Le piante da potare

Tutte le piante necessitano di una potatura, almeno una volta l’anno. Questo procedimento permette loro di essere più belle e rigogliose l’anno futuro, e di vivere serenamente per più tempo. Con una corretta potatura annua alcune piante possono anche diventare decennali! Bisogna però avere alcune accortezze prima di iniziare a tagliuzzare rami di qua e di là. Anzitutto, bisogna fare una netta distinzione fra la potatura per le piante che perdono le foglie e quelle che invece sono sempreverdi.

Cosa fare con le piante che perdono le foglie

Nel primo caso, quindi tutte le piante che vivono in momento invernale come una stasi -una sorta di morte apparente, un letargo- è necessario iniziare la potatura quando le foglie iniziano a cadere. Attenzione però: è doveroso aspettare qualche settimana di autunno inoltrato, diciamo metà novembre, prima di munirsi di cesoie e potare. Questo perchè le piante devono avere qualche settimana di acclimatamento fra il periodo del cosiddetto foliage e quello invece in cui le foglie ormai appassite cadono dai rami.

Sono un esempio perfetto le rose: possono essere potate da metà novembre fino a tutto febbraio, per poi vederle rifiorire elegantemente a maggio.

Cosa fare con le piante sempreverdi

Nel secondo caso, quando invece le piante sono sempreverdi e cioè mantengono le foglie o gli aghi per tutto l’anno, la potatura può iniziare anche più tardi. I sempreverdi non hanno infatti i campanelli di allarme che vediamo nelle altre piante, come per esempio il foliage, ma mantengono vivacità e foglie anche durante tutto l’inverno quindi capire quando è il caso di iniziare a potare è un po’ più complicato. Il nostro consiglio è di aspettare le vacanze di Natale; il periodo migliore è infatti dopo il 20 dicembre, e proseguire una volta al mese per tutto il periodo invernale, diciamo pure fino a inizio marzo.

Con l’arrivo della primavera anche pini ed abeti inizieranno a far spuntare le nuove gemme e saranno quindi pronte a riprendere il regolare ciclo di vita estiva.

Come potare le piante

Qui viene la parte più complessa, ma anche la più soddisfacente. Potare richiede intanto una certa abilità con forbici e cesoie, ma soprattutto una buona dose di empatia. Si, esatto, proprio empatia. Perchè è necessario ricordarsi che si sta ad ogni modo andando a ferire un essere vivente; volendo fare un esempio un po’ crudo, è come se qualcuno ci tagliasse gambe e braccia.

Quindi potare significa prendersi cura della pianta nel suo insieme, ma con dolcezza. Dotarsi di un buon paio di cesoie, affilate ma morbide, capaci di tagliare i rami più grossi ma anche di andare a sminuzzare le estremità più sottili .E poi operare con delicatezza: non brandire le cesoie come un chirurgo pazzo ma potare con armonia, in obliquo per i rami ancora vivi, e non troppo in fondo, e un taglio netto per i rami che sono morti o già marciti.

La cosa importante da ricordarsi è di non tralasciare alcun ramo: anche se qualche estremità sembra ancora viva e sana, avrà bisogno di un piccolo supporto durante l’inverno e quindi potarla (senza esagerare) è un buon metodo per renderla ancora più forte durante la prossima primavera.

Cosa fare dopo la potatura

Intanto, non stressare la pianta. Non serve potarla una volta al mese fino a febbraio, alle volte bastano 1-2 interventi durante tutto l’arco dell’inverno per vederla ricrescere bene in primavera. In secondo luogo non spostare la pianta immediatamente dopo la potatura: già è sotto schock per essere stata “amputata”, se viene anche spostata dall’angolino che ha conosciuto come casa fino a quel momento, rimane proprio traumatizzata.

Datele un po’ di concime e acqua fresca per riprendersi dall’evento e lasciatela stare per qualche settimana. Inizierà il processo di stasi e si calmerà dopo pochi giorni.