- Vuoi avere il mio numero?
- Assolutamente, sì.
- Quale numero vuoi?
- Tu hai più di un numero?
- Senti questo. Dieci: sono i mesi che ha la mia bambina.
- Hai una bambina?
- Già. E, oh, sei: sono gli anni che ha l'altra mia figlia. Otto: è l'età di mio figlio. Due: le volte che sono stata sposata e divorziata. Sedici: sono i dollari che ho sul mio conto in banca. 555-8206: è il mio numero di telefono. E dopo aver sentito tutti questi numeri, zero: è il numero delle volte che mi chiamerai.

A parlare sono Erin Brockovich, alias Julia Roberts, e George, Aaron Eckhart. La storia di Erin Brockvich. Il film Erin Brockovich - Forte come la verità racconta la vera storia di una donna diventata celebre per la causa contro la Pacific Gas & Electric nel 1993. Una storia di orgoglio, forza e lotta contro il pregiudizio. Libri e film ti aiutano a trovare la forza per realizzare il cambiamento.

- E se trovassi un altro uomo, mamma? Insomma, è possibile magari, no?
- Tesoro, hai 46 anni! Una donna della tua età ha più probabilità di essere trucidata da uno psicopatico!

Diane Keaton, Bette Midler e Goldie Hawn insieme a Maggie Smith e Sarah Jessica Parker nel film Il club delle prime mogli, basato su un romanzo di Olivia Goldsmith e diretto nel 1996 da Hugh Wilson. Mostra con orgoglio le tue rughe, trasforma gli insuccessi grazie alla grinta dell'autostima.

«Perché gli insegnanti hanno tre mesi di vacanze, e perché tanto a scuola si fanno solo diciotto ore settimanali e bla, bla, bla... A nulla serve che tu faccia notare la tua condizione di precario/precaria, che in quanto tale ti porta a dover classificare i mesi estivi non come periodo di ferie, bensì di disoccupazione. A nulla vale spiegare che in barba a diritti sanciti costituzionalmente, nella Repubblica delle banane si è deciso nell’anno del Signore 2012 che i precari non avrebbero più potuto ottenere la monetizzazione delle ferie. Niente: da quest’orecchio l’interlocutore non vuol sentire. E l’erba del vicino continua ad essere sempre più verde» scrive Lucia De Gregorio nel suo romanzo Va' dove ti porta il ruolo. Avventure semiserie di una docente precaria nella Repubblica delle banane.

Verissimo, l'erba del vicino sembra sempre più verde e... i pregiudizi non muoiono mai. La prossima volta che ti fermi a spiegare le tue ragioni o inizi a giustificarti chiediti se ne valga davvero la pena.

Meryl Streep, che nel film Suffragette di Sarah Gavron interpreta Emmeline Pankhurst, esclama: «Non sottovalutate mai il potere che abbiamo di essere artefici del nostro destino».

«Fra cento anni, d'altronde, pensavo giunta alla soglia di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. Logicamente condivideranno tutte le attività e tutti gli sforzi che una volta erano stati loro negati. La balia scaricherà il carbone. La fruttivendola guiderà una macchina. Ogni presupposto basato sui fatti osservati quando le donne erano il sesso protetto sarà scomparso» scriveva Virginia Woolf. Era il 1929. Sono cambiate molte cose, eppure la rivoluzione sperata non si è ancora realizzata: quello che possiamo fare è lavorarci, ogni giorno.

Sei magra, vai bene.
Sei giovane, vinci.
Non sei giovane, diventa giovanile.
Fatti fare innesti, iniezioni, operazioni.
Manda giù dolori, magoni, affanni.

A scriverlo è Francesca Mazzucato nel suo libro Il corpo grande. Biografia non autorizzata di una modella oversize. Il cambiamento autentico? È dentro di noi e parte dal modo in cui consideriamo ciò che siamo. Come spiega l'autrice: «Accettare  sudore, grasso, rughe, segni, fatica. Accettare i giorni no, che ci  saranno sempre, i gonfiori, i capricci della tiroide, i segni delle  notti insonni, le occhiaie, i mal di schiena. Sapere che non siamo  rimandate a settembre. Non siamo in un tempo sospeso in attesa di  conformarci al tassello del puzzle che hanno pensato per noi. Solo così  si può vedere la sola bellezza che non cambia col tempo».

Stereotipi e luoghi comuni, impara a ridere dei pregiudizi

Quante volte ti è stata detta una frase che in realtà conteneva un pregiudizio? Gli stereotipi sulle donne sono tanti... troppi! Ecco perché vale la pena farti una risata e superare i momenti no senza perdere la forza della tua autostima.

«Isteriche, instabili, irrazionali, inaffidabili, emotive, foriere dei  mali e delle disgrazie peggiori. Anti-sociali, ferine. Puttane!», scrive Paolo Ercolani nell’introduzione al volume Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio (Marsilio, 2016). Quella di cui si occupa nell’ultimo libro è una storia «antica quanto il mondo umano»: una storia al femminile da secoli raccontata e giudicata con un «dibattito tra uomini», come spiega Ercolani citando Luce Irigaray, che nel 1974 verrà sospesa dall’incarico di insegnante presso l’università di Vincennes dopo la pubblicazione della tesi di dottorato Speculum, de l’autre femme, sulla sessualità femminile.

Troppo magra, troppo grassa; tacchi a spillo sì, ballerine mai. Le donne sono invidiose, pettegole, non sanno fare squadra: quante volte ti è capitato di ascoltare pregiudizi spiacevoli o dover rispondere a chi durante un colloquio ti chiede se hai intenzione di avere figli? L’invidia femminile qualche volta nasconde una competitività imparata da bambine, perché essere donna spesso significa lavorare il doppio, dall’università al lavoro, per dimostrare di valere. Nella corsa al perfezionismo le altre risultano concorrenti di una gara in cui siamo tutte perdenti. A differenza dei colleghi o amici maschi, competenze e bravura non sono sufficienti. A un uomo nessuno chiederebbe “Bambini, ancora niente?”: alle donne capita continuamente.

Secondo uno studio effettuato negli Stati Uniti le ragazze ottengono risultati migliori e sono dotate di maggior abnegazione rispetto ai coetanei maschi: ottengono sempre più spesso posizioni di prestigio, ma sono più stressate. L’ansia di essere continuamente sotto giudizio non ci abbandona mai, perché è sepolta nel profondo di tante donne che fin da bambine imparano a dire grazie, sorridere sempre, essere efficienti e gentili, ottime cuoche, abilissime nel risolvere i problemi di tutti ma dentro cenerentole in cerca di un principe azzurro in via d’estinzione.

Chi ha detto che una donna che diventa mamma non possa apportare un contributo positivo per l’azienda in cui lavora? Basta con il rosa, coloriamo di un nuovo arcobaleno la nostra vita. Iniziamo a elencare con orgoglio le competenze acquisite durante una gravidanza: problem solving, tenacia, capacità di immaginare il futuro.

Sui giornali spariscono i pori della pelle e i segni del tempo, ma tutte noi lo sappiamo: le donne vere hanno le rughe, il mal di schiena e spesso anche le occhiaie. Davvero desideriamo sacrificare la nostra felicità per lo sguardo cieco di chi vive offrendo stereotipi? Il peggior pregiudizio è quello che nutriamo nel profondo di noi stesse. Solo tu puoi scrivere una storia differente, a partire dalla tua vita. Perché il mondo siamo noi a cambiarlo, a partire dalla nostra vita di tutti i giorni.

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