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Il legame violato

L'abuso e la violenza sono due temi che spesso si legano al sintomo anoressico-bulimico. Il percorso verso la serenità passa anche per la rielaborazione di queste esperienze terribili

Un argomento doloroso, devastante: l’abuso sessuale. 
Una violenza che segna profondamente un individuo non tanto nel corpo, quanto nel potersi affermare come soggetto.
 
L’abuso è spesso l’incontro tra un bambino inerme e bisognoso e un adulto che lo divora. L’abuso è ciò che non può essere compreso, quindi condiviso e scelto.
 
La seduzione che precede l’atto in se stesso è sapientemente costruita per confondere la vittima, un atto che non è mai isolato ma si ripete più volte nel corso degli anni.
L’abuso è spesso lungamente preparato, somministrato in modo da non poter essere compreso dal bambino. Quel che c’è di peggio è che spesso è contrabbandato come atto d’amore speciale nei suoi confronti.
 
È così che la trama ingannevole si stringe attorno al bambino lasciandolo senza alcuna possibilità di fuga, di salvezza.
 
Le vittime vivono costantemente minacciate, nella paura che un momento di tregua si trasformi presto in una nuova violenza da cui non possono sottrarsi.
 

Tutto questo ha un impatto devastante anche per chi si trova nella posizione di accogliere, contenere, fare i conti e maneggiare l’abuso per tutto il tempo di una cura protratta nel tempo, perché non basta un semplice colloquio per elaborare un trauma così profondo.
 

Numerose pubblicazioni evidenziano una forte correlazione tra abuso sessuale e anoressiabulimia. L’attenzione a questi studi ha facilitato nuove rivelazioni di eventi traumatici quasi sempre intrafamiliari e avvenuti nell’infanzia.
 

Superare l’enorme sofferenza che affiora dal ricordo dell’abuso ha bisogno di un grande tempo di rielaborazione. Questa, e solo questa, permetterà di tornare a vivere e a sentirsi protagoniste della propria vita.
 
Per gli operatori, imparare a trattare l’abuso e le sue diverse manifestazioni significa anche scoprire purtroppo molti casi sommersi, che altrimenti non sarebbero venuti alla luce.

Nei gruppi ABA sono presenti pazienti anoressicobulimiche abusate. Queste donne inizialmente si erano rivolte all’associazione per il loro disturbo alimentare, ma avendo potuto mettere in relazione il loro sintomo con l’evento traumatico subito, il loro lavoro è proseguito nella ricostruzione di ciò che avevano subito.
 
L’abuso sessuale è un argomento scomodo, indigesto ma reale e presente nella vita di molte persone che presentano il sintomo anoressico-bulimico.

Per un soggetto anoressicobulimico che ha subito violenze e maltrattamenti, il trauma tocca in modo evidente il corpo della donna, un tempo bersaglio dell’abuso e ora dei di sentimenti di inadeguatezza, di rabbia e di colpevolezza.
 
Un corpo dissacrato, da annientare con i rituali massacranti della bulimia o da sottrarre allo sguardo e all’appetito degli altri con il digiuno dell’anoressia.
 
Esiste  un solo modo valido per trattare e accogliere queste terribili esperienze: separare chi ha tradito e abusato, dal bisogno di amore della vittima, avvolto nel candore e nell’innocenza violata.
 
Fabiola De Clercq, fondatore e presidente ABA

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