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MBTI, il test della personalità che ti aiuta con il lavoro

Cos'è, come funziona e come può esserti utile sul lavoro il test della personalità Myers-Briggs

Test della personalità MBTI

Che cos’è il test della personalità MBTI? Dietro questo studio c’è una mente femminile, anzi due per la precisione: Katharine Cook Briggs e sua figlia Isabel. Utilizzato sul piano personale e professionale, ecco come funziona e perché può aiutarti.

Chi è Katharine Cook Briggs? Americana del Michigan, nasce il 3 gennaio 1875 nella contea di Ingham. Entrambi i genitori hanno frequentato il college e il padre, Albert John Cook, entomologo e zoologo, nel 1862 fonda la prima collezione di insetti dell’Agricultural College, oggi Michigan State University. Grazie alla sua famiglia è ispirata all’amore per la ricerca. Amante dello studio, Katharine viene educata a casa: frequenta il college e per tutta la vita lavorerà come insegnante e accademica. Sposa il fisico Lyman James Briggs e il 18 ottobre 1897 viene alla luce Isabel. Per la figlia Katharine pensa a un’educazione anticonvenzionale, su ispirazione dell’istruzione ricevuta da lei stessa nell’infanzia. Incoraggia la figlia a leggere, scrivere; in una parola, pensare. Lo sviluppo e l’educazione del bambino è una questione al centro dei suoi interessi. È così che, riflettendo e documentandosi su questi temi, prende forma lo studio delle personalità.

MBTI è l’acronimo che sta per Meyers-Briggs Type Indicator. Che cosa significa? Indicatore di personalità Meyers-Briggs, ideato da Katharine Cook Briggs insieme alla figlia Isabel.

MBTI, che cos’è?

Il test della personalità MBTI prevede 16 possibili combinazioni in base al tipo di personalità, con una dominante in ciascuna delle quattro coppie. I primi studi risalgono agli inizi del Novecento, quando osservando il comportamento dei bambini: Katharine Cook Briggs identifica 4 principali tipi di personalità: meditativo, spontaneo, esecutivo, socievole. Influenzata dal lavoro di Carl Jung, che legge negli anni Venti, lo presenta alla figlia: le sue indagini saranno un’ispirazione per lo studio delle persone in base al carattere. Dopo la guerra, nel 1945 Katharine Cook Briggs, il marito Lyman Briggs e la figlia Isabel effettuano le prime valutazioni coinvolgendo gli studenti della George Washington Medical School. Dopo la morte di Katharine, avvenuta il 10 luglio 1968 all’età di 93 anni, sarà Isabel a continuare gli studi della madre e sistematizzare la teoria elaborando il test che prenderà il loro nome, MBTI.

Pensiero, sentimento, intuizione, sensazione: sono le quattro funzioni psichiche individuate da Jung. Sono funzioni razionali il pensiero, a cui sono associati i processi logici, e il sentimento, ad esso contrapposto. Sensazione e intuizione costituiscono le due funzioni irrazionali. Ciascuna di esse può essere estrovertita o introvertita, ovvero orientata verso il polo dell’estroversione o dell’introversione.

Come funziona il test

Il test MBTI si basa su 4 dicotomie. Vediamo di che cosa si tratta attraverso quattro domande che possono aiutarti a riflettere e analizzare il tuo approccio alla vita.

Scala E-I

Estroversione (E) vs Introversione (I)

Tendi a riversare la tua energia all’esterno o sei più concentrata sul tuo mondo interiore? Attenzione, qui non si parla di introversione nel senso di timidezza, bensì del focus verso l’attenzione, che in alcune persone è più proiettata verso il mondo esterno, mentre in altre si concentra più sulle dinamiche dell’universo interiore.

Scala S-N

Sensazione (S) vs Intuizione (N)

In te predomina la concretezza che viene dai cinque sensi o il feeling che senti dentro? Prova a pensare al modo in cui ti arrivano le informazioni: il profilo S identifica chi, in genere, è contraddistinto dalla praticità e dà peso ai fatti. Al contrario, l’intuizione appare una modalità propria di coloro che si affidano al classico sesto senso.

Scala T-F

Pensiero (T) vs Sentimento (F)

Il tuo modo di prendere decisioni avviene più sulla base di parametri oggettivi o non può prescindere da un certo universo di valori a cui senti di appartenere? Da una parte un approccio alla scelta che tende a valutare le variabili e giunge a una soluzione considerando cause ed effetti, dall’altra la tendenza a compiere una scelta che sia verso il bene complessivo, fedele a un principio di etica interna, anche a discapito delle regole.

Scala J-P

Giudizio (J) vs Percezione (P)

Nel tuo agire tendi a concentrarti su ogni dettaglio o in genere sei aperto a ciò che arriva? Controllo o flessibilità: una delle due polarità tende a prevalere sull’altra e secondo la logica del test MBTI questo ci permette di capire in quali situazioni possiamo dare il meglio e che cosa, invece, può metterci a dura prova. Per esempio, i tipi J in genere hanno un accentuato senso del dovere; sono ben organizzati e puntuali, rispettano le scadenze, tuttavia possono mostrare eccessiva rigidità. Al contrario, una persona P è in grado di reagire in fretta agli eventi; grazie alla spontaneità sa improvvisare, ma può avere difficoltà a rapportarsi con l’autorità e rispettare le scadenze.

In base alla combinazione dei punteggi ottenuti su ogni scala verrà elaborato un tipo di personalità risultante fra le sedici combinazioni possibili.

Lavoro: 3 regole per (re)inventarsi

Il test della personalità MBTI è stato utilizzato dalla sua creatrice, Katharine, per aiutare le donne nell’inserimento nel mondo del lavoro negli anni del dopoguerra.

Non esiste un tratto migliore di un altro, semplicemente ognuno di noi possiede un modo peculiare di procedere nella vita, fronteggiare gli ostacoli, rapportarsi con gli altri. Andare alla scoperta del nostro carattere significa imparare a riconoscere i nostri doni… e iniziare a usarli, dal lavoro alla vita privata.

1. Pensa a 360°

Grazie al test potresti scoprire proprio questo: un lato di te che magari hai sempre conosciuto, ma non hai mai preso seriamente in considerazione. Attenzione a non confondere passione e attitudine: non è detto che il lavoro in grado di garantirci la sopravvivenza venga da quelle che crediamo essere le nostre passioni. Certe abilità e competenze, coltivate nell’ombra e a cui siamo naturalmente spinti, potrebbero essere la vera chiave del cambiamento.

2. Ti metti in discussione?

Spesso diciamo di desiderare il cambiamento, ma… non siamo realmente disposti a cambiare. Farlo potrebbe voler dire rivoluzionare le tue abitudini, l’organizzazione sul lavoro o le relazioni in famiglia, persino farti riprendere in mano quel sogno che hai sempre accarezzato ma non hai mai osato sperare. Che cosa stai facendo, nei fatti? Il pensiero non basta, per sbloccare le cose ci vuole azione. Investire sulla formazione può essere una buona idea: sarà un sostegno a livello professionale e personale.

3. Offri il tuo sapere

Uno degli errori più frequenti sui social riguarda a compilazione dell’identità professionale: sappi che definizioni come “capo di me stesso” non spiegano proprio nulla. Usa la rete per comunicare consapevolmente e racconta agli altri ciò che fai. Il potere del passaparola moltiplica le possibilità della tua azione.

Mettere a disposizione il proprio saper fare non ha a che fare con un semplice risultato a livello lavorativo: è un’attitudine e una filosofia di vita; è apertura agli altri, capacità di creare una rete interconnessa. Che sia per un progetto sociale o l’annuncio a cui mai avresti pensato di rispondere, è incredibile ciò che può accadere quando iniziamo a mettere in circolo l’energia.

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