiere delle azioni che ci fanno sentire irrimediabilmente stupidi. Ora, grazie ai gruppi di Facebook, sappiamo di non essere soli: “Gente che deve sempre fare lo spelling del proprio cognome”, “Accendo il cellulare per vedere al buio”, “Quelli che hanno spinto una porta quando c’era scritto ‘tirare'”.

Scelte di vita. Molte persone, a un certo punto della propria vita, compiono delle scelte di vita spesso incomprensibili ai più. Oggi, anche per loro, esiste finalmente un luogo dove incontrarsi: “A Pescara o ti fidanzi o ti Ubriachi!”, “Odio la metropolitana di Londra”, “Sono in analisi perché nessuno mi ha mai comprato il Dolce Forno da piccola”.

Quelli nati negli anni 70. Ultima categoria, ma tra le più attive, quella dei nati negli anni 70 che su Facebook, come in generale su Internet, si sentono gli adulti in mezzo a un gruppo di ragazzini. Fa niente se molti di loro vivono ancora in casa con i genitori. I trentenni di oggi ci tengono comunque a ribadire che loro sono approdati alla tecnologia molto prima dei pischelli che bazzicano la rete e un gruppo tra tutti lo conferma: “Quando avevo la tua età dovevo soffiare nei videogame per farli funzionare”.

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