Arriva il condono fiscale ma ripartono i pignoramenti

Sta per arrivare il condono fiscale tanto atteso. Riguarda vecchi debiti contratti tra il 2000 e il 2010, con precisi requisiti. Intanto dal 1° settembre ripartono i pignoramenti e le "ganasce fiscali", sospesi per l'emergenza Covid

C’è chi lo aspettava da tempo, ora è tempo di cancellazione dei vecchi debiti, sotto forma di cartelle esattoriali. Mentre si avvicina la ripresa dei pignoramenti e delle “ganasce fiscali” (il 31 agosto scade la moratoria), il fisco sta per “rottamare” definitivamente vecchi bolli auto o tasse che, non pagati, sono diventati oggetto di riscossione coatta, quindi per il cui pagamento è stato avviato un processo di recupero anche tramite pignoramento.

Il periodo in questione è piuttosto ampio, perché si va dal 2000 al 2010.

A prevedere la cancellazione automatica, dunque senza che il contribuente effettui una specifica domanda, è il Decreto Sostegni DL 41/2021. Ora il ministero dell’Economia ha fissato le modalità e i tempi di stralcio, dandone di fatto il via.

Ma attenzione: il provvedimento non riguarda tutti i debiti contratti nei vent’anni di riferimento, ma solo quelli con precisi requisiti. Ecco quali e come controllare se si è tra i beneficiari.

Quali cartelle vecchie possono essere cancellate?

Il condono fiscale riguarda solo le cartelle iscritte a ruolo entro il 23 marzo 2021, cioè non pagate nei termini previsti e verso le quali era iniziato un processo di riscossione coatta anche tramite “ganasce fiscali” quindi pignoramento. Devono essere relative al periodo 2000-2010.

Un requisito fondamentale, fissato dal MEF, è che le cartelle devono essere oggetto di rateizzazione o saldo e stralcio precedente.

Che cifra massima?

Altro requisito richiesto è che la cifra residua da dover ancora saldare sia inferiore ai 5.000 euro.

Per quali debiti?

Oltre ai 2,5 milioni di italiani che hanno contratto debiti per bolli non pagati o tasse e imposte come Imu, Ici, Tari, conguagli Irfep o multe (ma sempre con i requisiti già indicati), la cancellazione può riguardare anche debiti contratti in seguito a fallimento di un’attività o a soggetti nullatenenti.

Che requisiti di reddito?

Il titolare del debito deve avere un reddito annuale (per le persone fisiche riferito all’anno 2019) inferiore a 30mila euro. Il MEF ha previsto, però, che in caso di più debitori intestatari di una cartella, tutti devono rispettare il limite di reddito dei 30mila euro, altrimenti non ci sarà cancellazione.

Quale domanda presentare?

Nessuna. La cancellazione totale della cartella avviene in maniera automatica. Entro il 20 agosto l’Agenzia delle Entrate ha predisposto l’elenco dei beneficiari del condono fiscale sulla base dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi e alle certificazioni uniche trasmesse nel corso del 2020.

Cosa succede adesso?

Adesso inizia la fase di verifica dei requisiti per coloro che si vedranno cancellare le cartelle esattoriali. Il procedimento terminerà il 30 settembre, quando sarà pronto l’elenco dei codici fiscali dei contribuenti con debiti fino a 5.000 euro, che hanno diritto allo stralcio.

Come posso controllare se la cartella è cancellata?

Lo stralcio vero e proprio avverrà entro il 31 ottobre e i contribuenti che avevano cartelle esattoriali oggetto di rottamazione o saldo e stralcio, con i requisiti previsti per la cancellazione, possono controllare se la loro cartella rientra tra quelle oggetto di condono. La verifica può avvenire dal 1° dicembre 2021 presso l’estratto conto personale, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, a cui accedere con Spid, Cie, Cns o pin, nella pagina “Controlla la tua situazione”.

Quando scade, intanto, la moratoria sui pignoramenti?

Il 31 agosto scade la sospensione della riscossione delle cartelle che era scattata l’8 marzo 2020, in concomitanza con l’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e con il primo lockdown.

Quali debiti riguarda?

Riguarda circa 60 milioni di cartelle, anche oggetto di pignoramenti e “ganasce fiscali”. Dal 1° settembre riprenderanno le notifiche, seppure in modo graduale. La ripresa delle attività di riscossione da parte del Fisco riguarda anche le rate sospese in caso di pagamenti dilazionati, che torneranno a dover essere liquidate.

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