Claudia Cardinale - C'era una volta il West

5 film che hanno fatto la storia del cinema italiano (da vedere e rivedere)

Una selezione dei film che hanno fatto la storia del cinema italiano che non puoi non vedere (almeno) una volta nella vita.

La storia del cinema mondiale è fatta anche di autori italiani. Tra i film che hanno fatto la storia del cinema italiano ci sono davvero tanti capolavori che rappresentano preziose lezioni della settima arte, non solo a livello nazionale, ma che ancora oggi sono fonte d’ispirazione per cineasti di tutto il mondo.

Certo è molto difficile individuare pochi titoli in un panorama così ricco. Tra le centinatia di titoli cinematografici, ci sono film blockbuster e altri d’autore. Tuttavia, ci sono almeno cinque pellicole italiane che hanno lasciato il segno nella storia del cinema e che dovresti assolutamente conoscere.

Roma, città aperta (1945)

Cominciamo la selezione (in ordine cronologico) di film che hanno fatto la storia del cinema italiano con Roma città aperta. Il film di Roberto Rossellini è considerato una delle opere più celebri e rappresentative del neorealismo italiano. È anche il primo film della Trilogia della guerra antifascista diretto da Rossellini, cui seguiranno Paisà (1946) e Germania anno zero (1948). La pellicola è entrata nell’imamginario collettivo come immagine dell’occupazione tedesca e della Resistenza di Roma.

Girato in piena guerra mondiale e nell’impossibilità di utilizzare i celebri teatri di posa, la pellicola venne presentata in concorso al Festival di Cannes 1946, dove ottenne il Grand Prix come Miglior film. Ricevette inoltre una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Vinse anche due Nastri d’argento, per la Miglior regia e la Migliore attrice non protagonista, cioè Anna Magnani, che divenne nota a livello internazionale

Roma città aperta è stata poi inserita nella lista dei 100 film italiani da salvare, nata con lo scopo di segnalare “100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”.

La trama

Durante i nove mesi dell’occupazione nazista a Roma, la polizia tedesca è sulle tracce di Manfredi, capo della Resistenza (Marcello Pagliaro). L’uomo, sfugge in tempo alla perquisizione del proprio appartamento, poi trova rifugio a casa di un tipografo antifascista, Francesci. Questi viene catturato davanti alla compagna Pina (Anna Magnani), che viene uccisa mentre protesta. L’intervento di Don Pietro (Aldo Fabrizi), un parroco di periferia attivo nella lotta contro l’oppressore, costerà la vita al sacerdote e allo stesso Manfredi.

I soliti ignoti (1958)

Il film di Mario Monicelli, che dirige un cast stellare, tra cui Vittorio Gassmann e Totò, è considerato un capostipite del genere heist movie, cioè “film del colpo grosso”, declinato con gag divertenti tipiche della commedia all’italiana.
Sviluppato dalla novella Furto in una pasticceria nell’antologia Ultimo viene il corvo di Italo Calvino, il film si aggiudicò due Nastri d’argento, oltre a una candidatura ai premi Oscar 1959 come miglior film straniero. È stato successivamente inserito, nella lista dei 100 film italiani da salvare.

La trama

Cosimo (Memmo Carotenuto) è detenuto nel carcere di Regina Coeli, per il tentato furto di un’auto. Da un altro recluso viene a conoscenza della possibilità di compiere una rapina che sembrerebbe di facile esecuzione.Il piano + svaligiare “la comare”, la cassaforte che si trova in una stanza dei Monti della Pietà, il Banco dei Pegni. Cosimo, cerca in tutti i modi di uscire e incarica il suo compare, Capannelle, di cercare qualcuno che sconti la pena al suo posto.

Capannelle, consulta vecchie conoscenze: il ladruncolo Mario, Ferribotte, gelosissimo della sorella Carmelina (Claudia Cardinale) e il ladro/fotografo Tiberio (Marcello Mastroianni). Così trova Peppe er Pantera (Vittorio Gassman), un pugile fallito che accetta, dietro compenso, di confessare il crimine. Viene arrestato, e subito rilasciato, ma fa in tempo a farsi dire da Cosimo il piano della rapina al Banco dei Pegni.

Riacquistata la libertà, Peppe si mette a capo della banda e pianifica l’esecuzione del colpo. La preparazione del furto è molto minuziosa. Per aprire la cassaforte prendono lezioni da uno specialista scassinatore in pensione, Dante (Totò), che non può partecipare alla rapina perché sorvegliato. Inizia così l’avventura di questo gruppo di ladruncoli allo sbaraglio, certi di compiere il colpo della loro vita.

8 1/2 (1963)

Premiato come Miglior film straniero (oltre all’Oscar per i Migliori costumi), 8 ½ di (e con) Federico Fellini è considerato uno dei suoi capolavori, nonché una delle migliori pellicole di tutti i tempi. La pellicola ha ispirato (e continua a ispirare) altri registi e non può mancare nella nostra selezione di film che hanno fatto la storia del cinema italiano.

La trama

Il regista Guido Anselmi (Marcello Mastoianni) sta progettando il suo nuovo film. Cerca di riposarsi un centro di cure termali, ma viene continuamente disturbato dalla presenza delle maestranze del film (attori, tecnici, produttori) che alloggiano nello stesso hotel. Per di più, viene raggiunto sia dall’amante (Carla Cardinale) che dalla moglie (Anouk Aimée). Per fronteggiare la crisi esistenziale e la continua sollecitazione sul film, si ritrova a svilluppare una sorta di scenario tra immaginazione, bilanci esistenziali e fantasie.

C’era una volta il West (1968)

Il capolavoro di Sergio Leone non può mancare nella selezione deifilm che hanno fatto la storia del cinema italiano. Si tratta del primo capitolo della “Trilogia del tempo”, composta poi da Giù la testa (1971) e C’era una volta in America (1984). Le tre pellicole sono anche le ultime del regista, che con loro torna al genere western. Leone, infatti, dopo Il buono, il brutto e il cattivo, ultimo capitolo della “Trilogia del dollaro”, aveva deciso di non fare più western, ma poi ha cambiato idea per lavorare con Henry Fonda, il suo attore favorito.

C’era una volta il West si basa sulla sceneggiatura scritta dallo stesso Leone e Sergio Donati, da un soggetto di Bernardo Bertolucci e Dario Argento, mentre la colonna sonora, famosissima, è di Ennio Morricone.
All’epoca, il New York Times nella sua prima recensione al film scrisse che C’era una volta il West «contiene quella di almeno una decina di altri film precedenti». Per il Time, è uno dei 100 migliori film del XX secolo.
La pellicola ha ispirato in maniera determinante tanti altri registi, da Martin Scorsese a Quentin Tarantino, da George Lucas a John Carpenter e altri.

La trama

Sweetwater, un terreno vicino a Flagstone (un’immaginaria città del West), contiene l’unica fonte d’acqua della regione, ed è al centro di un conflitto. Morton (Gabriele Ferzetti) è un giovane industriale ferroviario deciso a costruire l’ultimo tratto della linea ferroviaria che attraverserà il West dall’Atlantico al Pacifico. Jill McBain (Claudia Cardinale) una giovane donna proveniente da New Orleans torna nel selvaggio West e scopre che il marito Brett, che aveva acquistato il terreno, è assassinato da Frank (Henry Fonda), sicario di Morton. Jill resta l’unica erede della fattoria McBain e del terreno che impedisce il passaggio della ferrovia: per questo viene perseguitata da Morton, ma a proteggerla ci saranno Armonica (Charles Bronson) e Cheyenne (Jason Robards).

Una giornata particolare (1977)

Premiata con un Golden Globe come Miglior film straniero, due candidature agli Oscar (Miglior film straniero e Miglior attore), due David di Donatello e tre Nastri d’Argento, la pellicola di Ettore Scola è senza dubbio uno dei film che hanno fatto la storia del cinema italiano.

La trama

Il film si svolge interamente nell’arco di alcune ore di una singola giornata, al centro l’incontro tra due persone. Antonietta (Sophia Loren) è una casalinga ingenua e ignorante. Madre di sei figli, sposata con un impiegato ministeriale, è una fascista convinta, con un album colmo di foto e detti del Duce. Gabriele (Marcello Mastroianni) è un ex radiocronista dell’EIAR in aspettativa. I due trascorreranno qualche ora insieme, supportandosi nelle proprie infelicità, prima che l’uomo venga condotto al confino perché omosessuale.

Riproduzione riservata