Motivi del divorzio tra realtà e fantasia

Ci siamo appena separate e non abbiamo alcuna voglia di dare spiegazioni: peccato che tutto il resto del mondo non sembra essere d’accordo con noi.

Quando la rottura è ancora fresca, può essere che non abbiamo alcuna voglia di parlarne. E’ una situazione delicata, le persone capiranno, no? No. La discrezione non è certo una delle più fulgide virtù della nostra cerchia parentale, anzi, non appena si spargerà la notizia ci tempesteranno di richieste di spiegazioni; anche coloro che durante il matrimonio si limitavano a ignorare la nostra presenza, ora si comportano come suini che grufolano tutti insieme nella nostra direzione perché è arrivata l’ora del pasto: e sul menu c’è il nostro cuore spezzato.

COME EVITARE GLI INTERMINABILI PRANZI CON I PARENTI
 

Ecco alcune delle più intelligenti obiezioni alla nostra stronza richiesta di non parlare, per il momento, dei motivi.

“Se non so cos’è successo come faccio ad aiutarti” – (Leggi: so che il mio aiuto non è richiesto ma non rinuncio volentieri a farmi i cazzi tuoi)

“Credevo che tu ti fidassi di me.” – (Leggi: proprio oggi ho visto Beautiful e questa frase ad effetto mi è sembrata quel che ci voleva per farti cantare.)

… e, ultimo ma non ultimo, il parente psicologo / assistente sociale: – “Non puoi tenerti tutto dentro… ti devi sfogare! Butta fuori tutto!”

Ora, prima che qualcuna di queste amabili personcine ci costringa a parlare minacciando di trucidare i nostri bambini, meglio elaborare una serie di motivazioni credibili e capaci di rendere il parente tipo perfettamente soddisfatto e gongolante, così da togliercelo dai coglioni.

“Ho un altro.” – Se parliamo dei parenti del nostro ex, lo penseranno comunque, quindi tanto vale dirlo apertamente, anche se è una balla. Meglio ancora se farcita di dettagli sordidi e pruriginosi, tipo “Va ancora al liceo. Sì, certo che è maggiorenne. O almeno credo.”

“Ha un’altra.” – La perfetta argomentazione per nostra madre, la quale da una decina d’anni muore dalla voglia di sbatterci in faccia che abbiamo sposato un cretino che da’ retta solo al suo uccello. (Il che porta a concludere che il suo uccello ci trova poco attraenti.)

“E’ gay / sono gay” – Nel caso le argomentazioni d’ambito cornificatorio siano inapplicabili, quella del coming out è sempre un’ottima scelta, capace di tappare la bocca a chiunque, e quando dico chiunque intendo persino a nostra suocera. Nei 10 secondi che le serviranno per riprendersi dallo choc, avremo tutto il tempo di svignarcela.

“Non è chi dice di essere.” – Inadatta ai fan di Mad Men, per tutti gli altri risulta una motivazione soddisfacente in quanto ispira innumerevoli e fantasiose congetture. Massì, facciamoli sognare! E intendo guadagniamo con la massima nonchalance la porta d’ingresso.

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