Quanto la temperatura si alza è il sintomo che il sistema immunitario sta lavorando contro un’infiammazione ai danni dell’organismo, spesso legata a influenza o malanni stagionali, ma non solo.

Di solito la febbre preoccupa particolarmente le mamme nei confronti dei bambini, eppure, a differenza delle febricciattole, all’apparenza meno gravi e tuttavia più persistenti, la febbre alta è indice di un corpo sano.

Febbre alta negli adulti e anziani: che cosa fare?

Come emerge dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si considera normale la temperatura compresa fra 36,5°C e 37,5°C. La febbre è un incremento della temperatura corporea: quando è elevata significa che risultano accelerate tutte le reazioni metaboliche con il risultato che si contrasta il proliferare di virus e batteri.

Se la febbre sale, mani e piedi diventano più freddi perché il corpo veicola il sangue verso le zone centrali, infatti quando la temperatura smette di aumentare anche le estremità sono calde. La temperatura non sale? Nel caso in cui si mantenga sotto controllo non c’è alcun motivo per abbassarla. La febbre, infatti, è il sintomo che il sistema immunitario sta rispondendo.

In caso di febbre alta è fondamentale bere acqua in abbondanza in modo da reintegrare i liquidi persi: sì a spremute fresche, estratti e infusi di fiori. Fra i rimedi erboristici vengono considerati particolarmente benefici sambuco, viola mammola, tiglio e menta, che combinati insieme in una tisana hanno l’effetto di una vera e propria aspirina vegetale: attenzione, per la posologia e l’utilizzo è fondamentale il consulto del proprio erborista di di fiducia.

È possibile utilizzare antipiretici, che aiutano a contenere i sintomi dei tipici malanni di stagione combattendo mal di testa, dolori alle ossa e malessere. Il momento migliore per l’assunzione di paracetamolo è di sera, quando la temperatura tende a alzarsi, prima di andare a letto. Anche se rimane consigliabile confrontarsi con il proprio medico o il farmacista di fiducia, prima di assumere farmaci.

Fondamentale il riposo: il sonno, così come accettare di trascorrere qualche giorno a casa in totale relax, per il corpo è il messaggio che ci stiamo fermando. Parola d’ordine: fermati, riposati, ascolta i messaggi del tuo corpo e fai ciò che ti senti. Permetti alla tua mente di riposare.

Arieggia le stanze e se puoi utilizza un vaporizzatore di essenze: gli oli essenziali di menta, eucalipto o tea tree oil possono aiutare a purificare l’atmosfera e, oltre al piacere, aggiungeranno gli effetti benefici dell’aromaterapia. Curcuma, peperoncino e cipolla, dall’azione disinfettante, sono antibiotici naturali, insieme al miele.

Grazie a uno stato di profondo rilassamento a livello fisico e psicologico è possibile aiutare il sistema immunitario a funzionare meglio e curare l’organismo accelerando una guarigione definitiva.

Prenditi cura di te con un’alimentazione semplice. Sì a piccoli spuntini a base di tè, antiossidante e detox, qualche mandorla e frutta fresca o spremuta di agrumi, che aiutano a fare il pieno di sali minerali e vitamine.

Da una recente indagine statunitense emerge che il brodo di pollo, classico rimedio della nonna in caso di febbre e influenza, stimola la produzione di globuli bianchi migliorando la risposta immunitaria. Ascolta i messaggi del tuo corpo anche per quanto riguarda il cibo.

Rimedi naturali

L’Uncaria tomentosa, sotto forma di estratto secco disponibile in capsule, contrasta le infezioni. Può essere consigliata l’assunzione di mezza capsula diluita in una modesta quantità di acqua (o succo di frutta) appena svegli, di mattina, e mezza capsula a fine giornata.

Attenzione, i rimedi fitoterapici non devono essere somministrati ai neonati, mentre sui bambini solo a partire dai 3 anni d’età. In generale, prima dell’assunzione è importante farsi consigliare dal proprio erborista o naturopata di fiducia.

Spugnature

Un vecchio rimedio della nonna in caso di febbre è il metodo delle spugnature. Si tratta di un panno imbevuto di acqua fresca che, una volta strizzato, viene applicato sulla fronte, tempie o estremità come i polsi e le caviglie in modo da agire sulla dispersione di calore.

Le spugnature o, peggio, il ghiaccio sono da evitare secondo le raccomandazioni mediche attuali.

Utili nei casi di caso di ipertermia come il colpo di calore, per il trattamento della febbre possono rivelare un effetto paradosso generando un aumento della temperatura interna conseguente alla vasocostrizione che si verifica all’abbassarsi della temperatura cutanea. I brividi del corpo che reagisce al freddo porterebbero a un aumento di calore in modo da compensare l’abbassamento della temperatura.

È l’ipotalamo, infatti, a dare al corpo il segnale della temperatura da raggiungere in un certo momento. Eventualmente le spugnature possono essere sfruttate se applicate almeno una trentina di minuti dopo l’assunzione di antipiretici, quando la temperatura sta già scendendo.

Febbre e bambini

Che cosa fare quando è un bambino ad avere la febbre alta? È importante evitare reazioni di panico: la febbre è una risposta di difesa da parte dell’organismo. Spesso è associata con il decorso di una malattia infettiva; significa che il sistema immunitario sta funzionando e combatte contro gli agenti infettivi.

Rispetto all’adulto, nel bambino è normale che avvengano variazioni della temperatura corporea con oscillazioni più ampie dal mattino alla sera. Le temperatura minime di solito sono tra le ore 4 e le 8 del mattino, invece la temperatura tende a salire fra le 16 e le 18.

Il termine “iperpiressia” indica i casi in cui la temperatura corporea supera i 39°C: è importante contattare il pediatra e seguire le indicazioni del proprio medico di fiducia, evitando l’ansia.

Di frequente gli operatori del Pronto Soccorso segnalano casi in cui i bambini vengono portati d’urgenza a causa della febbre: se è vero che un bambino che si ammala può costituire una grande fonte di stress e paura, è altrettanto importante considerare che imparare a gestire la propria ansia mantenendo il sangue freddo eviterà al bambino un inutile agitazione, aiutandone la cura con un’azione appropriata per le circostanze.

Ogni genitore conosce il suo bambino, ecco perché generalizzare rischia di essere fuorviante. Se il bambino non ha voglia di mangiare, è bene evitare di forzarlo: è fondamentale, invece, favorire l’idratazione con acqua a temperatura ambiente, camomilla o infusi di fiori come il tiglio, che stimola la sudorazione, o la melissa.

Abiti leggeri e traspiranti, per esempio una tuta o un morbido pigiama, aiuteranno a disperdere il calore e a stare comodi. Non è necessario stare rigorosamente a letto. Quando il bambino lo desidera, può alzarsi: organizza il divano con cuscino e coperta, un libro o semplici giochi da condividere insieme.

Febbre e neonati

Come indicano le linee guida dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, diventa fondamentale richiedere una consulenza pediatrica quando la temperatura sale oltre i 40° o persiste da oltre 48 ore, oppure se l’età è inferiore a 6 mesi.

In presenza di cefalea intensa, rigidità nucale, difficoltà respiratorie, convulsioni, in associazione con altri sintomi (fra cui eruzioni cutanee, vomito, diarrea, etc.) o nel caso in cui il bambino sia affetto da malattie croniche come diabete, deficit immunitari e cardiopatie, è fondamentale contattare tempestivamente il pediatra.