LAVORO IN BICI

Pagati per andare al lavoro in bici: dove è già realtà

In alcune città italiane si prende un rimborso per andare al lavoro in bici. In altre, i progetti sono allo studio. E all'estero questa forma di incentivo green funziona già

In Italia, sono allo studio progetti per rimborsare i dipendenti che vanno al lavoro in bici, anche per via dell’ecobando del Governo con cui verranno stanziati 35 milioni di euro per le amministrazioni comunali che favoriranno progetti di mobilità sostenibile (quei progetti che dovrebbero rendere conveniente per i cittadini rinunciare all’auto). E diverse giunte comunali stanno pensando di usare i soldi dell’ecobando nazionale proprio per rimborsare i cittadini che vanno al lavoro pedalando.

Il progetto di Milano

A Milano, il progetto è ancora in fase di studio ma secondo le intenzioni dell’assessore Pierfrancesco Maran dovrebbe ricalcare il modello francese e quindi un rimborso di 25 centesimi a chilometro. “Ne abbiamo già discusso con il Mobilty Manager del Politecnico –spiega Maran – “appena il governo pubblicherà il bando parteciperemo con questo progetto.”

Il progetto congiunto Milano-Torino

25 centesimi a chilometro anche per i ciclisti a Torino: l’idea piace all’assessore alla mobilità, Enzo Lavolta e anche lui pensa di impiegare parte dei fondi dell’ecobando proprio per questo scopo. Lavolta ha contattato il suo omologo milanese Maran e potrebbe anche nascere un progetto congiunto Milano-Torino. A Torino il Comune ha coinvolto le principali aziende della città per studiare insieme i criteri per calcolare il tragitto casa-lavoro di ogni dipendente. Il comune di Torino ha contattato anche la locale Università per la creazione del software e dell’app per calcolare in tempo reale i chilometri da rimborsare.

Anche a Rimini

Interessato all’idea anche il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. La sua amministrazione ha costruito numerose piste ciclabili in città ma questo, secondo Gnassi, non basta. Bisogna rendere ancora più conveniente e vantaggioso muoversi in bicicletta e l’idea del rimborso potrebbe essere effettivamente utile.  

A Bari arriveranno i voucher

Al Sud la cosa piace agli amministratori di Bari dove da tempo si sta lavorando per rendere la città pugliese a misura di bici. A Bari si pensa di assegnare ai cittadini virtuosi dei buoni in denaro, anche qui calcolati sui 20-25 centesimi a chilometro. Il voucher arriverà insieme a un’app che calcolerà il miglior percorso fattibile in bicicletta e a sfide periodiche organizzate fra i quartieri, le scuole, le aziende della città. Coloro che useranno maggiormente la bicicletta vinceranno dei premi. Un esempio che ha già avuto successo con la raccolta differenziata: il quartiere che ha differenziato di più ha vinto un nuovo parco-giochi.

A Massarosa (Lucca) è già realtà

Ma mentre i grandi Comuni studiano, c’è un posto in Italia dove tutto ciò è già realtà. La piccola Massarosa, in Toscana, ha bruciato tutti e già a fine 2015 ha avviato il rimborso per i lavoratori in bicicletta; anche qui funziona come in Francia e il comune rimborsa 25 centesimi a chilometri calcolati con l’autocertificazione. È un progetto avviato in fase sperimentale che coinvolge attualmente 50 persone.

I vantaggi

Il sistema dei rimborsi permetterà ai cittadini di avere anche 5-600 euro in più all’anno. Ad esempio, chi ogni giorno impiega 5 km per andare al lavoro e altri 5 per tornare a casa, ogni giorno accumula 2 euro e 50. Moltiplicati per ogni giorno lavorativo si arriva a una cifra comunque non indifferente. Senza contare i guadagni indiretti dovuti al risparmio delle spese per la benzina, per i parcheggi, per la manutenzione dell’auto. Non dimentichiamo poi i vantaggi per la salute: la bici combatte il sovrappeso, tonifica le gambe e porta benifici a tutto il sistema cardiocircolatorio. Inoltre, più gente si sposta sulle due ruote, meno auto circoleranno in strada e questo significa meno traffico nelle ore di punta, più parcheggi liberi, aria più pulita grazie ad una notevole riduzione dell’inquinamento e dello smog.

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