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Come usare (e dosare) l’assertività sul posto di lavoro

  • 19 05 2021
Praticare l’assertività al lavoro può essere molto utile, a patto di non essere percepite come aggressive

Essere assertive viene spesso scambiato con l’essere aggressive ma non è affatto così, anzi, l’assertività in molti casi della vita può essere piuttosto utile.

Tra questi sicuramente rientra il lavoro, dove tuttavia è fondamentale imparare a dosarla e a usarla a proprio vantaggio, senza risultare troppo egocentriche.

Cos’è l’assertività

La parola assertività deriva dal latino ad serere, e significa «asserire» o anche affermare se stessi.

In pratica è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni e di scegliere come comportarsi in un determinato momento o contesto, senza offendere né aggredire l’interlocutore che si ha davanti.

Si tratta quindi di un modo positivo di porsi, che tuttavia a volte può essere percepito come negativo. A fare la differenza, spesso non è il comportamento in sé, ma la persona che lo mette in pratica. In molti casi, infatti, le nostre reazioni si basano su stereotipi culturali e riflettono pregiudizi inconsci o meno.

Perché la si confonde con l’aggressività

A volte l’assertività viene confusa con l’aggressività ma in realtà un comportamento aggressivo può sembrare molto più mite del comportamento assertivo.

Se ad esempio lasci un post it sul frigo alla tua coinquilina per comunicarle che non ha riordinato la cucina, potresti sembrare mite ma non lo sei perché la nota scritta non lascia spazio a risposte ed è quindi un’azione aggressiva.

Affrontare direttamente i problemi potrebbe sembrare più conflittuale, ma crea l’opportunità di risposta, magari la tua coinquilina ha avuto un’emergenza o era in ritardo per un appuntamento importante, ma senza uno scambio verbale ti precludi l’opportunità di saperlo. A volte si è più aggressivi cercando di evitare il conflitto che affrontandolo.

I vantaggi nascosti dell’assertività

Essere assertivi al lavoro porta con sé numerosi vantaggi, primo tra tutti quello di ottenere con più probabilità ciò che si desideri. Se hai il dubbio che mantenere costantemente questo comportamento possa portarti tensione o stress sappi che solitamente non è così.

Sebbene l’atto di essere assertivi possa risultare inizialmente impegnativo, infatti, non lo è mai quanto trovarsi in un luogo di lavoro, gruppo sociale o relazione in cui le tue esigenze non vengono prese in considerazione.

L’effetto cumulativo di queste situazioni può generare malumore cronico e portare al burnout o alla presenza costante di ormoni dello stress, mentre essere assertivi e difendere le proprie esigenze non può che generare stati d’animo migliori con il passare del tempo.

Come comunicare in modo assertivo al lavoro

L’assertività sul lavoro può dunque essere preziosa, per questo è fondamentale imparare a comunicare efficacemente in questo modo.

Ecco cinque regole per farlo al meglio.

Ascolta l’altro in modo attivo

Quando parli con una persona che ti sta esponendo la propria opinione cerca di ascoltarla senza pregiudizi, in modo da capire davvero il suo punto di vista.
Per metterti maggiore in sintonia con il tuo interlocutore fagli delle domande di approfondimento e a fine conversazione dimostragli con un breve riassunto di aver perfettamente compreso le sue ragioni.

Parla in prima persona

Quando nell’esprimerti usi la prima persona, intestandoti un pensiero, risulti sicuramente meno aggressiva del momento in cui contesti quello altrui.

Se non sei d’accorto con quanto appena detto da un collega, invece di dire “Ti sbagli”, opta per un più diplomatico “Non sono d’accordo”. In questo modo ciò che stai dicendo non sarà percepito come un giudizio ma un diverso punto di vista.

Comunica le tue esigenze in modo chiaro

Uno dei più grandi malintesi che genera l’assertività, è che chi la pratica tenda a giudicare le persone.

Se devi dire qualcosa a un collega in merito a un compito svolto, per evitare che si verifichi questo fraintendimento, cerca di essere chiara il più possibile e riferisciti solo a fatti reali e circoscritti, soprattutto se sei un suo responsabile. Invece di dire semplicemente “Ti vedo un po’ distratto ultimamente, vorrei tu fossi più attento”, spiega nel concreto quali errori o comportamenti ti abbiano portato a formulare questa tesi.

Quando dici di no, sii convincente

Capita a tutti di dover dire di no a proposte lavorative o inerenti alla vita privata per mancanza di tempo o energie sufficienti per svolgerle. Altrettanto comunemente, quando avviene, il sentimento primario è il senso di colpa.

Per evitare che ciò accada è necessario dire dei no convincenti, che non offendano l’interlocutore ma allo stesso tempo non lascino dubbi su ripensamenti futuri.

Quando rifiuti una proposta, accompagna sempre il no a una motivazione ben precisa, che faccia capire all’altro che non si tratti di mancanza di interesse, ma nell’impossibilità concreta di svolgere quel compito.

Fai attenzione al linguaggio non verbale

La comunicazione verbale, spesso, è rafforzata da quella non verbale, espressa dalla mimica facciale o dalla posizione del corpo mentre si parla. Quando esponi la tua tesi quindi, non abbassare lo sguardo ma mantieni il contatto visivo con il tuo interlocutore, un volto sorridente, un tono di voce fermo ma allegro e una posizione corporea non difensiva.

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