Alessandro Michele Gucci
Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci

La moda riscopre semplicità e lentezza

Rallentare. Ritrovare la giusta dimensione. Recuperare un atteggiamento consapevole. Ripartire. Le quattro ”R” del fashion riflettono il nostro desiderio di capi di qualità, fatti per durare. Addio glam? Tutt’altro!

«A volte, per tirare un colpo vincente, bisogna arretrare» diceva Clint Eastwood nel film Million Dollar Baby. È proprio così. In questo periodo anche gli stilisti hanno dovuto staccare la spina, si sono allontanati di un passo dal loro operato, scoprendo una prospettiva migliore che ha schiarito le idee e aperto gli occhi su un sistema che, così com’era, non può più funzionare. La moda si prepara al futuro, tirando il freno.

La moda torna all’essenziale

Il primo è stato Giorgio Armani, che in una lettera aperta ha tuonato: «Non voglio più lavorare così, è immorale. È tempo di togliere il superfluo e di ridefinire i tempi». E poi ha annunciato collezioni che, d’ora in poi, saranno senza stagione.

Stesso mood da Gucci: «Nel mio domani» spiega il direttore creativo Alessandro Michele «abbandonerò il rito stanco delle stagionalità e degli show per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo 2 volte l’anno, per condividere i capitoli di una nuova storia». Insomma, ci si vedrà quando i designer avranno qualcosa da dire, senza trovarci nei negozi cappotti pesanti a ferragosto e top di lino a dicembre.

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La moda cancella il superfluo

Lo dice anche Anna Wintour, intervistata via Zoom da Naomi Campbell: «Dobbiamo ripensare gli sprechi, i soldi, il consumismo e gli eccessi a cui tutti, io per prima, ci siamo abbandonati». C’è chi li ha chiamati “i 7 vizi capitali della moda”.

Secondo lo studio The state of fashion. Coronavirus update, commissionato da Bigi Cravatte Milano, sostenibilità, artigianalità, eleganza senza tempo, valorizzazione delle realtà locali, collezioni più ridotte, capacità di adattamento sono gli ingredienti del “Back in time”, trend che mira a riportare la moda a un passato virtuoso, sanando i peccati di cui si è macchiata. Come la Superbia di credersi più importante del Pianeta, l’Avarizia di farsi guidare solo dal profitto o la Lussuria per soddisfare i clienti con capi non necessari che durano un battito di ciglia.

La moda riscopre la semplicità

«In un momento così preoccupante siamo convinte che la gente cercherà nella moda emozioni e contenuti, non solo frivolezze e tendenze estreme. Crediamo che mai come ora si senta la necessità di abiti che possano durare, che uniscano la qualità sartoriale della manifattura a un costo accettabile».

A riassumere perfettamente la tendenza in atto è Cristina Parodi che, con la socia e amica Daniela Palazzi, ha lanciato la linea Crida, collezione di abiti e capispalla di seta e cotone, con la convinzione che l’eleganza femminile stia in tessuti naturali, fattura impeccabile ma anche comfort. Ogni capo ha un’ottima vestibilità ed è adatto al giorno e alla sera. Ognuno ha il nome di una città italiana e lancia un messaggio d’amore per il nostro Paese, per Bergamo (città d’origine delle due), per l’impegno e i sogni delle donne, per le aziende artigiane e tutta quella filiera di piccole, inestimabili imprese.

La moda cambia le abitudini

In questo lungo lockdown abbiamo preferito leggings, bluse, pezzi comodi. Come dopo ogni crisi, abbiamo rinunciato ai vezzi in favore di capi pratici ma chic. E continueremo così, perché non è difficile prendere le distanze da una moda di cui non abbiamo bisogno per essere noi stesse. Semplificare a favore di uno charme naturale è il nuovo trend. Apprezzeremo l’estetica pulita e sartoriale, investiremo in capi e accessori pensati per durare, guarderemo più alla sostanza che all’apparenza, premieremo qualità e ricerca. Sperimenteremo un nuovo minimalismo funzionale ma elegantissimo.

Di esempi ne abbiamo tanti da seguire, perché la moda stava già captando che qualcosa non funzionava più. E così sceglieremo jeans sostenibili, pull di cashmere o lana riciclati, t-shirt di cotone bio. Sarà di nuovo il tempo di giacche su misura che stanno sempre bene con tutto, di abiti che accarezzano la silhouette (di qualsiasi taglia), di camicie morbide maschili da abbinare a foulard e accessori vintage.

Torneranno i passepartout fatti bene come il trench, il twin set, il tubino, la gonna della lunghezza giusta, accompagnati da un’attitudine da signore d’altri tempi, come la giacca appoggiata sulle spalle o la borsa a mano da stringere a sé. Hai presente l’allure di Victoria Beckham? Ecco l’ispirazione perfetta è proprio lei.

La moda gioca con gli accessori

«Se acquisteremo quello che ci corrisponde davvero, ci somiglia e si intona con fisico e personalità, avremo capi da utilizzare per sempre, a maggior ragione se saranno di qualità» spiega Anna Turcato, style strategist e insegnante di Storia della Moda. «Non vuol dire vestirsi “da sciura” ma imparare a comprare quello che fa per noi e a osare in modo consapevole».

Come rendere più attuali i capi senza tempo? «Con accessori fatti a mano, vivaci, capaci di parlare di noi: una spilla di tessuto su un trench, bottoni gioiello su un tailleur, un foulard da annodare sotto il mento o come turbante, alla Jackie Kennedy». E così abbiamo risolto anche il problema dell’acconciatura. Vuoi mettere i vantaggi?

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