Come impedire che l’ex prosciughi il conto corrente comune

Tra le tante questioni delicate in fase di separazione ci sono i soldi. Se il conto corrente è cointestato è meglio cautelarsi: in questi momenti i colpi bassi non sono così rari

Secondo una ricerca condotta da mUp Research e Norstat per Facile.it, nel 9,2% delle separazioni uno dei coniugi si appropria della somma depositata sul conto cointestato prima della sentenza, lasciando l’altro a bocca asciutta. La stessa indagine rileva che circa il 65% delle coppie ha un conto comune, sul quale ciascuno versa una somma, anche se ha scelto la separazione dei beni, per far fronte alle spese di casa o per i figli. Come tutelarsi allora per evitare brutte sorprese in caso di separazione? Ce lo spiega Giovanni Zanetti, responsabile ufficio legale di Facile.it.

Cosa prevede la legge
«Se i coniugi sono in comunione dei beni, le somme sul conto cointestato vanno divise al 50%. In caso di separazione dei beni, vale la stessa regola, ma la soluzione va individuata caso per caso, con l’intermediazione dei propri avvocati. Se per esempio un coniuge può dimostrare che una quota di denaro proviene da fonti proprie, come un’eredità o un Tfr, può rivendicare per sé quegli importi».

Se l’ex preleva per spese personali
La divisione delle somme depositate, però, avviene solo dopo la sentenza di separazione. «Fino a quel momento i coniugi possono continuare a utilizzare il conto per pagare spese come l’affitto o il mutuo della casa comune» spiega l’esperto. Cosa si può fare se il partner fa acquisti personali consistenti o addirittura prosciuga il conto? «Bisogna rivolgersi a un giudice diverso da quello che segue la causa di separazione e richiedere che l’altro restituisca la metà dell’importo speso. Andrà però dimostrato che il denaro non è stato impiegato per fare fronte a esigenze familiari».

Per proteggersi in anticipo
Dopo aver preso la decisione di separarsi, è bene inserire nel conto l’obbligo di firma congiunta in modo che ogni prelievo debba essere approvato da entrambi. Ma se manca l’intesa su questa norma e c’è il timore di spiacevoli sorprese, non resta che rivolgersi al tribunale per chiedere il sequestro del conto o un provvedimento per limitarne l’utilizzo (che ponga, per esempio, un tetto ai prelievi mensili). «Bisogna agire subito perché anche in questo caso la richiesta segue un iter diverso dalla causa di separazione. E andrà motivata con valide argomentazioni, che dimostrino la possibilità di subire un danno grave e irreparabile».

Riproduzione riservata