Arriva dall’associazione Codici l’ultimo allarme per le truffe informatiche disseminate in rete (tra email, WhatsApp e Social Network), dove da giorni si parla dello scandalo che ha travolto Facebook, il caso Cambridge Analytica, con 50 milioni di profili social violati per usi illegali.

Le svendite di I-phone

Gli imbroglioni a caccia di vittime non si sono placati. Anzi. L’elenco delle “esche” architettate – le truffe quotidiane – continua inesorabilmente ad allungarsi. “La prima è quella che annuncia la svendita di I-phone ed altri smartphone di ultima generazione al prezzo fantasmagorico di un solo euro (troppo bello per essere vero, no?). L’altra è quella che sfrutta addirittura il nome stesso di Whatsapp, facendo rifermento ad una fantomatica lotteria”. I messaggi vanno ignorati. E nel secondo caso non si deve cliccare sul link allegato, “perché rimanderà ad un malware, una specie di virus creato apposta per rubare i dati sensibili presenti all’interno del telefonino”.

Non cliccate sui link delle offerte

“Se da una parte il mondo degli acquisti online è obiettivamente ogni giorno più sicuro – ricordano i coordinatori di Codici – dall’altra un utilizzo inconsapevole di pc, tablet e addirittura smartphone continua ad essere a tutti gli effetti rischioso. Sono infatti tantissimi i cittadini che, cliccando per sbaglio su un link o magari accettando offerte strabilianti, finiscono per essere coinvolti in vere e proprie truffe. Purtroppo tenere il conto di tutti i raggiri che circolano liberamente nella rete è praticamente impossibile”.

I siti che vi aiutano

Possono essere d’aiuto, per schivare le trappole, i portali che passano in rassegna le tipologie di imbrogli via via emerse (Codici cita tecnoandroid.it). E poi c’è la polizia postale, che diffonde segnalazione e allerte su un sito dedicato (commissariatodips.it) e attraverso i social (in primis con la pagina Una vita da social di Facebook)

Occhio alle email

“Un ramo di possibili truffe via internet – rammentano i paladini dei consumatori – riguarda il mondo della posta elettronica e il phishing, cioè le attività illegali che si pongono l’obiettivo di appropriarsi di dati riservati delle persone nel mirino: fanno parte di questa categoria tutte le mail che invitano ad approfittare di offerte incredibilmente vantaggiose, annunci di vittorie di concorsi a cui non si è mai partecipato, presunti problemi relativi a carte di credito o a conti correnti di cui non sia niente ecc.

Occhio ai messaggi su WhatsApp

Questo filone – proseguono – sta attaccando anche Whatsapp, Telegram ed altre applicazioni di messaggistica istantanea: in questo caso si riceve un semplice messaggio, che illustra un qualunque tipo di problema o di proposta (si va dalla carta bloccata all’eredità da sbloccare) e poi sollecita a fornire informazioni personali e sensibili, cosa da non fare assolutamente”. Prevenire, dunque, è meglio che curare. “Occorre prestare la massima attenzione – sollecitano sempre i coordinatori di Codici – a tutti messaggi che si ricevono (sia per posta elettronica sia tramite semplice sms) e pensarci sempre due volte prima di cliccare su link che non sembrano totalmente convincenti”.

Le false email per la conferma dell’account Facebook

Sono state ripetutamente segnalate false e-mail per la conferma dell’account Facebook. Il clone del Social chiede agli utenti di convalidare le coordinate identificative per motivi di sicurezza e di fare altre due operazioni: mandare copia della carta di identità e scattare un selfie con il documento “in mano”, uno scatto nel quale sia visibile il volto del titolare. Meglio astenersi e cestinare il messaggio. “Si tratta di un classico caso di phishing attraverso il quale i malintenzionati, utilizzando nomi, colori e loghi di società che forniscono servizi di natura informatica, tentano di carpire i nostri dati personali per utilizzarli in maniera illecita (ad esempio, per commettere truffe). Facebook non richiede le conferme degli account tramite ‘selfie’ e il tentativo di truffa è facilmente riscontrabile anche dalla lettura degli indirizzi di posta elettronica mittenti che non riconducono al noto Social Network. La stessa società ha comunicato che tutte le richieste e le notifiche via e-mail provengono dall’account ‘facebookmail.com’”.

Il falso tweet sul reddito di cittadinanza

In contemporanea, dopo il pieno di voti fatto dal Movimento 5 stelle alle elezioni politiche, si è diffuso un tweet con un presunto avviso di Poste Italiane relativo alla distribuzioni di moduli per la richiesta del reddito di cittadinanza, un cavallo di battaglia dei grillini, per ora nella lista delle promesse. Tutto falso, anche se si vedono il marchio e la grafica uguali agli orignali, clonati.

“Per essere certi delle veridicità di avvisi e comunicazioni provenienti da enti pubblici o da società che forniscono sevizi pubblici essenziali – tornano a dire i detective della polpostale – è importante consultare i siti istituzionali”.