FARE ESPERIENZA DAGLI ERRORI «Le persone di successo non solo imparano dai propri errori, ma impie

FARE ESPERIENZA DAGLI ERRORI
«Le persone di successo non solo imparano dai propri errori, ma impiegano la maggior parte del loro tempo a sbagliare» ha detto di recente il celebre fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Imparare dai propri errori non è un'abilità scontata, bensì una competenza che possiamo imparare da piccoli, o in qualsiasi momento della vita, e portiamo avanti ogni giorno. Perché si dovrebbe guardare con soddisfazione al tempo perso sbagliando? Solo facendo esperienza di qualcosa possiamo realmente capire cosa fa per noi e ciò che, invece, non desideriamo. La questione fondamentale, in un approccio educativo basato sul dialogo e la fiducia, è far capire al bambino i rischi potenziali per lui o le conseguenze derivanti da un certo comportamento, anziché terrorizzarlo o minacciarlo senza aiutarlo nella comprensione.
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Sbagliando si impara: ecco perché fare errori è importante

Crescere bambini indipendenti e felici

FARE ERRORI SVILUPPA IL PENSIERO CRITICO
Una delle paure più comuni in un bambino? Essere rimproverato. La disapprovazione degli adulti prende la forma di un giudizio che è lo stesso con cui affossiamo noi stessi ogni giorno, ecco perché è importante aiutare un bambino a costruire l’autostima. Quando impariamo fin da piccoli che sbagliare può succedere e accade a tutti, abbiamo maggiori probabilità di trasformare l’atteggiamento giudicante con cui rimproveriamo noi stessi continuamente in una modalità di auto-osservazione che accoglie e contiene, anziché ferire. Per crescere abbiamo bisogno di fare errori… e vederli. Solo quando qualcuno ci insegna a vedere i nostri errori come svolte da cui trarre una lezione di vita, possiamo evolvere verso una comprensione maggiore delle cose e di noi stessi. Pensa a questo la prossima che sarai alle prese con un errore dei tuoi figli. Ciò non significa evitare le discussioni o una sgridata, quando necessario, ma coltivare l’ascolto per far capire al piccolo che non deve essere la paura del giudizio di un genitore a guidarlo, bensì il senso critico che ogni bambino deve e può sviluppare.

Lasciamo i bambini liberi di sbagliare

LA LIBERTÀ DEI BAMBINI
In alcuni casi, di fronte a un bambino che non vuole fare i compiti gli educatori suggeriscono una strategia opposta rispetto ai tentativi di persuadere o forzarlo: sperimentare la conseguenza delle sue azioni, un brutto voto o una figuraccia a scuola, spesso bastano a far cambiare idea per le prossime volte. Naturalmente questo non significa abbandonare un figlio, ma aiutarlo, nelle piccole cose che lo consentono, a sperimentare la sua libertà, un grande dono. Perché la libertà autentica è responsabilità e presa in carico delle conseguenze delle nostre azioni: una lezione per tutta la vita.
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Sbagliare non è fallire

UN ERRORE, UNA SCOPERTA
Sono tantissime le scoperte scientifiche nate a causa di uno sbaglio. Sai che vale anche per la penicillina? Il batteriologo Alexander Fleming scoprì delle tracce di muffa su un piattino dimenticato in laboratorio, contenente colonie di stafilococco, una svolta per la ricerca che fruttò allo scienziato il Premio Nobel e il segreto del primo antibiotico. Si arriva a una grande scoperta solo quando si è pronti a sbagliare una, mille, mille milioni di volte. Purtroppo accade fin troppo spesso che i bambini fin da piccoli imparino il senso della parola “fallimento”, ma non altrettanto di frequente vengono sostenuti nella voglia di andare alla scoperta, sperimentare, fare esperienza diretta. “Vedere che cosa c’è al di là” è una pulsione umana che i bambini conoscono molto bene: aiutiamoli a conquistare gli strumenti con cui essere in grado di valutare i rischi e la propria incolumità, senza ledere questa nobile voglia di lanciarsi nell’avventura della vita.
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L'educazione dell'indipendenza di Maria Montessori

CRESCERE BAMBINI FELICI
Un bambino felice sa che verrà accolto e abbracciato anche quando è in errore, conosce il prezzo delle lacrime e la gioia dell’esplorazione, è attento. Sì, perché i bambini, quando vengono facilitati a farlo, possono acquisire un livello profondo di consapevolezza e responsabilità. Nei primi anni del Novecento Maria Montessori scriveva che bisogna aiutare i bambini «a correre, a salire e scendere le scale, a rialzare oggetti caduti, a vestirsi e a spogliarsi, a lavarsi, a parlare per esprimere chiaramente i propri bisogni, a cercare con tentativi di giungere al soddisfacimento dei loro desideri, ecco l’educazione dell’indipendenza». L’importanza del genitore? Essere una guida, ritagliando il tempo e la pazienza necessaria per sedersi insieme, guardare le cose, vedere dove siamo inciampati. E imparare a rialzarci.

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