Quiet thriving

L’ultima tendenza nel lavoro? E’ il “Quiet thriving”

Riscoprire la passione per il proprio lavoro, ma senza arrivare all'esaurimento psico-fisico: è la nuova moda del "Quiet thriving"

Dal “Quiet quitting” al “Quiet thriving”: sarebbe questa l’ultima tendenza nel modo di lavorare. Non più lavorare lo stretto indispensabile per dare priorità alla propria vita privata, ma la voglia di reimpegnarsi senza però arrivare allo sfinimento e a esaurire le energie.

La nuova frontiera del “Quiet thriving

In questi anni abbiamo spesso sentito parlare di “Quiet quitting”, della tendenza soprattutto dei giovani a trovare un lavoro anche precario, di pochi mesi, giusto per poter tirare avanti. E poi licenziarsi, magari partire per un viaggio e al ritorno trovare una nuova occupazione. Pare che questa tendenza sia al tramonto. La nuova parola d’ordine sarebbe “Quiet thriving” (da “to thrive”, traducibile con “crescere rigogliosamente”, “prosperare”). Si tratta di riaccendere l’interesse verso il proprio lavoro, ma senza assumersi troppe responsabilità e, soprattutto, senza arrivare all’esaurimento psico-fisico.

Quiet thriving

Addio ansia, sì al piacere

Insomma pare che ci sia voglia di riprendere il lavoro riscoprendo la passione degli esordi. Invece di fare il meno possibile, si tratta di un modo per impegnarsi di nuovo, ritovare il divertimento e il piacere di quello che si fa ma senza esagerare. Senza arrivare agli eccessi, all’ansia da prestazione, alla competizione sfrenata: tutti ingredienti che, per reazione, avevano portato a “Quiet quitting” come fuga per sopravvivere a una situazione lavorativa diventata tossica.

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Concorda cambiamenti per il tuo benessere

Se anche anche tu senti l’esigenza di sentirti più coinvolta nel tuo lavoro, puoi iniziare a mettere in atto alcune azioni concrete in questa direzione. Innanzitutto prova a identificare un aspetto del lavoro importante per te, fissalo su un documento di word e aggiornalo per un certo periodo, qualche settimana. Può essere anche qualcosa che non hai mai fatto ma che senti essere nelle tue corde, un’attività sulla quale vorresti sperimentarti perché, dentro di te, sai che la faresti bene e con piacere. Quando sei sicura che si tratti di un aspetto che ti risuona, che ti porta benessere, parlane con il tuo capo. Concorda con lui cambiamenti ragionevoli, che possano andare incontro a questa tua esigenza: riformulazione di alcuni compiti e obiettivi, orari di lavoro diversi, eccetera.

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“Quiet thriving” è anche relazione

L’altro aspetto fondamentale del “Quiet thriving” è quello relazionale. Migliorare la soddisfazione nel proprio lavoro significa migliorare i rapporti con i propri colleghi, trovare quelli con i quali possiamo condividere le stesse visioni e con i quali amiamo trascorrere del tempo in ufficio, anche soltanto perché sono persone leggere e simpatiche. Collaborare con chi ti piace ti renderà più innovativa e motivata anche nelle mansioni che svolgi.

Le pause che fanno bene alla mente

Cerca di uscire dal paradigma della prestazione a tutti i costi, quando senti che la pressione sale alzati, fai tre respiri profondi e stacca. Non arrivare alla soglia dell’esaurimento. Fai una piccola passeggiata, qualche esercizio di stretching, tieni un blocco per schizzi vicino alla scrivania e scarabocchia, ascolta una paio di canzoni energizzanti. Se lavori da casa, gioca un po’ con il tuo cane. Prenderti una pausa di 10 minuti facendo qualcosa di piacevole ti aiuterà a ricaricare le pile e sicuramente dopo lavorerai meglio e sarai più produttiva.

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