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Riscatto della laurea: come funziona il simulatore Inps

L’ente di previdenza ha attivato un nuovo simulatore su modello di quello per il calcolo del reddito di cittadinanza. Ecco come funziona e a chi è utile: ci sono vincoli anagrafici

Riscattare la laurea è conveniente? Per chi? Si possono considerare anche gli anni fuori corso? Sono domande a cui ora è possibile trovare risposta ricorrendo al nuovo simulatore attivato dall’Inps. La novità, annunciata dallo stesso Istituto di Previdenza, prevede di poter accedere anche senza Spid, l’identità digitale, almeno in alcuni casi. Ecco i dettagli.

A cosa serve il simulatore

Il simulatore è attivo da pochi giorni sul sito dell’Inps (inps.it) ed è stato pensato soprattutto per i più giovani, per poter calcolare i possibili vantaggi del riscatto del periodo di studi universitari ai fini pensionistici e aumentare così il proprio assegno di vecchiaia.

Come funziona l’accesso con o senza Spid

È possibile consultare il servizio da qualunque dispositivo mobile o fisso (PC, tablet o telefono cellulare). Dopo aver raggiunto il sito dell’Inps, occorre selezionare “Prestazioni e servizi”, poi “Servizi”, infine “Riscatto Laurea – Simulatore”. La novità è che, diversamente da altri simulatori messi a punto, per esempio per il reddito di cittadinanza, non sono richieste credenziali per il suo utilizzo e viene garantito l’anonimato.

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A chi è riservato: attenzione alle date

Al momento il servizio è disponibile per gli inoccupati e chi rientra nel calcolo contributivo della pensione, cioè chi ha studiato all’università o lavorato dal 1995 in poi (per il periodo precedente, infatti, vigeva il sistema retributivo e per chi rientra in questa categoria è prevista la realizzazione di una versione specifica del simulatore).

Le domande e i dati richiesti

I primi passaggi riguardano una serie di domande per inquadrare il caso in questione e procedere al calcolo. Non sono richieste informazioni strettamente personali, come i dati anagrafici, ma sono previsti quesiti come: «Qual è la durata del corso universitario?», «Quando ti sei iscritto al corso di studi?», ecc.

Al termine del percorso sarà possibile avere una simulazione delle somme da pagare per riscattare il periodo universitario e del relativo vantaggio in termini pensionistici. L’Inps precisa comunque che date e importi «devono essere considerati puramente indicativi e orientativi». Per poter approfondire in modo più dettagliato è possibile proseguire, fornendo le credenziali Spid (o altre credenziali riconosciute dal sistema come Carta d’Identità elettronica o Carta Nazionale dei Servizi) e dunque analizzando la propria specifica posizione contributiva alla luce anche dei reali periodi lavorativi eventualmente già svolti.

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Le tipologie di utenti: riscatto ordinario, inoccupati, agevolato

Al momento le varie tipologie di riscatto di laurea disponibili variano a seconda del tipo di contribuente: per inoccupati, riscatto agevolato oppure ordinario. L’aliquota è in tutti i casi del 33% su un importo che però cambia a seconda della condizione di chi fa domanda di riscatto.

Nel riscatto ordinario viene applicata sull’ultima retribuzione imponibile.

In quello per inoccupati, il 33% è riferito al minimo contributivo richiesto agli iscritti alla Gestione separata artigiani e commercianti INPS e che varia di anno in anno. Al momento la cifra da versare per il riscatto della laurea per chi non ha un’occupazione è di circa 5.200 per ogni anno di studio da riscattare. La spesa può essere detratta al 19% da chi l’ha sostenuta (la persona che fa domanda o i genitori che si fanno carico delle spese).

Il riscatto agevolato, invece, è una misura straordinaria, prevista per il triennio 2019/2021 e in via sperimentale. Il calcolo della cifra da versare è identico a quello degli inoccupati, quindi circa 5.200 euro per ogni anno di studio da riscattare, ma è riservato a chi intende riscattare il periodo di studi a partire dal 1996. La differenza, rispetto al sistema ordinario, sta nel fatto che i contributi riscattati saranno validi solo per il sistema di calcolo contributivo al momento del pensionamento.

Un’altra differenza, nonché il principale vantaggio, è dato dal minor costo: in molti casi è di circa la metà rispetto al riscatto ordinario, che è calcolato su base retributiva (l’ultima retribuzione disponibile) ed è più alto rispetto all’imponibile di riferimento della Gestione separata artigiani e commercianti INPS. Il servizio non è previsto per gli iscritti alle casse previdenziali dei professionisti.

I periodi calcolabili e quelli esclusi

Attenzione: come chiarisce il sito dell’Inps, «Il periodo massimo che può essere riscattato è pari alla durata legale del corso di studi. Gli anni di iscrizione fuori corso non sono, invece, riscattabili». Viene anche precisato che sono esclusi dal calcolo i periodi «già coperti da contribuzione, obbligatoria o figurativa o da riscatto che sia, non solo presso il fondo a cui è diretta la domanda stessa, ma anche negli altri regimi previdenziali (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e gestioni speciali del Fondo stesso per i lavoratori autonomi e fondi sostitutivi ed esclusivi dell’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’Invalidità, la vecchiaia e i superstiti e gestione separata). Significa che il calcolo potrà essere effettuato solo sugli anni in cui il soggetto che fa richiesta ha “solo” studiato e non ha versato ad altri fondi o casse previdenziali.

Il pagamento e la rateizzazione

Al termine della simulazione è possibile accedere alla domanda di riscatto, in modo diretto e anche usufruendo della rateizzazione, con relativo preventivo degli importi da versare. Si può anche conoscere la data di decorrenza della pensione e il beneficio pensionistico stimato, se si sceglie di pagare il riscatto.

La possibilità di riscattare la laurea è una misura che finora è stata accolta con successo, tanto che nel 2019 sono giunte 46mila domande all’Inps per la procedura ordinaria e più di 27mila per quella agevolata. Per questo è allo studio una proroga del servizio.

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