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Ping call: come difendersi dalle telefonate truffa

Attenzione alle chiamate fantasma. Ping call, wangiri o affini, la sostanza non cambia: si tratta di squilli che mirano a sottrarci soldi via cellulare. Ecco che fare se si riceve una telefonata sospetta

C’è chi la prende in prestito la denominazione giapponese, wangiri , letteralmente “uno squilletto” e “tagliare”. C’è chi preferisce ping call, dove  “ping” sta per l’invio di un dato informatico  cui dovrebbe seguire una risposta e “call” è la richiamata di rimbalzo. E c’è chi opta per one ring scam,  la truffa ad anello, un cerchio che si chiude. La sostanza non cambia. Si tratta dei raggiri telefonici messi a punto anni fa – le primissime notizie risalgono al 2002 – e ora tornati in auge in grande stile. Le segnalazioni si stanno moltiplicando, di nuovo. Tanto che la Polizia postale si è sentita in dovere di diramare un’allerta, attraverso la pagina Facebook “Una vita da social”, e pure Striscia la notizia ha ripreso e rilanciato l’allarme.

Ecco come funziona il sistema truffaldino

Il meccanismo della trappola succhia soldi è semplice quanto efficace. La persona nel mirino riceve una chiamata al telefonino. Uno squillo solo, in genere. Non c’è il tempo di rispondere. La telefonata abortita apposta appare sul display tra quelle perse, con un numero strano. La curiosità, associata alla non conoscenza della tecnica usata dagli imbroglioni, il più delle volte vince sulla prudenza. O si teme che sia una questione importante, soprattutto se si ha una persona cara lontana dall’Italia. Il ricevente richiama il numero particolare e si ritrova agganciato a una linea a pagamento o a un costoso servizio premium. Dall’altra si sente una musichetta. O c’è un tizio che fa finta di non capire nulla, gira la telefonata a un’altra utenza farlocca, mette in attesa.  Oppure, stando a diverse segnalazioni, si percepisce quello che sembra  l’audio di un film porno.

Il contascatti gira e la spesa lievita alla velocità della luce

Intanto i secondi passano, il contascatti gira e il credito telefonico scende alla velocità della luce. Anche un euro e mezzo in meno ogni dieci secondi, dicono gli esperti. Così una richiamata non troncata in fretta può arrivare a costare fino a 20-30 euro a botta. «Mentre con un  piano ricaricabile si porta a termine la chiamata in caso di azzeramento del credito o comunque cade la linea – ricordano gli addetti ai lavori – con un piano telefonico aziendale o con addebito della spesa su carta di credito la fattura potrebbe lievitare a dismisura quando la chiamata si prolunga. E piovono bollette pazze».

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Il meccanismo, i bersagli, i soggetti a rischio

In genere è un computer a far partire simultaneamente batterie di chiamate randomizzate, con un sistema tarato per effettuare solamente telefonate che non prevedono risposta. Forse c’è anche chi predispone e vende elenchi di utenti selezionati. Tra i bersagli c’è di tutto, privati cittadini raggiunti a casa loro, persone che hanno familiari oltre confine per ragioni di studi o professionali, utenti dotati di cellulari aziendali. I soggetti con cui le esche sembrano funzionare meglio – e per cui si pensa a liste ad hoc e pacchetti di dati ottenuti illegalmente nel dark web – sono dirigenti e dipendenti di multinazionali, ditte e società che lavorano con clienti, fornitori e referenti stranieri. Per loro è normale vedere un prefisso estero e ricontattare chi ha chiamato e messo giù senza porsi particolari problemi. Lo stesso può succedere quando il telefonino che squilla una o due volte è maneggiato da anziani o da bambini.

Da dove arrivano le telefonate – esca

La provenienza delle chiamate lampo è delle più disparate. L’origine degli “squilletti” di questo periodo è in prevalenza tunisina (+216) e inglese (+44). Ma nella casistica non mancano Moldavia (+373), Kosovo (+383). Bielorussia (+375), Lettonia (+371), Tanzania (+ 255) e perfino le isole Vanuatu, nel sud Pacifico (+678). E bisogna fare attenzione ai numeri con la sequenza 899, quelli con una tariffazione speciale e esosa, in teoria dedicati all’erogazione di servizi di intrattenimento, in teoria con un alto valore aggiunto. Il richiamante ignaro paga la tariffa a sovrapprezzo applicata alla fornitura di contenuti di svago – che siano reali o inesistenti  – e l’azienda di telecomunicazioni che attiva la numerazione riceve parte di questo incasso extra per la prestazione erogata. Ma la telefonata di rimbalzo spesso viene girata a call center o ad altri interni e la spesa lievita, in proporzione al tempo passato appesi in linea, in attesa.

Ecco come ci si può difendere

Come difendersi? Prima di tutto un pizzico di buonsenso e di precauzione. Basta non richiamare il numero sconosciuto. Oppure, in caso di dubbi, è opportuno digitare la serie di cifre in un comune motore di ricerca e vedere se saltano fuori informazione specifiche o segnalazioni particolari. Gli specialisti della Polizia postale suggeriscono anche di non inviare messaggi alle utenze fantasma, di non aprire link inviati con sms  e altri “sistemi di messaggistica” collegati ai numeri in questione e di attivare il blocco del chiamante sconosciuto con prefisso estero. Esistono poi applicazioni anti-spam  che aiutano ad identificare il mittente della chiamata, ma non sono infallibili. E può funzionare il passa parola, via social.

I consigli dell’Unione nazionale consumatori

Gli esperti dell’Unione nazionale consumatori consigliano agli utenti defraudati di fare denuncia e di chiedere al proprio gestore telefonico il rimborso dell’importo contestato, presentando un reclamo, direttamente o con il supporto dei consulenti della stessa associazione. Nel caso di riposta insoddisfacente , e di mancata o parziale restituzione della cifra richiesta, il passo successivo suggerito è l’attivazione di una procedura di conciliazione.

La Polpostale raccoglie denunce e segnalazioni online

Per i reati telematici – e anche per furti e smarrimenti – la denuncia si può fare online utilizzando il servizio fornito dalla Polizia postale (nel portale www.commissariatodips.it). Poi si dovrà andare in un ufficio tradizionale per completare la procedura. Il reparto degli investigatori specializzati sollecita e raccoglie anche semplici segnalazioni, sempre on line. Servono per mappare le truffe, raccogliere elementi e informazioni utili, indirizzare meglio le indagini, rinnovare le allerte quando si intensificano gli episodi.

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