assorbenti biodegradabili

Taglio della tampon tax: una falsa vittoria

  • 04 12 2019

C’è una fotografia, scattata qualche giorno fa, che ritrae numerose donne, sorridenti e vittoriose, riunite attorno a un tavolo con due soli uomini. Immortala l’incontro tra le deputate di maggioranza e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha portato all’accordo sull’abbassamento dell’Iva per gli assorbenti biodegradabili e compostabili.

Piccolo riassunto delle puntate precedenti. L’Italia è rimasta tra gli ultimi Paesi europei ad avere una tassazione sui prodotti igienici femminili pari a quella di sigarette, vino e diamanti: il 22%. A farci compagnia Grecia, Romania, Lussemburgo, Bulgaria. Mentre in Francia, Regno Unito e dal 2020 anche in Germania, l’Iva su questo genere di prodotti, e non solo su quelli ecologici, va dal 5 al 7%. Con lo slogan “gli assorbenti non sono un lusso”, le associazioni femminili protestano da anni. Anche se a ben guardare gli assorbenti un lusso lo sono eccome. C’è un pezzo di mondo dove le donne non possono lavorare, fare sport, andare a scuola per 5 giorni al mese perché non li posseggono. Ma anche nella modernissima Europa si è arrivato a parlare di povertà mestruale, uno dei maggiori sintomi dell’impoverimento della classe media, per cui madri di famiglia o studentesse pur di comprare libri scolastici e pagare le bollette rinunciano agli assorbenti.

Ora, in un contesto in cui gli assorbenti rappresentano il lusso di poter fare ciò che fanno gli uomini, in Italia si è pensato di detassare solo quelli “di lusso”: i biodegradabili e compostabili, piccolissima nicchia di mercato, fatta da prodotti mediamente più costosi e difficili da reperire. Che tra l’altro non risolvono il tema dell’impatto ecologico dal momento che non ne è ancora ammesso il compostaggio negli impianti italiani.

Torno alla foto che ho intercettato su Twitter. I sorrisi delle presenti non erano di circostanza. La soddisfazione per il risultato era sincera ed è stata espressa da una di loro, Laura Boldrini, che lo ha definito «un primo segnale di attenzione a milioni di donne». Ma davvero nel 2019 possiamo accontentarci di un piccolo segnale di attenzione? Quei sorrisi pieni di gratitudine mi hanno ricordato le troppe volte in cui anche io ho provato riconoscenza verso un uomo per il sol fatto di essere stata ascoltata, di essere stata presa in considerazione. Forse, una volta tornate a casa, quelle deputate sorridenti hanno provato la stessa rabbia che segue a questa forma di gratitudine. La percezione di essere state prese in giro un’altra volta. Di aver strappato una falsa vittoria, un’Iva simbolica al 5% per un prodotto di nicchia, mentre i comunissimi rasoi usa e getta, di plastica, ce l’hanno da anni al 4%.

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