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Registro delle opposizioni: stop alla posta cartacea indesiderata

Era nato per difenderci dal telemarketing molesto. Ora il Registro pubblico delle opposizioni viene esteso: non sarà più possibile (almeno in teoria) inviare materiale pubblicitario all’indirizzo personale di chi vi risulterà iscritto

Alzi la mano chi non si è mai trovato la cassetta della posta intasata da plichi pubblicitari arrivati per posta, oltre che da volantini promozionali lasciati da distributori porta a porta. Contro i depliant volanti indifferenziati poco si potrà fare. Per arginare l’arrivo di lettere nominative e messaggi personalizzati, invece, dalla prossima primavera sarà disponibile un nuovo strumento di difesa, un baluardo.  Ci si potrà iscrivere al Registro delle opposizioni (come già succede per diradare le telefonate indesiderate) anche per non ricevere più depliant e opuscoli recapitati a casa, con nome e cognome.

“Basta posta indesiderata a casa”

A introdurre questa possibilità è un decreto pubblicato di recente in Gazzetta ufficiale, un testo che modifica il decreto in materia. Con questo provvedimento, per dirla in burocratese, “il trattamento per finalità di marketing degli indirizzi postali presenti negli elenchi telefonici pubblici viene equiparato a quello delle relative numerazioni”, cioè ai numeri di apparecchi fissi e portatili contenuti in guide tradizionali e online.

L’inclusione degli indirizzi di casa nella black list non sarà automatica. Chi non vorrà essere bersagliato da pubblicità postali (oltre che da chiamate a linee fisse e mobili visibili su elenchi pubblici) dovrà attivarsi di persona.  Il tutto a partire da maggio, salvo imprevisti.

Esteso il Registro delle opposizioni

“Entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto – spiegano dalla Fondazione Bordoni, il gestore del Registro – sarà realizzato il Registro esteso alla posta cartacea, che premetterà agli utenti di opporsi anche alla spedizioni di materiale promozionale agli indirizzi postali presenti negli elenchi telefonici. Il trattamento dei dati per fini commerciali, però, rimarrà valido nel caso i cui gli operatori abbiamo raccolto il consenso dell’interessato”.

Chi è già inserito nel Registro delle opposizioni, contro il telemarketing, potrà aggiornare la propria posizione estendendo il veto già espresso alle comunicazioni cartacee postali.  Chi non lo è, dovrà iscriversi.

Il sito con le informazioni e le istruzioni

Le  modalità di iscrizione al nuovo Registro saranno visibili sul portale registrodelleopposizioni.it. Per chiedere di essere inseriti nel listone – lo stabilisce l’ultimo decreto – non ci si potrà più servire del fax: si procederà via web, per email, per telefono e anche tramite raccomandata (in forma residuale). Specularmente le società di marketing e i venditori di beni e servizi, prima di effettuare invii postali, dovranno verificare se i potenziali destinatari siano iscritti o no al Registro. E regolarsi di conseguenza.

I dubbi dell’esperto e le criticità

Basterà?  Michele Iaselli, presidente dell’Andip, l’Associazione nazionale per la difesa della privacy, è scettico. “Il regime dell’opt-out, come si chiama la procedura prevista nel nostro Paese, non sta dando i risultati sperati. L’attuale Registro delle opposizioni funziona male già prima dell’estensione ai plichi postali e ha diverse criticità. La procedura per iscriversi è  relativamente semplice, ma non è sufficiente per evitare del tutto le chiamate indesiderate. Le telefonate a fini pubblicitari e commerciali continuano ad arrivare e  spesso negli orari meno opportuni, ad esempio durante il pranzo o di sera. Gli operatori spesso non si qualificano compiutamente, sono insistenti, aggressivi.  In caso di abusi – continua l’esperto – è possibile presentare un reclamo al Garante per la privacy o alla Fondazione Bordoni, il gestore del Registro. Il modello per inoltrare la segnalazione richiede di indicare da chi si è stati disturbati o di fornire una serie di dettagli, dei quali magari non si è preso nota. E se il soggetto  che disturba non compare o non è noto,  come succede di frequenza,  la protesta formale diventa più complicata e il cittadino si scoraggia e desiste”.

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In attesa del nuovo Regolamento europeo

“In Italia – continua Iaselli –  ci sono oltre duemila call center abilitati al telemarketing. Tutti dovrebbero chiedere al Registro delle opposizioni di incrociare i dati dei potenziali clienti, per stralciare gli iscritti al Registro e non contattarli. Lo fanno in pochi, perché si tratta di un servizio che per loro è a pagamento e quindi non è conveniente. Le sanzioni  – ricorda l’esperto – sono previste. Ma non abbiamo informazioni precise sulla quantità di quelle applicate e la casistica”.

Come se ne esce, allora? Come si mette davvero fine allo stillicidio di chiamate moleste, passando dalla teoria alla pratica?  “La situazione potrebbe migliorare con l’emanazione del Regolamento europeo sulle comunicazioni elettroniche. Lo si attende da tempo, purtroppo sta continuando a slittare. E non credo arriverà in tempi stretti”.

Resta anche il problema delle telefonate ai numeri privati, quelli che non sono visibili negli elenchi consultabili da chiunque. “Per queste utenze, protette – risponde sempre il presidente di Andip –  le chiamate di telemarketing proprio non dovrebbero esserci. Invece ci sono. Significa che c’è qualcuno in grado di accedere agli elenchi protetti e mettere a disposizione liste selezionate a chi poi le usa indebitamente”.

I consumatori: “Troppe scappatoie”

Anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, è critico e scettico. “Speriamo che per la posta cartacea il Registro funzioni meglio di quello per il marketing telefonico. Quello che è certo, però, è che per il momento gli italiani continuano a ricevere telefonate moleste e che sul tema non si è fatto quasi nulla. La nuova normativa entrata in vigore da meno di un anno, ad esempio, prevede i prefissi unici, ma poi consente la deroga: basta presentare l’identità della linea a cui poter essere contattati, per non applicare la disposizione. Insomma, la solita scappatoia all’italiana, in barba ai diritti dei cittadini, disturbati ad ogni ora del giorno, nei momenti meno opportuni”.

In arrivo altre novità

Dalla Fondazione Bordoni spiegano che le tutele diventeranno “più efficaci e stringenti entro la fine dell’anno, con l’emanazione di un decreto attuativo dell’ultima legge nazionale e con l’entrata a  pieno regime dei prefissi predeterminati che consentono di capire chi è il soggetto che disturba”. Le nuove direttive, altra precisazione, “consentiranno l’annullamento dei consensi precedentemente prestati per finalità pubblicitarie, nel momento in cui diventerà effettiva l’iscrizione nel Registro. Gli utenti potranno liberarsi di quelle telefonate commerciali indesiderate per cui il consenso è stato dato senza piena consapevolezza, magari per avere una tessera sconti o la carta fedeltà del supermercato. Tuttavia sarà sempre possibile, successivamente e in virtù di una libera e piena scelta, autorizzare i singoli soggetti commerciali alle chiamate pubblicitarie”.

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