Ecografie in gravidanza

Le ecografie da fare in gravidanza

Quante sono le ecografie previste in gravidanza? In assenza di complicazioni o diversa prescrizione medica, ecco cosa prevede il protocollo

Complici anche le nuove tecniche diagnostiche, ormai il numero di ecografie effettuate in gravidanza sembra superare notevolmente quelle previste dal protocollo di screening prenatale.

Invece, in assenza di complicazioni o di specifica indicazione del medico, gli esperti consigliano di attenersi il più possibile alle ecografie previste dal SSN.  Le linee guida del Ministero della Salute, infatti, prevedono un totale di tre ecografie nell’arco di tutta la gravidanza. Nello specifico, una a trimestre. Andiamo allora a vedere quali sono le ecografie da mettere in agenda una volta avuto il test di gravidanza positivo.

La prima ecografia

La prima ecografia è consigliata e prevista a partire almeno dall’ottava settimana. Non sono poche, però, le donne che richiedono un’ecografia prima di questo momento. In parte, probabilmente, mosse dall’impazienza di sentire il battito cardiaco del piccolo e di “vederlo”. Invece, considerando anche che la gravidanza ha più probabilità di interrompersi spontaneamente nelle prime settimane, gli esperti consigliano di non anticipare la prima ecografia.

Come sottolinea la dott.ssa Paola Scavello, ostetrica presso il Centro Medico Santagostino, sono al vaglio anche numerosi studi per verificare eventuali effetti di danneggiamento ai tessuti dovuti all’effetto riscaldante degli ultrasuoni.

La prima ecografia è detta anche “office” e viene eseguita a supporto della visita ostetrica. Con questo controllo, si può visualizzare il numero di feti, l’attività cardiaca del feto e i suoi movimenti. Grazie a questa prima ecografia, si può anche determinare il periodo esatto della gravidanza.

Ecografia morfologica

Si tratta dell’ecografia più attesa dai futuri genitori, anche perché in questa sede è quasi sempre possibile determinare il sesso del nascituro. La seconda ecografia si effettua di prassi attorno alla ventesima settimana di gravidanza. È importante non anticipare questo esame perché i parametri a cui si riferisce sono quelli relativi a un feto di venti settimane e, in presenza di valori distanti da quelli previsti, si potrebbero creare inutili e dannose ansie alla futura mamma.

In occasione dell’ecografia morfologica vengono misurati gli organi principali del feto: testa, addome, femore e colonna vertebrale. Parte di eventuali malformazioni del feto possono essere individuate proprio in questa sede (dal 30 al 70%, fonte Humanitas).

L’esito dell’ecografia morfologica dipende anche dalla posizione assunta dal feto nel momento dell’esame diagnostico: se ci si trova di fronte a quello che viene definito un “dorso anteriore”, sarà più complesso monitorare la salute cardiaca del feto. In questo caso, lo specialista potrà prescrivere un ulteriore controllo.

Terza ecografia

La terza e ultima ecografia è chiamata anche ecografia di accrescimento. Questa ecografia serve per valutare la crescita del bambino, con riferimento alle “misurazioni” risultanti dalla precedente ecografia morfologica. In questa sede, viene calcolato anche il peso del feto.

Se la terza ecografia dovesse individuare un qualsiasi tipo di problematica, lo specialista potrebbe prevedere ulteriori controlli ecografici di monitoraggio fino al termine della gravidanza.

Se non sono presenti complicazioni o dubbi da parte dello specialista, tre ecografie sono quindi sufficienti per monitorare adeguatamente crescita e salute del feto durante la gravidanza.

 
Riproduzione riservata