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Le chiamate mute: cosa sono e come difendersi

Capita sempre più spesso di rispondere a telefonate in cui nessuno parla. Sono le chiamate mute: provengono dai call center e occorre prestare attenzione a cosa si dice

Squilla il telefono, il numero di provenienza della chiamata è sconosciuto, ma spesso si risponde ugualmente, pensando magari a una telefonata di lavoro. Ma dall’altra parte non parla nessuno, finché la linea cade, dopo pochi secondi. Sono le cosiddette chiamate mute, che stanno diventando sempre più frequenti sui cellulari e non solo. «Si registrano ancora molte telefonate mute anche se i call center, attenendosi alle indicazioni dell’Autorità, ormai tendono a inserire rumori di fondo che diano la sensazione che la chiamata provenga da un ambiente lavorativo, in modo da ridurre la sensazione di ansia che questo genere di contatto crea in chi lo riceve» spiega l’avvocato Raffaella Grisafi, presidente dell’Osservatorio Imprese e Consumi. 

Da qui l’intervento del Garante per la Protezione dei dati personali, che ha spiegato di cosa si tratta, indicando anche come comportarsi per evitare spiacevoli sorprese, in modo da tutelare i nostri diritti.

Cosa sono le chiamate mute 

Se non vi è ancora capitato, probabilmente è solo questione di tempo perché le chiamate mute stanno diventando sempre più frequenti. Arrivano da numeri sconosciuti e hanno la caratteristica di non avere dialogo: nonostante provengano da call center, infatti, non si sente parlare nessuno finché la comunicazione non si interrompe, dopo pochi secondi.  

Come spiega il Garante per la Protezione dei dati personali, però, occorre prestare attenzione. Si tratta, infatti, di un modo per catturare clienti o quantomeno per non perderli.  

Perché le chiamate sono silenziose 

A differenza delle normali chiamate dai call center, quando dall’altra parte qualcuno offre un pacchetto telefonico nuovo o un contratto per le utenze domestiche presentato come più conveniente, con le chiamate silenziose il mittente non parla. A telefonare, però, sono sempre operatori di call center che, per non perdere il pacchetto quotidiano di chiamate previsto da chi commissiona il servizio, effettuano telefonate anche quando sono impegnati su altre linee. Da qui il silenzio, che dura pochi secondi perché poi la comunicazione si interrompe. Questo accade perché le aziende si avvalgono per lo più di sistemi di chiamata digitalizzati, che ricompongono il numero in modo automatico, anche mentre l’operatore è impegnato in un’altra conversazione.  

Grazie a una disposizione del Garante stesso (del 2014) questo genere di chiamate, però, non può superare le 3 ogni 100 a cui invece c’è risposta (e dialogo), oltre al fatto che la telefonata muta non può durare più di 3 secondi dopo la risposta. Ciononostante il disturbo rimane, insieme a possibili problemi in caso di certe risposte.  

Cosa non fare in caso di telefonate mute

Come chiariscono le associazioni dei consumatori è importante stare attenti a come ci si comporta in caso di telefonate mute: intanto è sempre consigliabile non richiamare il numero sconosciuto, perché potrebbe trattarsi di una utenza estera, della quale non si conosce il costo di chiamata. In secondo luogo non si deve mai rispondere con “sì”, ma è meglio limitarsi al classico “pronto”: questo perché la risposta affermativa potrebbe essere registrata e inserita in modo truffaldino in una conversazione fittizia facendola figurare come un assenso alla sottoscrizione di un contratto o di un’offerta.  

Cosa dice la legge e come bloccare le telefonate mute

Un modo per evitare di essere raggiunti da questo tipo di chiamate è quello di iscriversi al Registro pubblico delle Opposizioni, che dallo scorso luglio è aperto anche ai numeri di telefonia mobile. «Le chiamate mute, come tutte quelle che l’utente percepisce come moleste, possono essere oggetto di contestazione prima di tutto direttamente al titolare stesso del call center, che dovrebbe essere individuabile, per esempio richiamando il numero – chiarisce Grisafi – C’è però anche la possibilità di fare un reclamo al Garante, per segnalare eventuali violazioni. In via preventiva, invece, si può iscrivere la propria numerazione nel Registro delle Opposizioni che dovrebbe inibire ogni tipo di chiamata a scopo di marketing, incluse quelle mute». Si tratta di un elenco di utenze, già attivo dal 2010 per quanto riguarda i fissi, che non possono essere chiamati dalle società di call center scopi pubblicitari. È un servizio che comprende anche gli indirizzi di posta elettronica. Una volta iscritti, occorrerà attendere 15 giorni, poi non si potrà più essere raggiunti da telefonate “moleste”.

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Attenzione, però: quando si sottoscrivono contratti o altre forme di fidelizzazione (tessere del supermercato, ecc.), è importante non fornire il consenso con finalità commerciali, altrimenti la propria opposizione non avrà valore.  

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