Per quanto riguarda le ecografie in gravidanza, le mamme italiane non sono completamente preparate. Infatti, spesso si eccede anche senza un effettivo bisogno di sottoporsi con frequenza a questo tipo di indagine. Per ansia, paura ma anche irresistibile curiosità di vedere più spesso (e sempre più chiaramente) il proprio bambino. Però, in merito alle ecografie in gravidanza, sarebbe opportuno attenersi alle linee guida del Ministero della Salute che ne prevedono tre (una a trimestre). Ovviamente, salvo complicazioni o diverse necessità stabilite dal medico. Molto importante è anche rispettare il periodo in cui si effettua la prima ecografia, per non anticipare i tempi e avere, dunque, informazioni non sufficientemente precise e inutilmente allarmanti

La prima ecografia

Parola chiave: pazienza

Uno dei momenti in cui le donne fanno più fatica ad attendere l’ecografia, è senz’altro l’inizio della gravidanza. La voglia di sentire per la prima volta un cuoricino battere, la curiosità, la speranza…Si tratta di emozioni molto difficili da controllare ma è opportuno effettuare la prima ecografia al momento giusto e non con troppo anticipo.

Paola Scavello, ostetrica presso il Centro Medico Santagostino, spiega quanto e perché sia importante aspettare. «La prima ecografia è consigliata a partire dall’ottava settimana» afferma l’esperta.

Da una parte la motivazione dell’attesa è legata al fatto che, nelle prime settimane, ci sia un rischio maggiore di interrompere la gravidanza e, dunque, aver già sentito il battito del bambino può acuire in modo incredibile il dolore e il trauma della perdita, già insopportabili.  

Poi vi è un’altra motivazione, più tecnica e correlata all’ipotetico danneggiamento dei tessuti del feto causato proprio dal riscaldamento dovuto a un’esposizione prolungata agli ultrasuoni.

L‘ecografia resta comunque una pratica sicura ma da usare con buonsenso, proprio come indicato dalle linee guida del Ministero della Salute.

Ecografia morfologica

Non prima della ventesima settimana

L’ecografia del secondo trimestre è quella morfologica. Il momento indicato per questo esame è la ventesima settimana di gestazione. Ma, spesso, i medici rivelano che i pazienti richiedono prima questo tipo di ecografia. Uno dei motivi principali di tale fretta è la voglia di conoscere il sesso del nascituro.

La dott.ssa Francesca Sala, ginecologa presso il Santagostino, conferma che la richiesta di anticipare i tempi della morfologica è davvero frequente ma che non si tratta di una pratica consigliata.

Infatti, i parametri di riferimento della morfologica sono “settati” su un feto di venti settimane. Dunque, anticipando l’esame, è probabile vi siano differenze nella crescita o presunte anomalie (di fatto dovute proprio all’anticipazione) che manderebbero i futuri genitori nel panico.

Il tutto, ovviamente, sfocia spesso in un’ulteriore ecografia il mese successivo. È dunque molto importante rispettare un calendario consolidato e motivato di ecografie, attenendosi alle indicazioni del medico.

Non medicalizzare la gravidanza

La gravidanza non è una malattia

L’Italia è uno dei paesi in cui la gravidanza viene ancora medicalizzata, portando anche a un numero di parti cesarei ingiustificati dal punto di vista medico. Anche per quanto riguarda la diagnosi prenatale, l’imprinting sembra proprio quello della medicalizzazione.

Dunque, si è portati a pensare che più ecografie si fanno e più si sta al sicuro da eventuali complicazioni. Lo stesso ragionamento vale per l’insufficiente importanza che si conferisce oggi al ruolo dell’ostetrica. Spesso, infatti, potrebbe bastare la presenza di un’ostetrica per gestire un parto, senza richiedere di default l’intervento del medico ginecologo.

Considerare la gravidanza una condizione naturale, monitorandola come consigliato dalla comunità medico-scientifica, è il primo passo verso una gestazione più serena e consapevole.