Il pranzo o la merenda, un passatempo per riposare la mente e... anche oggi è arrivata l'ora dei compiti, che fatica! Evita di sbuffare perché se tu stessa sei scoraggiata e l'idea dei compiti ti deprime, come potrà affrontare con positività questo momento tuo figlio? Quando un genitore percepisce la scuola e i suoi derivati come un peso, trasmette inevitabilmente questa sensazione ai bambini.
Ecco 5 consigli su come aiutare i bambini con i compiti...

ERRORI SI... ERRORI NO: L'IMPORTANZA DI SBAGLIARE
Nella società di oggi diamo molta importanza, spesso eccessiva, al fatto di apparire perfetti e senza macchia, ma in realtà l'errore ha una valenza educativa importante. Solo facendo errori è possibile comprendere ciò che non si era riusciti ad afferrare e, dunque, trarne una lezione positiva. Intervieni quando il bambino ti chiede un consiglio o mostra una difficoltà, tuttavia è importante cercare di non intromettersi troppo. Solo i bambini hanno ascoltato la spiegazione durante la lezione in classe, dunque il metodo che tu hai in mente per risolvere un certo problema potrebbe non essere quello utilizzato dalla sua insegnante: meglio lasciargli correre il rischio di provare sulla sua pelle, al massimo sbaglierà.

L'IMPORTANZA DELLE PAUSE
Secondo l'organizzazione americana National Teatchers Association un bambino fra i sei e i sette anni inizia a distrarsi dopo 15 minuti, mentre un adolescente o un adulto riescono a prestare attenzione fino a 45 minuti. L'ascolto e l'attenzione sono fortemente influenzati rispetto a quanto ci sentiamo coinvolti, ecco perché un tono di voce vivace e una buona mimica facciale possono aiutare l'apprendimento. Fare pausa non significa alzarsi per andare a giocare (convincerli a tornare di solito è molto difficile!), ma un momento di distensione in cui i bambini possano staccare per un attimo. Attenzione alla tv, che catalizza l'attenzione in maniera esclusiva: va spenta durante i compiti e fino a quando non si è terminato il proprio lavoro.

RACCONTAMI: FAI PARLARE I TUOI FIGLI
Chiedere ai bambini di raccontarci la giornata o un certo evento aiuta a migliorare la capacità d'espressione in modo facile e divertente: è un vero e proprio esercizio, anche se spesso trattiamo questa domanda come una semplice formula di cortesia. Chiedi a tuo figlio di raccontarti la trama di un film o le regole di un gioco; aiutalo a focalizzare il centro della questione e trovare nuove parole per ciò che sente. Chi ha difficoltà a fare riassunti e temi potrà migliorare la capacità di sintesi e ed esposizione scoprendo un entusiasmo nuovo. Spesso si tratta semplicemente di individuare che cosa solletica l'attenzione di un bambino: dal coinvolgimento nasce la motivazione.

ESERCITARSI (ANCHE) NELLA VITA PRATICA
Usa gli spunti della vita pratica per dare ai bambini la possibilità di cimentarsi con la soluzione di problemi esercitando la creatività. I conti della spesa o pesare sulla bilancia gli ingredienti della torta aiutano a sviluppare una mente matematica. Chiedigli di leggere per te un giornale oppure navigate insieme su internet: per lui sarà un'avventura informatica e al tempo stesso avrà la possibilità di esercitarsi nella lettura, senza contare l'opportunità di iniziare a utilizzare la tecnologia consapevolmente. Gli urli? Di solito servono a ben poco. Prova la strategia opposta: andare a scuola senza aver terminato i compiti può avere effetto e risvegliare il senso di responsabilità.

AIUTIAMOLI A TROVARE LE MOTIVAZIONI
La creatività e il gioco accendono l'interesse e svegliano la mente: ricorda che si combina di più in dieci minuti di concentrazione che in mezz'ora con la testa da un'altra parte: questo vale per i bambini... e gli adulti! Sottolinea i risultati positivi e le intuizioni dei bambini, farà bene alla loro autostima. Quando fanno errori aiutali a vederne il senso e la lezione. Evita di sostituirti a tuo figlio, lascia che impari a misurarsi con le sue potenzialità e con le richieste che provengono dal mondo esterno, in questo caso la scuola. Sii sempre disponibile all'ascolto e ricorda che la motivazione aumenta quando al termine del lavoro ci aspetta una ricompensa felice, per esempio una passeggiata all'aria aperta tutti insieme.

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L’ERRORE DA NON FARE
Non sei tu a dover fare i compiti, ecco la prima regola da tener presente. Uno dei comportamenti più disfunzionali è sedersi di fianco al bambino e seguirlo passo passo: la frase “Oggi che cosa dobbiamo fare?” è sbagliata perché la scuola è un suo compito. Il tuo ruolo è di osservatore… attivo! Lascia ai bambini il loro spazio d’autonomia: saranno loro a trovare il posto giusto dove sedersi e tirar fuori i quaderni dalla cartella, alla loro velocità. La lentezza dei bambini spesso innervosisce gli adulti, tuttavia sperimentare la propria libertà significa toccare anche i suoi limiti, “perdere” tempo, imparare la propria velocità. Mentre lui si prepara ai compiti, tu dedicati a un’altra attività, come leggere, pulire, o ciò che devi fare in questo momento: rimani disponibile, ecco il segreto per essere presente senza invadere il suo spazio. Grazie a questo metodo i piccoli acquisteranno un maggior senso di responsabilità e autonomia, un obiettivo importante per la vita scolastica… e non solo!

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