Young woman shampooing her hair
Young woman shampooing her hair --- Image by © SuperStock/SuperStock/Corbis

Co-wash: quando lo shampoo è alternativo

Dopo aver letto di tutto e di più sul co-wash, la moda di lavare i capelli con il balsamo, ho voluto provarlo anch'io. E qui vi racconto le mie impressioni

 

Per chi ancora non ne avesse sentito parlare per co-wash (conditioner washing) si intende quel metodo eco-friendly di lavare i capelli con il balsamo che piace tanto alle amanti del naturale.

Detto anche no-poo (che sta per niente shampoo) non prevede l’utilizzo di detergenti schiumogeni: così si inquina meno e si risparmia acqua preziosa. L’ambiente ringrazia. Il trend, lanciato dalle star e dalle beauty blogger, è consigliato soprattutto durante l’estate, quando si tende ad aumentare la frequenza dei lavaggi, rischiando di stressare troppo le chiome.

Già perché, secondo le co-wash addicted i tensioattivi racchiusi nelle formule, fanno sì fare tanta piacevole schiuma soffice, morbida che sembra neve, come cantava Giorgio Gaber, ma allo stesso tempo tendono a sgrassare troppo i capelli, privandoli della parte lipidica. Soprattutto se i lavaggi sono frequenti. Il risultato? Chiome ribelli e crespe, poco luminose.

Buono a sapersi! Sono anni che combatto per tenere sotto controllo l’effetto cespuglio e se questa può essere la soluzione, ben venga, penso.

Così, preparo subito gli ingredienti: ci vogliono balsamo e zucchero di canna. Il primo pulisce dolcemente senza appesantire le lunghezze, il secondo, invece, effettua uno scrub che sgrassa la cute. Ma attenzione, non basta un balsamo qualsiasi: deve essere privo di sostanze a base di silicone e privo di derivati della vaselina, altrimenti appesantisce, avvisano le esperte di  no-poo.

Una volta recuperato il prodotto ideale mi metto all’opera. Ne verso un bel po’ in una ciotolina (ho tanti capelli), aggiungo due cucchiai da cucina di zucchero e mescolo tutto per bene. Quindi utilizzo il mix sotto la doccia, proprio come fosse un normale shampoo.

L’effetto è strano: niente schiuma in cui affondare le mani, ma una piacevola sensazione di “grattini” alla cute che sento rivitalizzarsi sotto i polpastrelli (chissà, magari se ne vanno le cellule morte e affiorano nuove idee). Lascio in posa qualche minuto, quindi risciacquo con acqua tiepida. In questa fase mi dilungo: ho letto che se non vengono eliminati bene i residui di prodotto, si rischia di ottenere l’effetto contrario: ovvero chiome spente e prive di vitalità. Procedo anche con un getto d’acqua bella fredda, che fa sempre bene.

Soddisfatta e rinfrescata, esco dalla doccia e tampono i capelli con un asciugamano. Poi lascio asciugare i capelli all’aria. Il risultato? I ricci sono più definiti e la testa sembra decisamente più vaporosa. Mi piace la sensazione di leggerezza che avverto. Non mi serve neanche passare il ferro: i ricci stanno bene al naturale.

Ma la conferma arriva al mattino. «Che bei capelli hai stamattina, cos’hai fatto, hai cambiato shampoo?» mi chiede la mia collega Monica mentre beviamo il caffè.  «No, l’ho solo eliminato», rispondo.

La prossima volta voglio sperimentare anche la ricetta  con la farina di ceci… Poi vi faccio sapere. E voi avete già provato il co-wash?

 

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