Shiokara, Giappone - Non è un piatto così diffuso come il sushi, ma rimane tra i principali e più rappresentativi della cucina giapponese (in Giappone). Lo shiokara si colloca tra gli stuzzichini e viene servito negli izakaya, una sorta di pub in stile giapponese. Si tratta di frutti di mare (di solito calamari) marinati nelle loro viscere e lasciati a fermentare per un mese in un contenitore ermetico. Esistono diverse varietà conosciute di shiokara: Ika no shiokara, che è la più diffusa, il Katsuo no shiokara, con tonno marinato, il Kaki no shiokara con ostriche, l’Ami no shiokara con gambero. Non abbiamo trovato commenti sul sapore di questo strano cibo, ma trattandosi d’interiora di pesce fermentate… a voi l’ardua sentenza!

Biscotti con le vespe, Giappone - Ancora dalla cucina giapponese, un dolce che se servito a fine pasto o insieme al thè delle cinque potrebbe lasciare di stucco i vostri ospiti (a meno che non siano giapponesi!). I biscotti con le vespe, molto popolari nel paese del Sol Levante, derivano dai classici senbei, originariamente fatti con riso soffiato. In questo caso, al posto del riso, vengono aggiunte delle vespe, che in Giappone sono allevate appositamente per essere consumate dalle persone. Si tratta di una cialda sottile di farina di riso preparata semplicemente con zucchero, uova, bicarbonato di sodio, sale e oli vegetali, oltre agli insetti volanti, naturalmente! Secondo una recensione trovata nel web, i biscottini avrebbero un sapore simile a quello dell’uva passa, ma leggermente più acidulo e amaro.

Zuppa di pipistrello, Indonesia, Palau - Nei Paesi del Sud Est Asiatico e delle regioni americane che si affacciano sull'Oceano Pacifico la carne di pipistrello è utilizzata per preparare molti piatti tipici. Ma la zuppa di pipistrello indonesiana si differenzia dalle altre preparazioni per un aspetto particolare: l’ingrediente principe, il pipistrello, che ha un gusto neutro, viene utilizzato intero, completo di ali, denti, peli e artigli. Un dettaglio che, anche dopo la cottura e l’impiattamento, non passa certamente inosservato.

Akutaq, Alaska - E per finire un lauto pasto, cosa c’è di meglio di un buon gelato? Detto anche "gelato eschimese" l’Akutaq o Agoutuk è un piatto tradizionale della cucina yupik e inupiaq in Alaska, diffuso anche in tutto il Nord America anglofono. La parola in inuit significa "miscela". Il dessert è a base di latte o succo di frutta, con l'aggiunta di grasso di renna o alce e olio di foca o grasso di balena. Il grasso è tagliato in pezzi, liquefatto dal calore e poi lasciato spumoso. L'olio di foca e acqua o neve fresca sono aggiunti e lavorati fino a che la miscela non raggiunge una consistenza compatta ma morbida. Al termine vengono aggiunti frutti di bosco, come mirtilli, e il ghiaccio è messo a raffreddare.

Haggis, Scozia - Si tratta di un insaccato tipico scozzese, ma con sorpresa all'interno. A base di interiora di pecora (in genere cuore, fegato e polmoni) sminuzzati e mischiati a cipolle, fiocchi d'avena, spezie e sale. L’haggis era tradizionalmente racchiuso all'interno dello stomaco stesso dell'animale, per essere poi bollito per circa tre ore. Sebbene sembri disgustoso, l'aggiunta di spezie e cipolle rende questo salume scozzese molto saporito e ancora più gustoso se accompagnato con patate e rape.

Escamoles, Messico - Quando si dice leggere attentamente la lista degli ingredienti. Mai raccomandazione andrebbe seguita come nel caso di questo strano piatto messicano, le escamoles, davvero invitante all'apparenza, un po’ meno (per qualcuno) nella sostanza. Alla base di questo tradizionale piatto ci sono, infatti, le uova di formiche nere giganti. Si mangiano sia crude che fritte, o anche con tacos e guacamole oppure in umido con cipolla e peperoncino, che aggiunge sicuramente una nota di carattere in più al piatto!

Ragni fritti, Cambogia - Voglia di uno spuntino delizioso? Se siete in Cambogia e vi brontola lo stomaco, potreste rompere la fame con qualche ragno fritto, magari abbinato a una salsa al pepe nero e al lime. Si sa, nel Sud-Est asiatico si frigge e si mangia tutto quello che cammina, vola o nuota. Oltre ai ragni fritti, tradizione vuole che in olio bollente finiscano grilli, scarafaggi, scorpioni e cavallette. Quindi nulla di strano che gli abitanti della Cambogia friggano i ragni o meglio, le tarantole nere (grandi come il palmo di una mano). Dove gustare questo originale snack?  Nella zona della città di Skuon, sulla strada che da Siem Reap porta a Phnom Penh.

Vermi del legno (Witchetty Grub), Australia - C’è chi preferisce mangiarli vivi e crudi e chi saltati con diverse spezie. I vermi del legno sono un cibo strano, parte integrante della storia dell'Australia e tuttora consumati principalmente dalle popolazioni indigene. Sono ricchi di proteine e poveri di grassi, consumati crudi sono bianchi e molli, cotti pare abbiano il sapore di mandorle, con la pelle croccante e l'interno che ricorda il tuorlo di un uovo al tegamino.

Uova dei Cent’anni, Cina - Le uova dei cent'anni sono tra gli antipasti cinesi più popolari. Possono essere uova di pollo, anatra o quaglia, che vengono avvolte da un composto a base di cenere, sale, argilla e bucce di riso e poi lasciate fermentare per un periodo che varia da qualche settimana a qualche mese. Una volta pronte, il tuorlo assume una consistenza cremosa e un colore tra il verde scuro e il nero, mentre l'albume diviene gelatinoso e di color marrone scuro. Superata la barriera dell’odore forte e penetrante di zolfo, le Uova dei Cent’anni sono solo da sbucciare e tagliare a spicchi. A detta di chi le ha assaggiate: nonostante la consistenza strana, gelatinosa, il gusto e il sapore sono molto neutri, anche se il tuorlo ha un retrogusto di ammoniaca.

Fugu (pesce palla), Giappone - Più conosciuto come pesce palla, è servito solo in Giappone e maneggiato solo da chef certificati (letteralmente, dato che devono avere una specie di patente per poterlo tagliare e servire). Ma la sua fama (non certo buona) è nota in tutto il mondo: il fugu, infatti, è un pesce altamente velenoso, che si difende grazie alle sue spine, che iniettano una neurotossina (tetradotossina) che manda in tilt il sistema nervoso immobilizzandolo. Questo veleno, molto più efficace del cianuro, non viene disattivato con la cottura ed è per questo che solo pochi chef, capaci di rimuovere con attenzione tutte le parti più velenose (pelle, intestino, fegato, ovaie), sono autorizzati a servirlo. In Giappone il pesce palla è servito sia come sashimi, a fette sottilissime, sia fritto. A detta di chi l’ha provato: ha un sapore molto simile a quello del branzino crudo, ma ogni sottile fettina contiene una piccolissima quantità di neurotossina che fa addormentare la lingua.

10 piatti strani dal mondo da provare almeno una volta

A patto che abbiate uno stomaco forte e una grande dose di coraggio, eccovi serviti i 10 piatti più bizzarri che potete assaggiare in giro per il mondo

Ricette dal mondo: tra gli aspetti che maggiormente connotano la cultura di un Paese, la cucina ha sicuramente un ruolo primario.

Sia perché è tra i primi (e imprescindibili) aspetti con cui ogni turista e viaggiatore entra in contatto durante il suo soggiorno, sia perché la tradizione gastronomica è depositaria e, insieme, rivelatrice della storia e delle abitudini della sua stessa gente.

A volte, però, la gastronomia locale riserva sorprese inattese, che possono essere piacevoli o sgradevoli secondo i gusti e i palati, oltre che alla resistenza di stomaco e al coraggio di ciascuno. Così, quelli che in un Paese sono considerati piatti normali e prelibati, in altri sono cibi strani, se non addirittura disgustosi.

Se v’incuriosisce l’idea di mangiare zuppa di pipistrello, larve che si nutrono di legno (ricche di proteine e povere di grassi), biscotti con le vespe e molti altri manicaretti, sfogliate la nostra gallery per scoprire quali sono i 10 cibi più strani al mondo e dove si mangiano.

Ma attenzione: questi piatti strani non rientrano nella nostra amata dieta mediterranea e hanno poco (o niente) in comune con la nouvelle cousine. Quindi, astenersi persone deboli di stomaco! E se per caso ne avete provato uno (o più di uno) lasciateci i vostri commenti, impressioni, eventuali effetti (in)desiderati.

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