Imparare a cavarsela

CIAO, MAMMA

Ecco, è scomparso dentro l’edificio di mattoni e tu, confessa, vorresti essere una mosca silenziosa per sorvolare fra quelle testoline. Riuscirà a cavarsela? Se il tuo inconscio è già partito con l’elenco dei potenziali pericoli, o presunti tali, sappi che: sì, ce la farà. I bambini non solo se la sanno cavare molto bene, ma amano terribilmente il fatto di fare da soli… essere autonomi…. sentirsi grandi. Esattamente le stesse cose in grado di terrorizzare a morte le madri. È il momento di scalare la marcia e lasciare al giovane pirata il comando del vascello. Non preoccuparti per quel filo d’ansia che sale dallo stomaco: adesso sei la mamma di un bambino grande. Puoi farcela!

Conoscere la maestra

LA MAESTRA

E poi c’è lei, la Maestra: quella figura capace di evocare subito una carrellata di ricordi di una maestra ben più antica, che ormai chissà che fine avrà fatto. La maestra di tuo figlio sarà simpatica e sorridente oppure una signorina Rottermeier in versione contemporanea? C’è un unico errore da evitare: lo sbaglio di giudicarla prima di sapere che persona sia. Attenzione a quello che pensi: i bambini sono peggio di 007. Meglio imbavagliarsi e attendere gli eventi fino a quando non l’avrai conosciuta meglio. Potresti perfino scoprire che è simpatica.

Ora della merenda

ASPETTANDO L’INTERVALLO

A metà mattina è il pensiero ricorrente di ogni madre: arriva all’improvviso, mentre guardi fuori dalla finestra: «Che cosa staranno facendo adesso?». Pensiero numero due: «Si comporterà bene? Avrà tutto quello gli serve in cartella? E… la merenda??». Sì, la merenda te la sei ricordata e anche un pacchetto di fazzoletti, l’astuccio pieno zeppo di colori, i quaderni con la copertina dei cartoni animati preferiti e quant’altro sia riuscito a infilare in quelle piccole tasche colorate. Rilassati. Non c’è niente che tu debba fare. Le mamme soffrono di una buffa malattia congenita: si chiama incapacità di fermarsi. Del resto, provaci tu a fermarti dopo aver imparato per anni a tenere lui con un braccio e l’aspirapolvere nell’altro (e nel frattempo rispondere al telefono, controllare la cottura della pasta e pensare che vorresti solo dormire 12 ore). Da ora lui sarà più autonomo e tu… no, non piangere. L’avventura è appena iniziata.

Credere nei figli

E SE FOSSE COME ME?

Di solito funzionava così: o appartenevi al gruppo di quelli che amavano i numeri o… hai subito afferrato che per capirli non c’era che una soluzione: farlo in una prossima vita. Ma lui? Come saranno i nostri figli? Non c’è risposta alla domanda di chi vuole immaginare il futuro: solo una certezza. Lui è lui. Ogni bambino è unico, con il suo carattere (che già si fa sentire!), i suoi sogni, la sua vita. Il dono più bello che possiamo fare ai piccoli è fare un passo indietro e liberarli dal peso dell’aspettativa. Riempirli di bellezza, quella autentica, ispirazione, forza. Ogni figlio desidera la libertà di fare i propri errori. E non c’è maggior soddisfazione che una verifica piena di rossi e blu, fatta tutta da solo. Con le proprie forze. Senza barare.