Come capire se il latte materno è buono

1/4 – Introduzione

L’alimento materno è perfetto per rispondere a tutte quelle che sono le esigenze nutritive del neonato. La natura lo ha perfezionato nel corso di milioni di anni, pertanto non solo è sempre adeguato e perfetto per la crescita e la salute del bebè, ma ogni mamma produce un latte diverso, e la stessa donna, se diventa madre più di una volta, produce un latte differente per ogni figlio. A volte, a generare dei forti dubbi è l’aspetto del latte, che può sembrare troppo chiaro o acquoso. La sua composizione è diversa da quella del latte vaccino, in quanto contiene molta acqua perché deve rispondere al fabbisogno di liquidi del bambino. Inoltre, la sua consistenza varia durante la poppata: all’inizio il latte è molto più trasparente, poi diventa via via più denso. Andiamo quindi a vedere, passo per passo, come si fa a capire se il latte materno è buono oppure no.

2/4 – Allattare a richiesta

Quando un neonato viene alimentato con il latte materno, è consigliabile non avere degli orari delle poppate definiti e troppo rigidi: è sufficiente alimentare il lattante ogni qual volta mostra di avere voglia di latte, ossia quando appare affamato: questa modalità di allattamento al seno materno viene denominata “a richiesta”. In ogni caso allattare mediante la modalità a richiesta non vuol dire avere un comportamento completamente anarchico riguardo l’alimentazione del lattante: devono comunque essere rispettate delle specifiche norme di comportamento, che derivano da un po’ di buon senso o dall’esperienza della mamma o di chi le sta vicino.

3/4 – Avere orari elestici

Per esempio, tranne che per i primi 10 o 15 giorni dalla nascita del bambino, quando non si è ancora stabilizzata la produzione del latte materno, è preferibile avere degli orari piuttosto elastici, ma sempre con un periodo di intervallo almeno di due ore tra una poppata e l’altra, altrimenti si rischia di dare al lattante delle abitudini che potrebbero diventare, alla lunga, piuttosto difficili da gestire sia per la madre che per l’intera famiglia. Un altro consiglio utile è che il bambino non deve essere mai svegliato appositamente per la poppata, anche se dorme da più di 5 o 6 ore consecutive.

4/4 – Far analizzare il latte

Tornando alla qualità del latte materno, un timore molto diffuso tra le neo mamme è quello di avere la certezza che il latte sia sufficientemente nutriente per la crescita del lattante. Nelle mamme, infatti, si sviluppa una sorta di ansia, che è legata alla nuova responsabilità, cioè quella di rappresentare l’unica fonte per la nutrizione del proprio neonato. Capita che quest’ansia porti la mamma addirittura a far analizzare il proprio latte per il timore che non sia adeguato. A questo proposito, è bene sapere che l’esame chimico del latte materno non è affatto utile. Perché la sua composizione può essere molto variabile a seconda del momento e di altri fattori. Infatti il latte materno si può modificare anche nell’ambito della stessa poppata: è più liquido verso l’inizio, composto principalmente da zucchero e acqua; diventa man mano più ricco di proteine e infine diventa più denso al termine della poppata, nel momento in cui aumenta considerevolmente la concentrazione di grassi, i quali favoriscono la sensazione di sazietà nel neonato. Il latte della mamma inoltre differisce a seconda delle ore del giorno, pertanto se non si è in presenza di anomalie o condizioni patologiche particolari, non ha senso eseguire un’analisi del latte.

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